Vinchiana, una raccolta firme per dire no alla vendita all’asta della ex scuola elementare

Nicola Marcucci è il promotore: “Prendiamo come esempio la scuola del Piaggione, non vendiamo un bene pubblico che è merce rara nelle frazioni distanti dal centro”
L’amministrazione comunale ha deciso di vendere all’asta la ex scuola elementare di Vinchiana, la decisione però ha sollevato gli animi di alcuni abitanti della zona. Ci sono infatti luoghi che, nonostante il tempo passato, rimangono nei nostri cuori. Questo perché vengono associati a dei bei momenti della nostra vita, in particolar modo quelli infantili e della giovinezza, quando tutto il nostro mondo era più semplice e si viveva per le belle giornate di sole e per i giochi con gli amici.
Un esempio di questo genere è appunto la scuola elementare di Vinchiana, luogo diventato negli anni simbolo della giovinezza per molte persone della brancoleria. La scuola di Vinchiana nonostante rimanga saldamente abbracciata a quello sparuto numero di case, è un luogo che abbraccia tutti e sette i paesini limitrofi che formano il territorio di Brancoli, da dove provenivano tutti i bambini. Un luogo che è stato testimone degli anni più belli della stragrande maggioranza degli abitanti della zona.
Non si sa di preciso cosa avranno pensato i cittadini di Vinchiana quando hanno letto che l’amministrazione comunale aveva intenzione di alienare all’asta la loro scuola elementare. Si sa però cosa ha pensato e fatto Nicola Marcucci, abitante di Vinchiana. Lui è stato uno degli ultimi studenti ad aver frequentato quella scuola e non ci sta a vederla vendere all’asta, perché si tratta di uno spazio pubblico e nelle frazioni lontano dalla città, si sa bene che sono merce rara. Poi abitando a Vinchiana sa bene che cosa pensano i suoi compaesani: la scuola avrebbero voluto salvarla e non vederla vendere al miglior offerente. Per questo Nicola ha iniziato una raccolta firme tra tutti i cittadini delle frazioni limitrofe per salvare la scuola elementare e convincere l’amministrazione comunale a tornare sui proprio passi.
“Questa scuola è una delle poche strutture pubbliche che si trova sul territorio di Brancoli – spiega Nicola Marcucci -. Ma per delle realtà come i paesi della brancoleria, formate da piccole comunità, certi luoghi, nonostante siano stati pagati con i soldi di tutti, si sentono come propri. Questo perché vengono assiduamente frequentate da tutta la comunità, questa scuola è stata la scuola elementare per molti giovani di Vichiana e dei paesi limitrofi. Era anche un luogo di ritrovo per i ragazzi che giocavano a calcio nel campino adiacente, è stato un luogo nevralgico della giovinezza. Proprio per questo appena ho letto l’intenzione dell’amministrazione di venderlo all’asta ho pensato di fare qualcosa e ho messo su una raccolta firme”.
La scuola elementare di Vinchiana è stata chiusa 30 anni fa e quando venne chiusa, si trovava comunque in buone condizioni architettoniche. Poi nel 2000 arrivarono l’alluvione e la frana, la scuola si trovava proprio dalla parte in cui il monte venne giù.
“Ad oggi però su quel lato di monte sono state fatte delle opere per la messa in sicurezza, opere che sono costate un milione di euro – spiega Marcucci -. Negli anni successivi qualche realtà del territorio ha provato a farne richiesta, dei comitati locali in particolar modo, ma gli uffici tecnici del Comune, che sono molto ligi avrebbero dovuto mettere a norma la struttura, prima di affidarla. Capisco che per l’amministrazione possa essere una spesa sulle loro spalle, ma si tratta di una struttura paesana che non fa soltanto parte di quel piccolo nucleo di case di Vinchiana, ma abbraccia tutto il territorio della brancoleria, se venisse venduta questa scuola non esisterebbe più un luogo pubblico sul territorio della brancoleria”.
