Movida, Vcs: “Nessun tavolo permanente farà magie. Serve aprire locali fuori dal centro”

Il comitato: “Il Comune dovrebbe prendere in considerazione l’esperienza di Pistoia”
“Il tavolo permanente sulla movida? Non porterà a niente”. Così Vivere il centro storico dopo il primo incontro di quello che vuole essere un confronto a lungo termine tra associazioni e residenti.
“Parlare dei problemi della città è sempre cosa buona giusta – fanno sapere dal comitato -. Organizzare un tavolo a cui partecipano l’amministrazione comunale, gli esercenti i locali pubblici e i residenti è una iniziativa lodevole che però sappiamo benissimo non porterà a niente. Basta vedere quello che è successo nei centri storici di città a noi vicine come ad esempio Pistoia. Con il comitato residenti Pistoiaalcentro abbiamo un rapporto continuativo da circa 10 anni, in quanto entrambi facciamo parte del coordinamento regionale dei comitati e ci scambiamo le nostre esperienze. Sappiamo benissimo che a Pistoia ci sono stati tavoli di confronto (ad onor del vero con la precedente amministrazione di sinistra) che però non hanno portato a niente. D’altra parte si può discutere quanto si vuole, ma siccome è impossibile fare una magia che annulli il rumore prodotto a notte fonda da decine o centinaia di persone che stazionano sotto le finestre, il problema non si risolverà di certo con un paio di riunioni nelle sale comunali”.
“A dire il vero, ci dicono che la situazione a Pistoia negli ultimi tempi è leggermente migliorata – prosegue il comitato -. Il miglioramento è dovuto al fatto che l’affollamento nel centro è diminuito in quanto hanno aperto alcuni nuovi locali in zone che non sono centrali e che sono distanti dalle abitazioni: piazza della Resistenza alla Vecchia Fortezza Medicea, piazza Monte Oliveto e alcuni disco pub nella zona industriale. Tra l’ altro queste zone, un po’ defilate rispetto al centro abitato, venivano usate per attività sociali e ricreative già nel dopoguerra, forse perché allora si aveva un idea un po’ più rispettosa delle leggi e del vivere civile”.
“Lo stesso accadeva a Lucca negli anni Sessanta quando sul fiume c’era un locale che si chiamava il Tiglio e rappresentava un punto di incontro per i giovani di allora (vi si esibì perfino Claudio Villa che a quel tempo era una vera e propria star nazionale). Quel locale era sul fiume e il rumore prodotto non disturbava nessuno – concludono -. Negli anni Novanta, sempre sul Serchio, aprì un locale che restava aperto fino a notte fonda e che diventò subito di moda. A Pistoia i nuovi locali nei parchi hanno successo, così come lo hanno le ‘Baracchine’ sul lungomare dell’Ardenza di Livorno e non disturbano nessuno. Perché non prendere in considerazione queste esperienze invece di perdere tempo a cercare ‘incantesimi’ che si possono trovare soltanto nel mondo delle favole?”.