Corridoi ecologici, la ex consulente: “Restano fondamentali per contrastare la siccità e incrementare gli impollinatori”

Arianna Chines: “Tanti dati raccolti in questi anni, rammarico per il silenzio del Comune sulla organizzazione di un convegno sul tema”
Corridoi ecologici, parla Arianna Chines, già consultnte della precedente amministrazione per la realizzazione del progetto di biodiversità.
“Il progetto di monitoraggio e conservazione della biodiversità nelle aree verdi di Lucca – spiega Chines – realizzato in particolare sugli spalti e sulle mura è iniziato nel 2020 con la mia consulenza e successivamente ha visto il coinvolgimento di ricercatori ed esperti nei vari ambiti scientifici (Maurizio Antonetti, ricercatore Crea esperto di orchidee, Roberto Canovai entomologo, i docenti dei dipartimenti di scienze della vita delle università di Trieste e di Siena per la parte di ecologia, botanica e analisi dei servizi ecosistemici). Il progetto di biodiversità urbana ha permesso, attraverso campagne di raccolta dati realizzate con metodo scientifico e riproducibile, di ottenere dei dati inconfutabili e robusti che sono stati oggetto, tra le altre cose, di una tesi di laurea magistrale e base per una tesi di dottorato focalizzata sui corridoi ecologici. In tre anni sono stati raccolti dati consistenti che possono essere utilizzati per la corretta gestione degli sfalci, da utilizzarsi al duplice scopo di contrastare la siccità dovuta al cambiamento climatico e di incrementare il numero di impollinatori di cui abbiamo bisogno per la nostra sopravvivenza. Grazie ai monitoraggi di questi anni, effettuati a cadenza quindicinale, sono state individuate specie e habitat in Direttiva (92/43/CEE “Habitat”), ossia specie tutelate dalla Comunità Europea che tutti gli stati membri hanno il dovere di tutelare”.
“A seguito dell’incarico attribuito dall’amministrazione comunale alla Nemo per seguire la nuova fase del progetto, il nuovo consulente ci ha contattati per avere alcune informazioni ed è stata mia premura fornirgli la sintesi completa dei dati raccolti (in corso di pubblicazione) – prosegue Chines – in modo da metterlo a conoscenza delle principali specie e habitat di elevato valore conservazionistico, legate in particolare al fossato che attraversa gli spalti e alle orchidee del monumento, nonché delle criticità, come la presenza di specie aliene invasive che negli anni passati erano tenute sotto controllo con uno sforzo attivo, rappresentando una delle principali cause di perdita di biodiversità e per le quali usavamo tutte le precauzioni necessarie per evitare la diffusione”.
“Ci resta il rammarico di non aver avuto risposta dal Comune di Lucca – conclude – alle ripetute proposte di presentare il lavoro svolto fino ad ora e gli importanti risultati delle nostre analisi, proponendo un convegno da organizzare insieme e che faremo comunque con le università coinvolte. Contemporaneamente il nostro gruppo di lavoro si occuperà di connettività e tutela della biodiversità nell’ambito del Comune di Capannori in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Toscana Nord, in modo da creare un’ampia rete ecologica dalla pianura alla zona collinare, sperando di collegarla in seguito anche al corridoio delle mura di Lucca. Solo la stretta collaborazione tra esperti ed enti può infatti portare a risultati efficaci per la tutela della biodiversità a scala ampia, come quelli emersi dallo studio effettuato intorno al monumento delle mura.. Vista la preoccupazione nostra e di tanti cittadini che il progetto di biodiversità urbana a Lucca venga alterato, come membri della comunità scientifica e come cittadini europei, in conformità a quanto chiede la Direttiva Habitat, vigileremo sulla tutela del nostro patrimonio naturalistico ma siamo speranzosi che grazie alla presenza del consulente appena subentrato, non venga effettuato un ulteriore sfalcio della vegetazione di sponda del fosso e che non accada nuovamente che i mezzi meccanici entrino in acqua in un periodo così delicato come quello riproduttivo, con conseguente distruzione di habitat, inquinamento delle acque, disturbo alle specie protette, che senza la vegetazione ripariale sono altamente vulnerabili, e interruzione del corridoio ecologico”.