Addio a suor Bice, faro di generazioni di giovani nell’Oltreserchio

Innovatrice ed energica, la salesiana è stata a Santa Maria a Colle dal 1974 al 2005 e lì sarà sepolta
Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 8 luglio e, per “i suoi giovani” – molti, ormai, con i capelli imbiancati dal tempo – sarebbe stata sicuramente una grande occasione per festeggiarla e ringraziarla, ancora una volta, della strada percorsa insieme. Un compleanno tondo che non arriverà perché sabato (27 maggio) suor Bice Guiducci, educatrice salesiana che dal 1974 al 2005 è stata anima delle attività giovanili dell’Oltreserchio, si è spenta a Livorno, assistita dalle altre religiose Figlie di Maria Ausiliatrice.
Chi oggi ha 30 anni la ricorda sulla sua Panda verde acqua per le vie di Santa Maria a Colle e San Macario, sempre indaffarata tra un’attività e l’altra. Chi ha 40 anni, invece, custodisce l’insegnamento ricevuto sui banchi della scuola media Gino Custer De Nobili. I 50enni di oggi hanno vissuto con lei i dubbi e le crisi di quegli anni Ottanta che andavano veloci e cambiavano ritmi e desideri, anche nei piccoli paesi di provincia. I 60enni, invece, hanno aperto con lei la strada a quell’esperienza innovativa di gruppo giovanilefatto di ragazzi e ragazze che imparavano a stare insieme, nei pomeriggi di confronto all’oratorio di Santa Maria a Colle e nei tanti campi scuola estivi. Ma anche chi ha qualche anno di più si ricorda di una giovanissima suor Bice che trasmette le fondamentali del pianoforte a quei bambini e a quelle bambine che certo non avrebbero avuto altre occasioni per impararle: a lungo la chiesa cattolica ha supplito alle carenze di una scuola pubblica che solo qualche anno dopo avrebbe offerto percorsi musicali, teatrali, artistici ai propri studenti.
Essere giovani, a Santa Maria a Colle, per più di trent’anni ha significato ‘fare i conti’ con suor Bice. Una donna vulcanica, talvolta spigolosa, ma appassionata e onesta. Il suo sguardo limpido ha avuto il coraggio di sfidare tabù che sembravano granitici: negli anni Settanta creare occasioni di incontro miste, con ragazzi e ragazze, non era certo visto di buon occhio. Ma l’onda lunga del Concilio Vaticano II, l’apertura del vescovo Agresti, la lungimiranza del giovane don Mansueto Bianchi – poi vescovo di Volterra – e la fiducia incrollabile che suor Bice ha sempre riposto nei giovani hanno creato un sistema forte, bello, che in breve tempo ha fatto di Santa Maria a Colle il centro di pastorale giovanile zonale. Si stima che il 70 per cento dei giovani dell’Oltreserchio abbia avuto come punto di riferimento proprio l’oratorio – o “l’asilo”, come comunemente veniva chiamato il centro dedicato a don Bosco – del paese. Lì crescevano pensieri, diventavano progetti e azioni concrete a servizio degli altri. Lì si consumavano grandi amicizie e piccole scaramucce. E sempre lì si sono innamorate persone che hanno scelto di condividere tutta la vita.
Non ha mai lasciato indietro nessuno, suor Bice. Era attenta a tutto e a tutti e ha cercato costantemente un linguaggio adatto a comunicare con “i suoi giovani”. Come quando, dopo aver compiuto 80 anni, si è iscritta a Facebook e ha così riallacciato i contatti con le tante vite che ha attraversato. Dopo la lunga esperienza collese, la religiosa ha trascorso qualche anno all’oratorio Mazzarello a Firenze, dove ha lasciato il segno organizzando attività estive e, poi, all’oratorio Sacro Cuore di Bologna, non distante dalla sua città di origine, Montefredente. Lì suor Bice ha messo a sistema le tante competenze dei giovani universitari che gravitavano intorno al centro salesiano e ha messo su una scuola gratuita per insegnare l’italiano ai giovani di origine straniera.
In tutti questi anni di lontananza da Santa Maria a Colle un ampio gruppo di giovani cresciuti ha continuato ad andarla a trovare, a confrontarsi con lei ogni settimana, a scriverle. E suor Bice ha ricambiato questo affetto tornando in paese nei momenti più significativi: tra questi, la traslazione nella chiesa parrocchiale della salma di don Mansueto Bianchi e l’inaugurazione del centro civico Il Bucaneve, che proprio da un libro di poesie dell’amico scomparso ha preso il nome. E ogni volta si formava una fila per salutarla: “Bice, ti ricordi di me?”, e lei si ricordava sempre, di tutti e di tutte. Il lockdown del 2020 ha imposto una battuta d’arresto alla sua instancabile attività: in quei mesi di distanziamento fisico ha colto la possibilità di inviare un messaggio attraverso YouTube, e le prime parole bastano a raccontare molto di lei: “Cari ragazzi, quanto mi mancate!”.
Sono stati loro, i suoi amati giovani, a volere per lei un posto nel cimitero del paese. Questa sera (29 maggio) alle 21 la grande famiglia di suor Bice si ritroverà in chiesa per il rosario e domani (30 maggio) alle 15 si svolgerà il funerale.
Il 5 agosto 2015, per festeggiare i suoi 60 anni con il velo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha scritto sul diario di Facebook parole che bene sintetizzano lo spirito della sua vocazione: “A tutti gli amici e a tutti quelli che il Signore ha messo sul mio cammino, un messaggio di grande gioia! Oggi compio 60 anni di professione, 60 anni che sono felicemente suora. 60 anni in mezzo ai giovani e ai ragazzi; me ne ha dati tanti il Signore e me ne darà ancora fin quando vorrà. Sono stati sempre la mia gioia (non priva di fatica). Li rivedo uno ad uno, li ho tutti nel cuore; ogni giorno chiedo al Signore che aiuti tutti ad essere onesti cittadini in terra per diventare felici abitanti del cielo”.
Sono cresciuti oggi, i giovani di suor Bice. Ma la scomparsa di questa donna, ironica e tenace, li ha riportati per un attimo tutti indietro nel tempo per dirle, ancora una volta “oh Bice, sì, ci vengo al gruppo… e grazie”.