Giornata mondiale contro l’omotransfobia, associazioni e studenti scendono in piazza
Flash mob itinerante organizzato da una rete di realtà del territorio, dalla Cgil Lucca ad Amnesty International
No all’omofobia, alla lesbofobia, alla bifobia e alla transfobia. Con un flash mob itinerante organizzato da una rete di associazioni e realtà del territorio, dalla Cgil Lucca ad Amnesty International, anche i collettivi studenteschi di Lucca e la Provincia di Lucca hanno partecipato alla giornata mondiale contro la transomofobia che si celebra ogni 17 maggio.
“Nonostante siano passati tanti anni da quella storica data, però, orientamento sessuale e identità di genere sono ancora ai primi posti fra le cause di discriminazione negli spazi pubblici, sul luogo di lavoro, e persino in famiglia”, afferma una manifestante.
Da piazza del Salvatore, la manifestazione ha attraversato piazza San Michele e piazza Grande, per fermarsi alla panchina arcobaleno di corso Garibaldi, da dove si sono alzate più voci.
“La tutela dei diritti della comunità LGBT è solo una delle tante frontiere nella battaglia dei diritti umani. Un cammino lungo e impegnativo che vede protagonisti coraggiosi e determinati – dice una studentessa – È una lotta che vede rivendicazioni, contrasti e troppa sofferenza. Una storia contraddistinta da persone che combattono per una società che tuteli e rispetti i diritti di ogni individuo. Noi oggi siamo qui per esprimere le nostre idee e far sentire la nostra voce. Non possiamo accettare che la comunità queer subisca marginalizzazione, discriminazione e violenza, colpendo l’intimo delle persone, la loro identità per il semplice motivo di essere se stessi”.
“La cosa più sconcertante – prosegue – è che questa violenza non solo viene ignorata, ma addirittura promossa da alcune istituzioni. Chi dovrebbe sostenerci spesso si tira indietro davanti a questa lotta, ignorando il problema delle discriminazioni che le persone Lgbt subiscono ogni giorno, e anzi promuovendo l’odio. Basti pensare a come il governo abbia bloccato la registrazione all’anagrafe di bimbi di coppie omogenitoriali, e rifiutato la proposta europea di un certificato di filiazione riconosciuto in tutta l’unione”.
Una lotta, tuttavia, che “non dev’essere solo un’etichetta di sinistra: è un tema che coinvolge tutti noi, senza distinzioni politiche, perché riguarda solamente la pace sociale. Qual è il problema della destra? Una persona che sceglie liberamente chi amare? Cosa c’è di sbagliato?”.
“Ora come mai – conclude la ragazza – dobbiamo far sentire la nostra voce, per difendere i diritti che rischiamo di perdere a causa di istituzioni come queste”.