Via alla visita pastorale, il vescovo: “Servirà per capire come sarà la chiesa del domani”



Giulietti arriverà nelle 35 comunità parrocchiali del territorio per un impegno che durerà per i prossimi tre anni
Con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo, Paolo Giulietti, venerdì (6 ottobre) nella cattedrale di San ;artino a Lucca, alle 18.30, prenderanno il via le visite pastorali su tutto il territorio diocesano. Un impegno che coinvolgerà il vescovo di Lucca nei prossimi tre anni, in cui visiterà tutte le 33 comunità parrocchiali e le 2 Chiese-nella-città di Lucca e Viareggio, articolazioni territoriali volute dal Sinodo negli anni ’90 e concretamente attuate nell’Arcidiocesi di Lucca dal 2020.
Alla solenne messa in Cattedrale sono convocate le rappresentanze di tutte le Comunità parrocchiali, clero e laici, e tutti i fedeli che desiderano partecipare a questo momento inaugurale. La celebrazione coinciderà anche con l’inizio della prima tappa della Visita pastorale che dal 6 ottobre al 26 ottobre interesserà la città di Lucca. A seguire toccherà a Viareggio e poi, da febbraio 2024, la Visita si sposterà nella Valle del Serchio. Per i dettagli, consultare il sito della diocesi di Lucca.




Stamani (4 settembre), nei locali della diocesi, si è tenuta la presentazione della visita pastorale, alla presenza dell’arcivescovo Paolo Giulietti e del vicedirettore don Samuele Del Dotto.
“La visita pastorale è un programma di incontri che per tre anni mi porterà a visitare tutte le comunità parrocchiali della diocesi – dichiara il vescovo Paolo Giulietti -. Un serie di incontri che coinvolgeranno ovviamente sacerdoti, operatori pastorali e religiosi, ma anche tutta la comunità cristiana, nelle celebrazioni nelle udienza nelle visite ai luoghi della vita e del lavoro. E’ un grande incontro. E’ un’istituzione antica, consacrata nel Concilio di Trento, ma che ha la sua attualità, nel momento in cui guardiamo in avanti sollecitati da Papa Francesco a pensare ad una Chiesa diversa. La visita pastorale è un momento per fare questo lavoro insieme – conclude Giulietti -. Allora direi che l’esito migliore e auspicabile di questa visita sarà la fantasia di pensare alla Chiesa del domani”.
Non si tratterà quindi di una visita di cortesia, ma il centro degli incontri sarà la conversione missionaria delle nostre realtà parrocchiali, che nel tempo hanno vissuto all’insegno del conservatorismo. Oggi, come ha ricordato più volte Papa Francesco, si dovrà riscoprire un nuovo tipo di Chiesa. Le visite pastorali offrono inoltre una fotografia dell’intera diocesi, che conta 362 parrocchie, racchiuse in 33 comunità parrocchiali storicamente intese.
Cos’è una visita pastorale
Il direttorio pastorale dei vescovi spiega che “la Visita pastorale è una delle forme con le quali il vescovo mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio per conoscerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, per vedere con i propri occhi, nella loro concreta efficienza, le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale”. In sostanza la Visita farà una fotografia della situazione ecclesiale, fornendo un quadro d’insieme: sia da un punto di vista pastorale sulla vita cristiana delle comunità sia da un punto di vista amministrativo per ciò che riguarda il patrimonio.
Finalità di questa visita pastorale
Come indicato nella lettera di indizione, non ci si fermerà alla sola conoscenza, ma si andrà verso progetti e cambiamenti difficilmente attuabili senza la chiarezza di un quadro d’insieme. Nel quadro della riforma avviata dal Sinodo degli anni ’90, la visita di monsignor Giulietti individuerà il grado di integrazione pastorale nelle singole Comunità parrocchiali, anche in vista di una migliore distribuzione del clero e di un diverso assetto degli Enti ecclesiastici. Promuoverà soprattutto la scelta missionaria, che apra le Comunità al territorio, rifuggendo le tentazioni conservative. Sarà occasione di un confronto sull’agire collegiale del clero e sulla corresponsabilità dei laici, per una chiesa davvero sinodale. Affronterà anche il tema della gestione del patrimonio, anche per avviare una prassi amministrativa più affidata ai laici. Infine servirà a verificare le chiese principali delle Comunità, affinché rispondano ai criteri della riforma liturgica conciliare – in vigore da oltre 60 anni – e affinché ne sia garantita ai disabili la piena accessibilità, con dispositivi adeguati e stabili.
