Pasta, Lucca è tra le città meno care d’Italia

Terzo posto per il prezzo al chilo. Costo più elevato di tutti a Pescara
Pasta, Lucca tra le città virtuose. Pescara è la città italiana che vanta il prezzo più alto della pasta. Cosenza è la più economica mentre a Siena si registra l’incremento annuo più pesante. E solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni e penne risultano oggi inferiori ai 2 euro al chilo.
I dati vengono forniti da Assoutenti, che ha stilato la mappa ufficiale del caro-pasta in Italia e ha deciso di coinvolgere Mister Prezzi affinché faccia chiarezza sull’andamento dei listini di tale prodotto immancabile sulle tavole degli italiani. A Pescara la pasta costa quasi il doppio rispetto a Cosenza: lo rileva quindi Assoutenti nella classifica sul caro-pasta. Prezzi in euro al chilo. Le città più care: al primo posto Pescara 2,50, al secondo posto Cagliari 2,37. Seguono al terzo posto Genova 2,37 e Macerata 2,37. E poi di seguito: Venezia 2,35, Ravenna 2,31, Forlì 2,3, Modena 2,30, Pordenone 2,30, Ancona 2,29, Vercelli 2,29, Aosta 2,28, Vicenza 2,28, Cuneo 2,27, Belluno 2,26, Padova 2,26, Roma 2,25, Trieste 2,25.
Le città meno care sono guidate da Parma 1,95, al primo posto, Napoli 1,85, al secondo posto e al terzo c’è Lucca 1,85. Seguono Reggio Calabria 1,75, Messina 1,61, Bari 1,59, Avellino 1,59, Siracusa 1,54, Catanzaro 1,53, Palermo 1,49, Benevento 1,48, Cosenza 1,47.
“La pasta è uno dei beni più amati dagli italiani, con un consumo pari a circa 23 chili pro capite in un anno, ed è evidente che listini così elevati incidono sulle tasche dei consumatori – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi –. Se lo scorso anno l’inizio del conflitto in Ucraina aveva provocato una tsunami sui mercati delle materie prime come grano, frumento, mais, ecc., oggi la situazione appare diversa, con le quotazioni che, secondo Coldiretti, sono calate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022. Va poi considerato che i prezzi del grano sono omogenei su tutto il territorio nazionale e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo: non si capisce quindi la ragione di differenze dei listini al dettaglio della pasta così elevate tra le varie province. Per tale ragione abbiamo deciso di inviare il nostro dossier a Mister Prezzi e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, affinché accertino se sulla pasta siano in corso speculazioni o anomalie atte ad alterarne i prezzi al dettaglio”, conclude Truzzi. Vedremo in futuro cosa succederà sul caro prezzi in generale.