“In questi spazi potrebbe ad esempio potrebbe trovare alloggio la protezione civile – aggiunge Nicola -, visto che siamo in tema di disastri idrogeologici dopo quello che è capitato in Romagna e questa è una zona caratterizzata da alta franosità. Potrebbe essere fatta al suo interno una clinica per i prelievi sanitari, potrebbero trovare spazio delle associazioni sportive. Sono stato contattato da alcune realtà sportive molto interessate, che mi hanno anche lasciato le loro firme in sostegno. Io capisco che se la pubblica amministrazione dovesse venire incontro tutte le esigenze dei cittadini, andrebbe in fallimento. In queste nostre zone, un po’ distaccate dal centro, le persone devono rimboccarsi le maniche e investire loro stessi nella nostra zona. Allora dico bene, abbiamo questa struttura, la pubblica amministazione avrebbe potuto essere recuperarla magari con i fondi del Pnrr, poi a quel punto qualche associazione potrebbe pensare alla manutenzione. L’importante è avere un luogo dove potersi ritrovare. In molti alla prima raccolta firme mi chiedevano se la scuola potesse diventare un luogo per fare delle feste di compleanno per i bambini, luogo di culto per diverse religioni”.
Manca di agibilità, perché la zona su cui insiste la scuola è considerata zona a rischio per alta pericolosità, nonostante siano stati investiti dei soldi nel 2001-2002 per opere di manutenzione, drenaggio, sagomatura ecc.
“Secondo me è tutta una questione di dialogo tra la comunità e la pubblica amministrazione – dice Marcucci -, noi facciamo questo, voi fate questo. Purtroppo noi nella zona non abbiamo un vero e proprio comitato che ci rappresenti. Io nell’occasione di tentare di salvare questa scuola, sto cercando di mettere insieme un comitato di Brancoli, un comitato unico che possa rappresentare i sette paesi. Essendo una piccola comunità la nostra, non c’è bisogno di singoli comitati, in singoli paesini, ce ne vuole uno che li comprenda tutti, in questo modo si può avere un peso politico diverso. Con un comitato unico questi sette paesi possono entrare in sinergia. Esistono delle realtà, il Comitato della linea gotica fa un gran lavoro, fanno iniziative, mandano avanti un museo, ce ne sono anche altri. Se si ha un comitato unico che possa gestire tutte queste sette realtà e valorizzare le unicità che rappresentano, a quel punto si può pensare di fare qualcosa di concreto: trovare finanziatori, trovare finanziamenti, trovare lavoro alle persone che abitano e Brancoli può rifiorire. Questo magari è un risultato a cui si potrà arrivare tra qualche anno, ma ad oggi salviamo questa scuola, cerchiamo di unire le persone e concentrarci su questa cosa. Queste firme che raccolgo non le uso io, Nicola Marcucci, ma ho intenzione di darle ad un comitato e spero che da questa esperienza possa nascere finalmente un comitato che abbracci tutto il territorio della brancoleria”.
Per adesso Nicola Marcucci, percorrendo alcuni dei paesini, è riuscito a raccogliere 47 firme. Non si tratta di un numero alto, ma considerando la densità abitativa dei luoghi è una buona base di partenza.
“Queste 47 firme le ho raccolte soltanto a Vinchiana, ma ho intenzione di proseguire. Sabato sarò a San Giusto, il prossimo sarò a piazza di Brancoli. Sono stato contattato dall’ospedale che mi hanno detto che se avessimo intenzione di fare nella scuola un piccolo centro sanitario, sarebbero pronti a firmare. Il Piaggione è una frazione che potremmo prendere come esempio – spiega Marcucci – La scuola del Piaggione è diventata un centro di comunità e con un piccolo ambulatorio per le visite mediche e sta funzionando molto bene, è diventato il ritrovo di tutto il paesino. Lì funziona e questa idea potrebbe funzionare anche a Vinchiana. In conclusione, io chiedo all’amministrazione comunale un ripensamento sulla vendita della scuola elementare di Vinchiana, di aprire un tavolo di confronto tra cittadini e pubblica amministrazione per il recupero di questa struttura per un uso sociale”.