Il tema della visita pastorale
“Il tema della Visita pastorale – scrive nella Lettera di indizione monsignor Giulietti – è tratto dal capitolo 19 del Vangelo di Luca: è la frase rivolta da Gesù a Zaccheo, il ricco pubblicano che, nel desiderio di vedere il Signore che passa, non esita ad arrampicarsi su un albero per ovviare alla propria bassa statura. L’auto-invito di Gesù, davvero sorprendente per diversi motivi, riempie di gioia Zaccheo ed è per lui motivo per una sincera conversione. Anche la visita pastorale è un auto-invito del vescovo: vorrebbe, allo stesso modo, suscitare non la preoccupazione di sentirsi giudicati o l’ansia di fare bella figura, ma la gioia di un incontro sorprendente, che schiude inedite possibilità di rinnovamento personale e pastorale”.
Come si svolgerà la visita pastorale
La visita pastorale, che durerà tre anni, si comporrà di quattro passaggi per ciascuna comunità parrocchiale: una fase di ascolto previa, per mettere a fuoco i principali elementi di interesse (criticità e opportunità) relative la vita e la missione della chiesa, indicando prospettive future. Questa fase viene facilitata dal lavoro compiuto nel contesto del cammino sinodale e si avvale della compilazione di questionari amministrativi e pastorali. In seguito si svolgerà la fase dell’incontro, dove il Vescovo sarà presente nella comunità parrocchiale, non solo per le celebrazioni, ma soprattutto per incontrare la gente e le realtà del territorio. Ogni comunità, anche con fantasia, è però chiamata a creare occasioni e incontri secondo la sensibilità che la anima. In questa fase mons. Giulietti resterà nella Comunità abitandoci alcuni giorni. Terminato il secondo passaggio, si aprirà la fase del progetto, nella quale ogni comunità parrocchiale, in base a quanto emerso, elaborerà un progetto pastorale per i successivi tre anni, che dovrà presenterà al Vescovo in un’assemblea da tenersi alcuni mesi dopo. Infine ci sarà la fase della verifica, che si svolgerà ad almeno un anno di distanza, nella quale sarà vagliato lo stato d’attuazione del progetto pastorale.
La conclusione della visita pastorale
Domenica 4 ottobre 2026 la Visita pastorale terminerà con una concelebrazione diocesana nella Cattedrale di Lucca. Non ci sarà un progetto diocesano da consegnare, perché quello è un cammino già in essere caratterizzato da alcune scelte di fondo: il diverso assetto territoriale, l’attenzione all’età evolutiva, la missionarietà. Ci saranno percorsi locali già avviati, in base alle fasi della Visita stessa, in una visione d’insieme che permetterà di fare scelte pastorali e amministrative con più aderenza alla realtà.
Le Visite pastorali nella storia della Diocesi di Lucca
L’Archivio storico diocesano di Lucca conserva oltre 300 unità archivistiche nella Serie delle Visite pastorali, coprendo un arco temporale di quasi 7 secoli, nei quali si sono svolte ben 61 Visite pastorali: l’ultima è quella del vescovo Giuliano Agresti, tenutasi tra il 1987 e il 1989. La più antica invece è quella del vescovo Berengario II e risale al 1357. Nella nostra Diocesi i vescovi, dunque, hanno iniziato la pratica delle Visite nelle comunità ben prima delle disposizioni tridentine. Fu infatti il Concilio di Trento (1563) a istituzionalizzare e rendere obbligatoria questa pratica, nell’ottica del controllo della vita ecclesiale e per riformare la Chiesa. Negli atti delle Visite pastorali conservate nell’Archivio sono presenti non solo dettagliate informazioni sugli edifici parrocchiali (chiese, canoniche etc…) o sugli arredi sacri, ivi comprese le opere d’arte; vi sono anche indicazioni importanti sulla vita pastorale e sulla moralità delle comunità. Ognuna di queste visite risente della temperie storica in cui viene effettuata, come anche della sensibilità del Vescovo e dei collaboratori che lo accompagnano.
Visita pastorale e arte
La Visita pastorale lascerà in Diocesi due opere artistiche: la lampada che sarà accesa il 6 ottobre e accompagnerà la visita in ogni Comunità parrocchiale e i nuovi arredi liturgici della cappella del palazzo arcivescovile, oggetto di un concorso per giovani artisti, indetto con la collaborazione dell’Ucai, (Unione cattolica artisti italiani).
