Pronto soccorso, Di Vito: “Il prefabbricato? Creerà solo disagio a operatori e pazienti”

Il consigliere con delega alla sanità ‘stronca’ quanto annunciato a seguito della conferenza zonale integrata dai sindaci della Asl Toscana nord ovest
“I posti letto in più al pronto soccorso annunciati dall’Azienda sanitaria? Non sono compatibili con le esigenze dell’ospedale. Il prefabbricato? Creerà solo disagio organizzativo per gli operatori sanitari, per pazienti e familiari”. Così il consigliere con delega alla sanità Alessandro Di Vito ‘stronca’ quanto annunciato a seguito della conferenza zonale integrata dai sindaci della Asl Toscana nord ovest.
“Riguardo alle recenti novità sulla sanità della Conferenza zonale dei sindaci, una serie di riflessioni dovranno essere portate avanti in quanto ritengo importante intraprendere un percorso dialettico anche con i cittadini, in modo da far comprendere meglio la materia, che spesso presenta risvolti differenti da come viene mostrata – spiega Di Vito -. Sarebbe bene lavorare su documenti programmatici e non sulle diapositive, che sono sempre state la base di presentazione dei dati o dei progetti da parte dell’Azienda sanitaria. Il gestore della sanità deve infatti ancora imparare ad interfacciarsi correttamente con chi vuole un confronto alla pari, perché solo in questo modo si può tentare di costruire insieme un futuro nell’interesse dei cittadini. Riguardo ai previsti 15 posti a disposizione del pronto soccorso, ci risulta che 9 verranno ricavati dal posizionamento di un fabbricato (130 metri quadrati?) all’esterno del pronto soccorso e collegato allo stesso da un tunnel di circa 20 metri; 6 posti letto invece sono stati identificati in aggiunta ai setting di cure della Medicina (chiamati “admission room”)”.
“Tutto questo ci viene somministrato come fattibile e prossimo alla realizzazione, ma pochi giorni dopo la presentazione si è appreso che saranno due i posti letto dell’admission room, con sacrificio di una stanza dedicata all’ecografia cardiologica svolta da un collega della medicina a supporto del reparto. Tutto parte dal ‘peccato originale’, ovvero dal fatto che l’ospedale San Luca è nato con 70 posti letto in meno rispetto a quelli promessi e sottoscritti sulla carta e questo è un dato di fatto a cui nessuno potrà mai replicare – prosegue Di Vito -. Gli attuali 340 posti letto sono il massimo, per cui non se ne possono aggiungere altri. Se si vuole che il San Luca funzioni a pieno regime – annullando le criticità esistenti, in modo che il personale ritorni ad un attività lavorativa compatibile con i ritmi di vita e di famiglia – questi 70 letti devono essere attivati al Campo di Marte, letti ospedalieri non di cure intermedie. Questo dovrebbe essere il tema centrale da discutere tra organo politico e gestore della sanità perché questo è il tema ‘critico’ che dal 2014 ad oggi è stato tenuto nascosto, mentre i pazienti hanno continuato ad attendere il ricovero su di una barella”.
“Dall’altro lato, pensare che un ospedale aperto nel 2014 abbia necessità, in epoca non pandemica, di un prefabbricato ci lascia molto perplessi, soprattutto sapere che 9 pazienti dovranno restare in una barella o letto – in inverno e in estate, per un tempo indeterminato – in questo contesto ci lascia basiti – va avanti Di Vito -. Se poi andiamo ad analizzare lo spazio a disposizione del pronto soccorso di Lucca (1984 metri quadrati) rispetto a Massa (1645), Pontedera (1726), Viareggio (2030) e Livorno (1984), possiamo ben comprendere che alla fine 130 metri quadrati di prefabbricato creeranno solo disagio organizzativo per gli operatori sanitari, per pazienti e familiari. Infine uno studio attento della logistica del pronto soccorso porta anche a rilevare che 8 dei 9 posti letto del prefabbricato ci sarebbero già nella piena disponibilità dell’azienda in quanto l’area ‘osservazione breve intensiva’ ha 20 posti letto, di cui 12 dovrebbero essere sufficienti e in linea con gli altri pronto soccorso per l’osservazione breve intensiva, mentre i rimanenti 8 potrebbero essere benissimo messi a disposizione per l’admission room”.
“Questa riflessione dovrà essere presa in considerazione nella Conferenza dei sindaci, perché – nel bene e nel male – essa ha l’onere di fornire all’azienda sanitaria, gestore della sanità, linee di indirizzo e verificarne nonché controllare la loro attuazione – conclude Di Vito -. L’Azienda sanitaria è pur sempre libera di agire in modo indipendente e se ne assumerà tutta la responsabilità: con i cittadini si deve solo imparare a colloquiare, in modo da far comprendere che la realtà – pur avendo diverse sfaccettature – deve alla fine portare a delle progettualità nel loro interesse. Il compito affidato al sottoscritto è quello di studio e ricerca, nonché di avanzare proposte costruttive e preferibilmente con scarso consumo di risorse al sindaco Pardini, perché possa avanzare proposte per riportare il servizio del pronto soccorso alla massima efficienza logistica e organizzativa, nel rispetto delle ottime professionalità che ha al suo interno”.