L'analisi |
Dalla Città
/

Indagine del Sole 24 Ore: Lucca non è un paese per vecchi

29 maggio 2023 | 12:28
Share0

La provincia è all’ultimo posto per servizi agli anziani. Bene, invece, per bambini e giovani

Lucca non è un paese per vecchi.

Qualità della vita di bambini (0-10 anni), giovani (18-35 anni) e anziani (over 65): la Provincia di Lucca nelle prime due classifiche si piazza bene, rispettivamente 39esima e 37esima posizione su 107, ma per la terza riferita alla terza età è un disastro: ultima provincia italiana per servizi agli anziani. Questo il quadro che emerge dall’indagine 2023, la terza della sua storia, de Il Sole 24 ore.

La terza edizione dei tre indici generazionali, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate, è stata presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento: le classifiche, pubblicate la prima volta a giugno 2021 come una tappa della storica indagine sui territori italiani più vivibili, misurano le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. “Un lavoro sperimentale, che verrà incluso nella classifica di fine anno, ancora limitato dalla carenza di dati territoriali capaci di raccontare queste specificità. Per misurare il benessere degli anziani, oltre ai posti letto nelle Rsa, è stato introdotto un indice della “solitudine”. Vediamo nel dettaglio la classifica dell’indice over 65 in cui Lucca è ultima in Italia. Pochi infermieri, pochi geriatri, in relazione alla popolazione over 65 della provincia, scarsa assistenza domiciliare ed esposizione eccessiva ad inquinamento acustico e un consumo di antidepressivi elevatissimo, il più alto dell’intera nazione, questi gli indicatori che fanno di Lucca la peggior provincia italiana dove possano vivere gli anziani, secondo questa indagine.

Rispetto allo scorso anno Lucca ha perso due posizioni, quindi era già messa male da questo punto di vista, ora si può solo migliorare.

“Oltre alle province vincenti, si confermano i divari territoriali e spiccano in modo trasversale alcune aree. Ad esempio la Romagna, alle prese con l’attuale emergenza alluvione, svetta sul podio della classifica sul benessere dei giovani, che proprio in questi giorni abbiamo visto in prima linea nel ripulire il territorio. E nell’indice dedicato ai bambini, dove Ravenna comunque arriva terza, si incontrano quattro province dell’Emilia Romagna tra le prime 20. Per gli anziani, invece, si distingue il Trentino Alto Adige: Trento e Bolzano sono in testa, grazie alla spesa per alcuni servizi sociali, al basso consumo di farmaci e alla speranza di vita. Le due province autonome, storicamente teste di serie nella Qdv, si ritrovano nelle parti alte anche delle altre due graduatorie. Le ultime 20 posizioni dei tre indici, invece, sono popolate da territori del Mezzogiorno, con rare eccezioni: cinque province toscane tra le ultime per qualità della vita degli anziani (penalizzate, tra le altre cose, dal consumo record di antidepressivi e dalla bassa spesa per l’assistenza domiciliare); Verbano Cusio Ossola al 102esimo posto, sempre per gli over 65; Roma quartultima nell’indice dei giovani. Anche altre grandi città stupiscono per la performance negativa nei confronti degli under 35. Tra le ultime 30 classificate ci sono nove città metropolitane: tra le altre Napoli (105esima), Palermo (101esima), Bari (88esima), Torino (83esima) e Milano (79esima). Pesano i canoni d’affitto inaccessibili, contro cui si è accesa anche l’ultima protesta universitaria: l’incidenza sul reddito medio dichiarato è cresciuta del 16% nell’ultimo anno”.