Cattedre, altri 10 docenti in meno dal prossimo anno scolastico

Nuovo taglio per le scuole della provincia. I sindacati sul piede di guerra: “Intervengano gli amministratori locali”
Un altro taglio alle cattedre nelle scuole delle provincia di Lucca. Altri 10 insegnanti in meno dal prossimo anno scolastico. E’ il numero che forniscono i sindacati che tracciano un quadro a tinte fosche.
“Questa riduzione – spiegano Antonio Mercuri di Flc Cgil, Roberto Malzone di Cisl Scuola, Carlo Romanelli di Uil scuola Rua, Stefano Guidi di Snals Confsal e Gianni De Persis di Fgu Gilda Unams – si somma ai posti già ridotti negli ultimi due anni scolastici (-14 nel 2022-23, -43 nel 2021-22). Non riusciamo a comprendere i criteri utilizzati per definire questa ripetuta riduzione di posti dal momento che province che hanno un calo di alunni anche superiore al nostro si vedono addirittura accrescere l’organico (Pistoia, Pisa)”.
“Vorremmo veder esplicitati dei criteri chiari – proseguono i sindacalisti – che spieghino i motivi di tali scelte. Si ricorda che la provincia di Lucca è costituita da un significativo territorio montano (Media Valle del Serchio e Garfagnana) che richiede una particolare attenzione nella gestione del personale per poter garantire il diritto allo studio in modo accettabile e coerente con gli standard nazionali. Questi tagli reiterati si ripercuotono in particolare su questi territori ma più in generale su tutta le realtà provinciale dove diventa sempre più difficile evitare la costituzione delle tanto esecrate classi pollaio. Chiediamo una revisione della assegnazione provinciale dei posti in organico che permetta un inizio sereno ed equilibrato del prossimo anno scolastico. Chiediamo urgentemente ai nostri sindaci e al presidente della Provincia, che a breve si dovranno occupare di come stipare le nuove classi pollaio nelle aule già fortemente inadeguate del territorio, di far sentire alta e forte la loro voce”.
“Chiediamo ai consiglieri regionali e ai parlamentari della nostra provincia – scrivono i sindacati – di prendere atto che il governo degli organici della scuola, se si vuole ripartire in sicurezza a settembre, non può tradursi in questo modo. Usr e Ministero non possono operare così, in quanto le scuole a settembre non potranno riaprire, perché quanti studenti ci saranno per ogni classe a settembre si decide ora, proprio sulla base degli organici assegnati. E siccome nessuno sarà in grado di allargare le aule, da qui a settembre, la sicurezza di studenti e lavoratori può essere salvaguardata soltanto riducendo i numeri degli allievi per classe. Dobbiamo attivare subito un tavolo istituzionale sulla scuola , non possiamo permettere che la nostra situazione resti così, perché andrà inevitabilmente a toccare tutte le famiglie della nostra provincia”.