Lucca capitale italiana della cultura 2026, il dossier sarà redatto da Fondazione Promo PA
Illustrate le tappe del percorso che porterà Lucca a presentare il progetto culturale. Il 20 la mattinata di coprogettazione
Lucca capitale italiana della cultura 2026, procede la macchina organizzativa per inviare il dossier entro il 27 settembre.
L’incarico di coordinare e redigere il progetto – da 48mila euro – è stato affidato alla Fondazione Promo Pa, “eccellenza del territorio”, come sottolineato dal sindaco Mario Pardini, che in questi anni ha curato ben quattro candidature, compresa quella di Parma, che nel 2020 ha ottenuto l’ambito titolo. La road map è ben delineata: attualmente sono in corso le interlocuzioni con le realtà culturali, della città ma anche della provincia, che porteranno prima a una definizione dell’esistente, poi a una proposta per il futuro, che sarà ‘confezionata’ da Fondazione Promo Pa, nel dossier che conterrà concept, programma, comunicazione e promozione, governance e budget, monitoraggio e valutazione. Il 26 luglio è prevista quindi la prima riunione del costituendo comitato per Lucca 2026.
“Candidare Lucca a capitale italiana della cultura era un obiettivo importante che ci eravamo dati già in campagna elettorale – ha detto il sindaco Mario Pardini -. Il 2026 è un anno importante per la città: la Turandot compie cento anni mentre Lucca Comics festeggia il suo sessantesimo anniversario. Sappiamo che è una sfida che non sarà facile: per questo ci siamo affidati a un’eccellenza del territorio, la Fondazione Promo Pa, che nel loro storico vantano già di numerosi traguardi. Ma il dossier, e il lavoro che porterà alla sua redazione, sarà solo un punto di partenza: ciò che conta per noi è fare rete con tutta la provincia, dal mare ai monti, per far sì che, anche se non dovessimo ottenere il titolo nel 2026, i frutti di questa collaborazione si vedano fino al 2032″.
Smentite le voci di possibili scricchiolii tra i sindaci – perlomeno tra quelli presenti all’interno del comitato pucciniano -, per il primo cittadino i rapporti con tutto il territorio sono solidi, e non ci sono ‘amarezze’ nemmeno per le altre tre candidature toscane (Massa e le Unioni dei Comuni Valdichiana Senese e della Valtiberina). Di qui la chiamata “alle arti” partita da palazzo Orsetti in questi giorni e rivolta, fra gli altri, ai principali enti pubblici, fondazioni bancarie, associazioni di categoria, soggetti che si occupano di alta formazione, musei e biblioteche e le maggiori aziende partecipate che si dedicano alla cultura.
“A questa amministrazione piace mettersi alla prova – hanno aggiunto gli assessori Remo Santini e Mia Pisano -: è questo il cambio di passo che abbiamo a più riprese sottolineato: guardare oltre i confini con visione, ambizione, entusiasmo e coraggio. Solo così, il lavoro che verrà fatto oggi, servirà in futuro per delineare una progettualità in grado di elevare Lucca a livello internazionale”.
Dopo una serie di call e incontri con i principali stakeholders del territorio (tuttora in corso), il 20 luglio si svolgerà una mattinata di coprogettazione, alla quale sono invitati in via prioritaria tutti i soggetti che sono rientrati nella programmazione di Vivi Lucca, gli aderenti a Lucca Learning City, nonché quei soggetti di riconosciuta rilevanza nazionale e internazionale. I partecipanti saranno divisi in quattro gruppi di lavoro tematici e la mattinata di confronto avrà l’obiettivo di fare emergere fabbisogni e visioni rispetto al percorso progettuale da mettere in campo. Sarà quindi redatta una macrostruttura del dossier mentre il 26 luglio è prevista la prima riunione del costituendo comitato per Lucca 2026. L’estate sarà dunque dedicata ad un lavoro di definizione e condivisione, scrittura della proposta. È questa la road map presentata dal presidente di Promo Pa Gaetano Scognamiglio e dalla vicepresidente Francesca Velani.
“È un onore e un’emozione mettersi a disposizione della città, una sfida molto importante che dovrà fare i conti con luoghi che hanno altrettante potenzialità: il dossier porterà Lucca ad allinearsi ai grandi obiettivi inseriti nell’Agenda 2030, e a guardare a quell’economia ricreativa che l’Europa richiede ai territori – spiegano -. Per questo dopo una prima ricognizione dei fabbisogni delle nostre realtà dovremmo fare un salto e programmare e costruire un metodo dialogico, in grado di essere poi un riferimento per Lucca e per le altre città, un vero e proprio modello di governance”.
Redatto e spedito il dossier, la parola passerà al ministero. In tutto sono 26 le città che hanno presentato la manifestazione di interesse alla candidatura. I 10 progetti finalisti saranno selezionati entro il 15 dicembre di quest’anno e verranno discussi nelle audizioni pubbliche entro il 14 marzo del 2024: il 29 marzo sarà dato l’annuncio della città vincitrice, a cui sarà assegnato il titolo di Capitale italiana della cultura 2026 con apposita delibera del consiglio dei ministri.