Poco personale e niente stabilizzazione dei precari, scatta l’agitazione dei dipendenti di Sistema Ambiente

I sindacati portano la vertenza in prefettura: “Va regolarizzata la situazione di 19 lavoratori part time”
Carenza di personale, ricorso eccessivo agli straordinarie, difficoltà strutturale a programmare le ferie e nella copertura dei servizi giornalieri: sono queste le motivazioni alla base dello stato di agitazione dei dipendenti di Sistema Ambiente dichiarato dai rappresentanti sindacali Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Tra le ulteriori motivazioni c’è anche la mancata trasformazione, secondo gli impegni precedenti dei lavoratori a part time verticale (6 mesi l’anno) in full time.
“Le problematiche – spiegano in una nota congiunta le sigle – sono state ampiamente esposte con dati alla mano forniti dalla stessa azienda nell’incontro del 29 marzo scorso per tentare una conciliazione in sede aziendale. Purtroppo, Sistema Ambiente continua a non voler riconoscere una situazione di fatto sotto gli occhi di tutti. Il personale è insufficiente per la copertura dei servizi, e per l’organizzazione degli stessi sono necessarie ore di straordinari che rappresentano un disagio per gli operatori impegnati in un’attività definita gravosa dalla legge (è bene ricordarlo), nonché pesanti ripercussioni sui servizi forniti alla cittadinanza”.
“A questo va aggiunto che 19 lavoratori, assunti con part time verticale per 6 mesi l’anno, modalità sulla quale Cgil, Cisl e Uil avevano espresso contrarietà fin dall’inizio – spiegano i sindacati – dovrebbero restare, secondo l’azienda, in condizione di precarietà, con un lavoro limitato a 6 mesi su 12, e per i restanti 6 dovrebbero rimanere a disposizione dell’azienda, senza alcun reddito, per coprire picchi di lavoro e le ferie degli altri operatori, non potendo quindi neppure optare per il completamento dei propri tempi di lavoro con altre attività. Una situazione che non può più essere tollerata, e a nulla servono, per quanto ci riguarda, i tentativi di prendere tempo accampando imminenti ingressi di nuovi soci privati che come ben sappiamo sono legati alle procedure fallimentari dell’ex socio privato Daneco. Tant’è che, a quanto ci risulta, il consigliere di amministrazione delegato al personale è lo stesso curatore del fallimento. Circostanza non certo favorevole per un’azienda che è chiamata a dare servizi di eccellenza alla città e, se ci è consentito, ad usare il massimo rispetto nei confronti dei propri lavoratori”.
“A questo punto – aggiungono le sigle -, visto il fallimento della conciliazione in sede aziendale, la pratica dello stato di agitazione passa sul tavolo della Prefettura che, come sempre molto attenta alle problematiche del lavoro, ha tempestivamente convocato l’incontro per il tentativo di conciliazione chiesto in base alla legge 146/90 (scioperi nei servizi pubblici essenziali) per il 14 aprile prossimo. In quell’occasione Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti si presenteranno con l’intenzione di trovare una soluzione che scongiuri ulteriori iniziative sindacali, nell’interesse della cittadinanza, ma anche con la determinazione di tutelare senza tentennamenti il personale operativo costretto a turni di lavoro eccessivi e chiedendo senza deroghe la trasformazione dei contratti dei lavoratori assunti con part time verticale in tempi pieni, facendo una cosa giusta e soprattutto necessaria”.