Celebrato il solenne pontificale di San Paolino. Sulle mura la ‘gazzarra’ ha ricordato il miracolo

12 luglio 2023 | 14:42
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La consegna dell’olio quest’anno è toccata al Comune di Coreglia, con il sindaco Marco Remaschi

Proseguono le celebrazioni di San Paolino e si entra nel vivo degli eventi dedicati al patrono della città.

Si è svolto questa mattina il solenne pontificale nella basilica di San Paolino. In un chiesa gremita di personalità politiche e istituzionali, stamani (12 luglio), il vescovo di Lucca, monsignor Paolo Giulietti ha ricevuto il cero votivo, offerto dal sindaco di Lucca Mario Pardini e l’olio per la lampada che brucerà per tutto l’anno in onore del santo Paolino. A consegnarlo durante le celebrazioni quest’anno è stato il sindaco del comune di Coreglia Antelminelli, Marco Remaschi.

Presenti anche i sindaci degli altri Comuni della provincia con i loro labari, il presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, il questore Dario Sallustio, il prefetto Francesco Esposito e il procuratore capo Domenico Manzione. Monsignor Giulietti, durante la messa in onore di San Paolino ha ricordato dell’importanza da parte delle intere comunità nel farsi carico della crescita cristiana delle nuove generazioni.

Nell’omelia, Giulietti ha ricordato l’importanza del fare memoria dei padri fondatori, nella Chiesa come nella società: “Oggi siamo invitati a fare memoria di un Santo, Paolino, fondatore di una Chiesa, quella di Lucca. Ma in questi giorni ci sono anche altri anniversari fondativi: tra pochi giorni si celebrerà a Camaldoli l’80° anniversario del Codice di Camaldoli, questo documento, elaborato nel 1943, ha costituito una base importante per la fondazione della Repubblica Italiana e della sua Carta Costituzionale. In questi giorni in tanti paesi del nostro territorio si ricordano i martiri della Resistenza, le tante persone, i sacerdoti, religiosi, laici che hanno pagato con la vita la loro opposizione alla tirannia e il loro desiderio di una società diversa – poi ha aggiunto -. Tutti fondatori danno la vita, tutti i fondatori sono in un certo senso martiri, testimoni con il proprio sangue e il proprio impegno di un ideale che intendono consegnare agli altri. E tutti i fondatori hanno dato luogo a realtà che rimangono. Noi chiamiamo queste realtà istituzioni, cioè comunità che si perpetuano nel tempo, grazie a vincoli e strutture stabili che manifestano, traducono, quegli ideali e quella passione che hanno generato le comunità”.

Monsignor Giulietti, guardando soprattutto alle nuove generazioni, ha poi invitato tutti a riflettere su un punto: “Ora non ci sfugge che nelle circostanze attuali tutti noi che celebriamo i nostri fondatori, siamo chiamati non più a un’opera di manutenzione, nemmeno straordinaria di quello che il passato ci ha consegnato, ma siamo chiamati a un’opera di rifondazione. Perché le ideologie, le tecnologie, l’evoluzione culturale, spesso minano alla base quegli ideali che costituiscono il fondamento delle istituzioni ci tengono insieme, sia come Chiesa sia come società”.

Non a caso, durante l’omelia ha annunciato, come poi è avvenuto alla fine della messa, la consegna ai rappresentanti delle Comunità parrocchiali di tutta la diocesi del progetto “Otri nuovi”, una proposta pastorale dedicata alla fascia di età 0-30 anni che solleciterà l’intera comunità a farsi carico della crescita cristiana delle nuove generazioni: “La consegna di questo progetto è fatta oggi – ha spiegato Giulietti – perché celebrando un fondatore, San Paolino, anche noi ci sentiamo richiamati a rifondare in questo scorcio di inizio di ventunesimo secolo e del secondo millennio, la nostra Chiesa, riconsegnando ai giovani la nostra passione, quegli ideali e quella forza di comunione che San Paolino ha saputo testimoniare insieme coi suoi compagni alla gente di Lucca e attirandola a Cristo e alla Chiesa”.

Poi rivolgendosi anche alle autorità civili presenti ha chiosato: “Oggi quindi preghiamo per la nostra Chiesa perché tutti, nessuno escluso, smettano di dire che dei giovani si occuperà qualcun altro. E preghiamo perché anche nella società davvero si facciano investimenti importanti, ciascuno nel posto in cui è stato chiamato, perché i giovani sentano che questo paese è per loro e per questo è giusto e bello che loro ne siano partecipi“.

Alle 12,30 i cannoni hanno rimbombato sul baluardo San Paolino sulle mura urbane, per “la gazzarra” organizzata dall’associazione Hstorica Lucense. Prima di caricare a salve i cannoni, Edoardo Puccetti dell’Antica Zecca di Lucca, ha consegnato ai ‘bombardieri’ dell’associazione una moneta dedicata al santo. Dopo la consegna i cannoni hanno sparato i colpi a salve, alla presenza del sindaco di Lucca Mario Pardini e a molti, tra turisti e curiosi, che non hanno voluto perdere la scena.

La ‘gazzarra’ ricorda il miracolo di San Paolino: nell’anno 1664, il giorno delle celebrazioni del santo patrono di Lucca si facevano sparare cannoni per i festeggiamenti, ma quel giorno, i cannoni non furono caricati a salve, come previsto ed erano puntati sulla folla. Solo l’intervento miracoloso del santo fece sì che la folla assiepata sotto le mura si salvasse.