“A Lucca la memoria resiste”: un calendario di iniziative per festeggiare il 25 aprile

18 aprile 2023 | 14:04
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“A Lucca la memoria resiste”: un calendario di iniziative per festeggiare il 25 aprile

Dal consiglio comunale straordinario alla pastasciutta antifascista: così una rete di realtà e associazioni del territorio celebra la Festa della Liberazione

“A Lucca la memoria resiste”. Queste le parole chiave delle iniziative per la Festa della Liberazione messe in campo da una rete di realtà, associazioni e organizzazioni del territorio per celebrare il 25 aprile.

Un programma intenso, che parte lunedì (24 aprile) alle 16,30 con il consiglio comunale straordinario aperto, chiesto dalle forze di opposizione, durante il quale saranno consegnate le firme – circa un migliaio – per la riapertura della Casa della memoria e della pace, davanti alla quale il giorno successivo, martedì (25 aprile) alle 17, si concluderà, con un momento di ritrovo, l’intesa giornata di eventi messi in campo dalle realtà antifasciste.

Giornata che inizierà alle 8 con la Guida ai sentieri dei martiri di Balbano, con partenza dal circolo Gtc a cura del Centro di cittadinanza il Bucaneve, Anpi Lucca e associazione il Castello. Alle 10 il ritrovo è poi in piazza XX settembre per la consueta cerimonia istituzionale nel giorno della Liberazione, che culminerà alle 13 nella pastasciutta antifascista organizzata dal circolo Pd in piazza San Francesco. Alle 15 l’appuntamento è sotto il loggiato Pretorio con È questo il fiore del partigiano, un momento per ricordare i luoghi della città simbolo di Liberazione curato da Anpi Lucca. La giornata si concluderà, come anticipato, alle 17 davanti alla Casa della memoria e della pace, sopra le Mura.

Tra le realtà che hanno aderito e promosso il calendario di iniziative ci sono la Cgil, Anpi, Emergency, Pd, Europa Verde, Sinistra Con, Lucca è un grande noi, Articolo Uno, Associazione Toscana Valori della Libertà, Centro Donna Lucca, La città delle Donne, Libera, Lucca Civica, Lucca è Popolare, Lucca Futura, Maschile Plurale, Spi Cgil Lucca Unione Donne Italiane e Volt Lucca.

“È bello vedere una così ampia adesione e partecipazione da parte delle realtà del territorio e dei cittadini – ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil Lucca Fabrizio Simonetti -. Il 25 aprile è la festa della ritrovata libertà dopo la dittatura nazifascista, elemento che dobbiamo coltivare insieme. Libertà, pace e democrazia sono fatti valori in cui tutti dovremmo ritrovarci e stanno alla base del nostro agire come sindacato”.

“Noi come Anpi – ha aggiunto il presidente dell’associazione lucchese Romano Zipolini -, non siamo solo coloro che depositano i fiori davanti ai cippi, ma siamo coloro che si impegnano ogni giorno, anche nelle scuole, a portare avanti i valori della nostra carta costituzionale”.

A ribadire l’importanza del 25 aprile anche Gigliola Bernardi (Emergency), Claudio Pardini Cattani (Europa Verde), Domenico Raimondi (Lucca è un grande noi), Daniele Bianucci (Sinistra Con) e Gabriele Marchi (Pd).

“Il 25 aprile – hanno chiesto a più voci – un’occasione per rimettere sul tavolo anche la Casa della memoria e della pace, non solo come luogo fisico, ma come un contenitore di tante realtà e singoli cittadini che oggi più che mai sentono il bisogno di incontrarsi e confrontarsi per coltivare la pace”.

Infine, il 30 aprile, Anpi Lucca inaugurerà un cippo restaurato dedicato alle vittime di nazifascismo in piazza delle Libertà a Nozzano.

