Piano operativo, Cecchini fissa la road map: “L’iter non è fermo: ora verifiche sulle modifiche, poi l’approvazione”

Il consigliere delegato: “Evidenti errori nel quadro conoscitivo dello strumento adottato dalla passata amministrazione”
I “limiti operativi del piano, adottato dal consiglio comunale alla fine del precedente mandato amministrativo, sono evidenti a tutti”. Lo dice Elvio Cecchini, consigliere delegato al piano operativo, che ha illustrato la road map della revisione dello strumento urbanistico adottato, in una riunione con i capigruppo di tutta la maggioranza. Uno strumento che, ribadisce Cecchini, verrà approvato con tutte le “modifiche possibili”, sulla base delle osservazioni pervenute e tenuto conto che – sostiene -, ci sarebbero “evidenti errori nel quadro conoscitivo” del piano stesso. Al momento l’iter è alla verifica di tutti questi correttivi, poi – annuncia Cecchini – la discussione approderà in commissione, come da tempo chiede l’ex assessora all’urbanistica Serena Mammini.
E’ respingendo le sue accuse di immobilismo su questo fronte che Cecchini aggiorna sullo stato dell’arte della revisione.
“I limiti operativi del piano operativo, adottato dal consiglio comunale alla fine del precedente mandato amministrativo, sono evidenti a tutti i cittadini che per ragioni professionali o imprenditoriali hanno cercato – ribadisce Cecchini – di districarsi tra gli articoli e i commi del testo adottato per poter comprendere i margini di azione e tentare di valutare la fattibilità tecnica ed economica delle opere necessarie per adeguare gli edifici esistenti alle normative e alle esigenze della vita contemporanea”.
“Per questo motivo in una prima fase è stata ipotizzata la sua completa riscrittura – ricorda, ma i vincoli imposti dal piano strutturale al quale è subordinato, nonché il termine di scadenza per il completamento della procedura, hanno determinato la scelta di approvare il piano operativo adottato con tutte le correzioni possibili, correlate alle osservazioni protocollate, e avviare subito dopo una nuova fase di studio e riscrittura di una variante che congiuntamente apportasse le modifiche necessarie anche al piano strutturale”.
“In sostanza – sostiene Cecchini – la passata amministrazione ha posto le regole di cornice, approvando il piano strutturale per ora non modificabile, e ha adottato le regole di dettaglio previste nel piano operativo, ma ci ha lasciato la pesante eredità di approvarle, che ci piacessero o meno. E di approvarle dentro la cornice da loro imposta. Consapevole della difficoltà di piegare il piano operativo adottato ai requisiti di fattibilità ed efficacia, che non erano stati considerati nel processo progettuale compiuto, nel settembre scorso avevo richiesto, vista l’importanza e la complessità della materia, che fosse istituito un ufficio di piano interamente dedicato all’esame delle osservazioni e successivamente al monitoraggio e alla predisposizione della variante al piano strutturale e al piano operativo nel frattempo approvato. Ovviamente né io né altri della mia lista civica abbiamo mai parlato di ‘irregolarità tecniche’ (come l’ex assessore asserisce), ma di evidenti errori presenti nel quadro conoscitivo del piano, che limitano spesso senza ragione le possibilità di trasformare gli edifici, imponendo il restauro o la ristrutturazione conservativa su edifici che hanno perso o non hanno mai avuto caratteristiche storico testimoniali da preservare. Tali errori compaiono anche nel quadro propositivo, che prevede limiti d’intervento su capannoni o fabbricati di recente costruzione solo perché collocati in contesti storici, laddove è evidente che un capannone moderno non ha i requisiti di un edificio da conservare”.
Inoltre, si aggiunge il capitolo delle aree dismesse. “C’è inoltre – prosegue Cecchini – il grosso problema della normativa specifica sulle aree dismesse, che impone di cedere al Comune gratuitamente una parte considerevole di superficie fondiaria per realizzare verde pubblico e parcheggi supplementari a spese degli investitori, in aggiunta agli standard urbanistici previsti dalla normativa nazionale. Nessuno probabilmente nei dieci anni trascorsi ha mai considerato se queste norme avrebbero reso economicamente possibili gli interventi sulle aree dismesse. Rilevo tuttavia che, inspiegabilmente, sono stati previsti nuovi impieghi di suolo vergine inedificato, anche se in piccola quantità ma significativi, contraddicendo le ragioni che giustificano il loro utilizzo: la necessità e la mancanza di alternative possibili”.
Partendo da queste considerazioni, il percorso del piano va avanti con le modifiche ritenute opportune, spiega ancora il consigliere delegato: “L’iter di approvazione del piano operativo non è affatto bloccato dalla politica e tantomeno dal ‘non saper dove mettere le mani’, ma la sua revisione è subordinata ai tempi necessari per verificare che le modifiche introdotte, a seguito dell’esame delle osservazioni, siano sinergiche e coerenti con vincoli previsti dal piano strutturale, compatibilmente con le risorse professionali disponibili nell’ufficio. La discussione in commissione urbanistica delle contro deduzioni alle osservazioni, che i tecnici dell’ufficio di piano stanno completando, sarà possibile, come è stato più volte detto, solo quando sarà completato l’esame complessivo degli oltre 1507 quesiti contenuti nelle 891 osservazioni protocollate entro i termini, insieme alle decine di osservazioni protocollate fuori termine”.
“I tempi per svolgere questo imponente lavoro – spiega Cecchini – sono conseguenti alla complessità degli strumenti ideati e predisposti dalla precedente amministrazione e dalla Regione. Non si tratta, quindi di ‘convocare una commissione che avesse per oggetto il piano regolatore della città’, perché non stiamo riscrivendo il piano in questa fase, stiamo soltanto apportando le modifiche possibili in funzione delle osservazioni pervenute, che non devono essere in contrasto con le normative vincolanti del piano strutturale. Appena gli uffici avranno completato le contro deduzioni sulla base dei criteri politici che sono stati delineati da questa amministrazione, verrà convocata la commissione urbanistica per valutare, discutere e votare la loro ammissibilità e a seguire verrà espletato il complesso iter della procedura della legge regionale entro il termine previsto. Deve essere chiaro a tutti, tuttavia, che stiamo emendando norme che ragionevolmente non sarebbero state scritte, se l’amministrazione precedente nel corso dei dieci anni di ideazione avesse tenuto conto della reale fattibilità economica e della loro efficacia per il processo di trasformazione e recupero qualitativo del sistema edilizio territoriale che si è inteso avviare. In pratica non sarebbe stato necessario, emendare certe norme, se qualcuno si fosse reso conto per tempo che semplicemente non andavano scritte in quella forma e con quei contenuti”.