Ex Manifattura, sull’area sud incombe il rebus del privato. Cecchini: “Si paghi la penale e si diano le ali al polo della musica”
Il consigliere delegato al piano operativo spiega l’iter urbanistico per la riqualificazione: “Music Innovation Hub? L’ipotesi è ancora in piedi: una proposta è al vaglio del Comune”
Un futuro ancora da scrivere? In realtà per l’ex Manifattura sud un piano esiste. Ma la via d’uscita, dal punto di vista urbanistico, non è così semplice. Al di là del sopralluogo della commissione lavori pubblici che si è svolta ieri (29 marzo) attraverso gli edifici dell’area sud ovest dell’ex complesso produttivo, servito a rendersi conto della situazione dei manufatti, le questioni che si pongono all’attenzione della giunta sono spinose.
Anzitutto, per disegnare concretamente il futuro dell’intera area, compresa la parte nord e la porzione che è stata venduta nella zona sud ad un privato (facente capo alla srl Good City, con il quale non si è giunti ancora al rogito) serve un piano attuativo complessivo. Lo ricorda il consigliere comunale delegato al piano operativo, Elvio Cecchini, secondo cui l’iter di riqualificazione non può prescindere dal definire complessivamente cosa ne sarà del complesso, compreso il destino della parte alienata. Nondimeno sul tavolo resterebbe anche il progetto del Music Innovation Hub, presentato da Polimea, una realtà composita di istituzioni e associazioni operanti nel campo della musica a 360 gradi. Una lettera da parte della realtà che mette insieme giovani imprenditori e operatori del settore lucchese è stata recapitata circa un mese fa a Palazzo Orsetti, con richieste concrete e la conferma che Polimea è disponibile a procedere e a mettersi ad un tavolo con l’amministrazione.
Non mancano alcune questioni preliminari da risolvere. “Come noto a tutti – osserva Cecchini – la precedente amministrazione Tambellini in vista del progetto presentato da Coima poi naufragato aveva predisposto una variante urbanistica fatta apposta all’epoca per rendere possibile quell’intervento. La variante è ancora valida: nello strumento c’è scritto chiaramente che serve il piano attuativo di tutta la Manifattura, compresa la parte nord. Questo strumento sarà possibile redigerlo adesso soltanto con un confronto che metta d’accordo l’amministrazione e il privato cui è stata venduta una parte dell’area”.
Secondo Cecchini, la variante introdotta dall’amministrazione Tambellini “si è rivelata una ulteriore complicazione, quando si è proceduto alla vendita dei 6mila metri quadrati al privato: adesso – osserva Cecchini -, c’è un signor X da coinvolgere e consultare per arrivare al piano attuativo che consenta gli interventi desiderati. Certo, si potrà, come ci si augura, trovare accordo. Ma se così non fosse? Io ho fatto una proposta, che ribadisco senza alcun intento polemico: non si vada al rogito con i nuovi proprietari e si paghi la penale, rientrando in possesso dell’area e dando le ali ad un progetto come quello del Music Innovation Hub che può davvero riqualificare l’intera area sud ovest del complesso, insediando in quel luogo scuole di formazione, hub della musica, attività di formazione, cultura e anche una foresteria”. La cifra della penale si aggirerebbe attorno ai 140mila euro, una cifra irrisoria che potrebbero però creare questioni di bilancio, visto che verrebbe a mancare l’importo dell’acquisto della porzione dell’ex Manifattura. Sul punto, la giunta sembra che stia facendo le valutazioni del caso, anche se ufficialmente le voci su decisioni in questo senso circolate nelle ultime ore e già ieri durante il sopralluogo della commissione non vengono confermate.
Ad ogni modo, Music Innovation Hub si è offerta anche di provvedere, in collaborazione con il Comune alla stesura di un piano attuativo complessivo, anche in presenza del privato che, chiaramente, dovrà essere parte attiva: l’idea dell’associazione è quella di promuovere un percorso di partenariato pubblico e privato, accollandosi anche i costi di riqualificazione dell’area dove si insedierà eventualmente l’hub. “Diversamente dal progetto Coima che era calato dall’alto – osserva Cecchini – questo è un progetto che nasce dal basso. I promotori si occupano di società etiche e credono con convinzione alla possibilità di attivare percorsi virtuosi nella città per recuperare immobili strategici mantenendo la proprietà comunale, con un progetto di partecipazione pubblica e privata. Il Comune deve ovviamente condividere e emettere in condizione gli imprenditori di poterlo realizzare in tempi brevi. Dentro questa realtà ci sono le associazioni musicali che hanno bisogno di spazi e che desiderano veder realizzato un polo di produzione musicale e di formazione musicale che potrebbe attrarre interessi non solo dalla Toscana e dall’Italia ma da tutto il mondo. E’ un progetto orizzontale che nasce dal territorio e che nasce dalla ricerca e dalla valutazione del territorio ed è pensato proprio per le caratteristiche dell’ex Manifattura che ha dei corpi di fabbrica piuttosto profondi che secondo le prescrizioni della Soprintendenza devono essere mantenuti”.
Il progetto prevede non soltanto un hub della musica, ma un vero e proprio laboratorio delle arti e dello spettacolo, con un’operazione di rilancio senza passaggi di proprietà, che mira a creare un centro polifunzionale nell’ex manifattura sud. L’idea nata dagli stimoli di Music Innovation Hub e dalla rete di imprese Moosa si era sviluppata attraverso un processo di co-progettazione di un gruppo di operatori uniti sotto un patto di imprese denominato PoliMeA – Lucca che al momento agisce esclusivamente come una rete informale ma di cui fanno parte soggetti di primo piano della realtà culturale e dell’intrattenimento a Lucca. In primo luogo c’è il conservatorio Boccherini, affiancato da Jam Accademy, 9Muse, Ems Produzioni, MplCommunication, Olio su Tavola, Franklin’33, Gabesco, Multiverso. A questi già operanti a Lucca, si è unito Ostello Bello, per lo sviluppo di un ostello e studentato musicale innovativo ed Ultraspazio, un sistema internazionale di co-working che collaborerà con Multiverso Coworking Network, realtà anch’essa già presente sul territorio lucchese.