La lettera aperta dell’Anpi per il 25 aprile

“In queste settimane, da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dalla seconda carica più alta dello Stato, La Russa, abbiamo dovuto assistere, in merito alle Fosse Ardeatine, a dichiarazioni a dir poco sconcertanti, che, oltre che essere offensive e dei falsi storici, vanno a ledere anche i valori fondanti della Nostra Repubblica – ricordano dal comitato provinciale di Lucca -. D’altra parte, nulla di nuovo sotto il sole. Infatti il revisionismo, inteso come tentativo di manipolazione della storia, in particolare per ciò che ha rappresentato il fascismo in questo paese, è un fenomeno che è sempre esistito, fin dalla fine della guerra, da quando per un malinteso senso di pacificazione, ma soprattutto per la incipiente guerra fredda non ci fu un vero e proprio ricambio della classe dirigente, nessun tribunale giudicò su responsabilità e connivenze, tanto che a molti personaggi che erano stati ai vertici del fascismo e responsabili diretti di violenze e deportazioni, fu non solo permesso di presentarsi alle elezioni in particolare in un partito politico (nonostante fosse espressamente vietato dalla Costituzione), ma soprattutto di mantenere posti di responsabilità, nei ruoli apicali della organizzazione statale, nella magistratura, nell’esercito e nella polizia, con tutte le conseguenze che ne derivarono”.

“Oggi La Russa come presidente del senato, Meloni come presidente del Consiglio e il neofascismo italiano comunque declinato, sfruttando abilmente, soprattutto negli ultimi anni, spazi sempre più ampi, dovuti ad opportunismo, superficialità, poca attenzione e soprattutto
ignoranza da parte di chi ha sottovalutato, o nella migliore delle ipotesi dato per scontati, i valori derivanti dalla conquista della libertà, stanno operando una controriforma culturale ed istituzionale che ha come fine il progressivo cambiamento del senso comune di una parte più o meno rilevante dell’opinione pubblica – proseguono -. Basti pensare alla consapevole omissione della parola ‘fascismo’ da parte della Presidente del Consiglio, come nel caso del suo discorso di insediamento, dell’anniversario della marcia su Roma, dell’anniversario delle Fosse Ardeatine. E siamo arrivati, a forza di minimizzare, di temporeggiare, di giustificare ad essere un paese dove un’alta carica dello stato dichiara di non festeggiare il 25 aprile ‘perché è la festa degli altri’, o come è avvenuto nel comune di Lucca dove la maggioranza che già aveva imposto di togliere, dai documenti pubblici, l’obbligo di una dichiarazione di antifascismo, passa dalla grottesca
irrispettosa e non storicamente equiparabile unificazione della commemorazione della giornata della memoria a quella del ricordo, per arrivare alla negazione di uno spazio pubblico per la presentazione di un libro di un autore non allineato”.

Recuperare il senso storico e sociale del valore della Resistenza è fondamentale sia per far comprendere cosa abbia realmente rappresentato il Fascismo in questo paese, si pensi al dramma dell’alleanza con Hitler, la tragica guerra al suo fianco, le leggi razziali, o le ‘avventure’ coloniali, ma come documentato dal primo censimento dopo la guerra, una vera e propria catastrofe economica sociale, ma soprattutto riconoscere alla Resistenza e ai partigiani oltre che la dignità ed il coraggio della loro ribellione ad una crudele dittatura la capacità di prendere coscienza, che pur da posizioni ed idee diverse a volte apparentemente inconciliabili, era possibile e necessario, in un reale processo democratico trovare una sintesi, che garantisse la possibilità di poter assicurare democrazia e prosperità anche per le generazioni future, sintesi mirabilmente espressa nella Costituzione – proseguono -. Il 25 aprile del 1945 è il giorno nel quale il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia che aveva sede a Milano proclamò l’insurrezione generale di tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti e nel 1946 su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, quel giorno fu proclamato e riconosciuto come Festa Nazionale”.

“È dunque fondamentale, in questo giorno, oltre che ricordare ciò che la Resistenza ha storicamente ed effettivamente rappresentato, difendere ed attualizzare in modo attivo e partecipe i temi che furono considerati essenziali per la rinascita democratica del Paese come
libertà, eguaglianza, democrazia, lavoro, pace, solidarietà, ed in quello spirito non potendo, dunque, rimanere insensibili o semplici spettatori di fronte a compromessi, manomissioni e tentativi di snaturamento, ai quali stiamo assistendo – concludono -. La nostra associazione riaffermando quei valori, ed impegnandosi a difenderli e diffonderli con sempre maggiore impegno, ribadisce che quei valori sono esattamente il contrario del Paese della divisione e del rancore che ci ha rappresentato con le sue parole il presidente del Senato”.