Etica e comunicazione fra paziente e medico, la cardiologa Mazzoni relatrice della conferenza nazionale

27 maggio 2023 | 12:28
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Etica e comunicazione fra paziente e medico, la cardiologa Mazzoni relatrice della conferenza nazionale

Il seminario aperto dalla lectio magistralis del professor Sandro Spinsanti

L’ospedale di Lucca è stato protagonista in una conferenza nazionale organizzata dal Gruppo italiano felicità e salute positiva, insieme alla Società italiana di medicina narrativa e all’associazione italiana per gli studi sulla Qualità della vita. Ieri (27 maggio), infatti, la dottoressa Alessandra Mazzoni, cardiologa del San Luca, è stata relatrice nella web conference dal titolo Etica della relazione tra paziente e sanitario.

La lettura magistrale che ha aperto l’evento è stata tenuta dal professor Sandro Spinsanti, teologo, psicologo, bioeticista, fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le Medical Humanities e il management in sanità e autore di numerosi libri sui temi dell’etica.

Il titolo della sua relazione era Evocare l’etica nella cura: un pentagramma di modalità, incentrata su cinque modi diversi di “usare” l’etica nella relazione di cura tra il medico e il paziente: in modalità ideologica, in ambito giuridico-amministrativo, come consulenza, come esortazione e come counseling.

“La modalità di counseling per l’etica nella clinica – ha evidenziato Spinsanti –  è  la più appropriata. Richiede dialogo, talvolta negoziazione. Il suo punto di partenza è l’ascolto, piuttosto che la rigida applicazione di principi. Invece che importare dall’esterno l’etica nella pratica clinica, ne favorisce l’esplicitazione da parte dei soggetti coinvolti, in particolare da parte dei clinici. Assomiglia più a un’opera di tessitura, in cui si incontrano ordito e trama, che a una rigorosa operazione intellettuale sostenuta da una competenza specifica di colui che fornisce la consulenza. A differenza della linearità che hanno i problemi etici quando sono affrontati nella modalità ideologica e anche in quella consulenziale, al letto del malato si presentano come un groviglio di indicazioni cliniche, di aspirazioni personali e di rapporti familiari. L’approccio etico in modalità di counseling non consiste nel suggerire la cosa giusta da fare, ma nello stimolare la capacità della persona di trovare ciò che è più appropriato in armonia con il proprio disegno biografico”.

La dottoressa Mazzoni dell’ospedale di Lucca ha ricordato l’importanza nella pratica clinica della centralità della persona, descrivendo un metodo di comunicazione insegnato nella Asl Toscana nord ovest, il modello Kalamazoo, che prende il nome dalla città del Michigan negli Usa, dove nel 1999 si sono riuniti 21 fra i massimi esperti di comunicazione sanitaria per definire la modalità più efficace di insegnamento della comunicazione nel colloquio clinico. Il Kalamazoo a partire dall’apertura della conversazione, con le presentazioni iniziali (spesso trascurate nella pratica dai sanitari) prevede un ascolto attento del paziente e facilita l’individuazione di tutti i problemi all’inizio della visita. Il medico può così subito pianificare, insieme al paziente, i temi prioritari da affrontare. Le domande aperte sulla storia del paziente e le domande esplicite sul suo vissuto consentono al professionista di aggiungere alla storia della malattia clinica anche quella del malato.

Insieme ad altri 12 giovani medici e infermieri, la dottoressa Mazzoni è docente junior per la formazione basata su questo metodo. Nella sua attività formativa è affiancata da tre docenti senior che hanno introdotto il Kalamazoo in Italia a partire dai primi anni del Duemila.

Stefania Polvani, presidente della società italiana di medicina narrativa (Simen), ha quindi affermato che la storia del paziente, i suoi vissuti e la narrazione che lui stesso fa della sua malattia, rappresentano uno strumento unico e irrinunciabile per migliorare la diagnosi, diminuire gli errori medici, aumentare l’aderenza ai trattamenti medici e restituire al medico quella parte umana che può gratificare il professionista e che la tecnicizzazione della cura ha oscurato sempre di più negli ultimi decenni.

“Il modello Kalamazoo – ha aggiunto il dottor Sergio Ardis, docente senior – oggi viene insegnato ai medici neoassunti, agli infermieri e ai tecnici di radiologia medica della Asl Toscana nord ovest, come formazione di base per la comunicazione con i pazienti. A questa formazione seguono poi interventi di formazione avanzata, organizzati dal dottor Tommaso Bellandi, direttore della struttura Sicurezza del paziente della Asl. Questi ulteriori corsi hanno lo scopo di affrontare situazioni di comunicazione difficile, come per esempio il lutto o la diagnosi di malattia grave”.

Il professor Giampaolo Nuvolati, economista e vicepresidente dell’associazione italiana per gli studi sulla qualità della vita (Aiquav), ha approfondito un tema di grande rilevanza e attualità: la qualità della vita ed il benessere individuale e collettivo, anche come identità sia professionale che territoriale. In questo ambito la riflessione deve anche vertere sulle azioni e sui comportamenti che possono contribuire alla promozione del benessere delle persone e della collettività e i sanitari possono contribuire al benessere proprio con la cura relazionale.

La conferenza è proseguita con un dibattito ricco di domande e interventi da parte dei numerosi partecipanti, 72 professionisti di varie parti d’Italia.