La lampada della visita pastorale
La lampada è stata commissionata con l’intenzione di rappresentare la grazia della visita pastorale e per meglio significare il passaggio del vescovo nelle Chiese-nella-città e nelle comunità parrocchiali dell’arcidiocesi. La forma è stata scelta ispirandosi alle lampade ebraiche per la festa di hannukah, realizzate spesso in modi diversi dalla consueta forma a più braccia, e alle pale d’altare che hanno fatto ricca la storia del patrimonio artistico italiano in genere.
La base è stata realizzata in ottone bronzato da Angelo Ramacciotti de La bottega di Nello; ha tre incavi a goccia in cui porre altrettanti ceri e riposta un motivo a mattoni che richiama la chiesa, composta di pietre vive, che sono le persone e le molte realtà che la visita pastorale andrà a toccare. Le tre candele in cera d’api vogliono rappresentare le tre aree pastorali del composito territorio dell’Arcidiocesi (Valle del Serchio, Piana di Lucca e Versilia); fano riferimento anche all’antica etimologia di Lucca (Archidioecesis lucensis, legata al simbolo della luce) auspicando che la Chiesa lucchese sia sempre più illuminata dalla luce del Cristo Risorto e da una costante ispirazione dello Spirito Santo.
La tavola di legno, dipinta da Cristiana Bianchi, si ispira nella forma alle pale d’altare, con l’estremità superiore a cimasa; è fatta di compensato marino, molto resistente e usato nei cantieri navali: il materiale richiama il lavoro dell’uomo e allude al simbolo della chiesa come nave nei flutti della storia. La tecnica di realizzazione è partita dalla stesura preliminare di due strati di cementite; una volta asciutta, si è potuto dipingere il soggetto con pittura acrilica.
Il lato corto del legno è rivestito di un colore simil-bronzeo, come la base. Sul retro è riportato il motivo della commissione su di un cartiglio dipinto, ispirato al frontespizio miniato del Commento a Virgilio di Servio (1338), custodito nella Biblioteca Ambrosiana. Il tutto è stato coperto, per una sua miglior conservazione, da una vernice trasparente all’acqua.
Il soggetto raffigurato è il Volto Santo, storico simbolo della Chiesa e della comunità di Lucca; egli guarda e abbraccia l’intero territorio dell’Arcidiocesi, rappresentato dai paesaggi e dagli edifici più significativi di ciascuna area: i rilievi montuosi e il ponte della Maddalena per la Valle del Serchio; il fiume Serchio, la città di Lucca e le coltivazioni per la Piana di Lucca; il mare, gli scogli e il faro della Darsena di Viareggio per la Versilia.
Si è fatto ricorso ad alcuni consulenti artistici – Francesco Niccoli, Francesco Barsotti e don Marco Gragnani – per collegare il dipinto a raffigurazioni storiche del territorio lucchese, nella volontà di presentare le visita pastorale come parte di una lunga linea temporale. Queste le opere a cui ci si è ispirati: l’immagine di Lucca medioevale dell’Incoronazione della Vergine, cappella della Vergine (Anonimo, sec. XV); le incisioni nelle Cronache della città di Lucca (Giovanni Sercambi, sec. XV); la predella dell’Altare della libertà in cattedrale (Giambologna, 1579); la pala d’altare in San Paolino a Viareggio (P. Biancucci, sec. XVII); gli Angeli che conducono al Volto Santo nell’Oratorio degli Angeli custodi (M. Boselli, metà sec. XVII); una stampa con veduta prospettica di Lucca (P. Mortier, 1661); il particolare della città di Lucca nell’abside della cattedrale (G. Coli – C. Gherardi, 1681); il basamento della Madonna dello Stellario (G. Lanzoni, 1687); l’affresco nella tribuna del presbiterio in San Paolino a Lucca (F. Gherardi, seconda metà del sec. XVII); un’incisione a stampa del sec. XVIII di autore anonimo (Archivio di stato di Lucca); l’affresco di San Emilio in San Pietro Somaldi (S. Tofanelli, sec. XIX).
Bando di concorso “Un memoriale della visita pastorale”
L’arcidiocesi di Lucca bandisce un concorso volto a realizzare il nuovo assetto della cappella del palazzo arcivescovile di Lucca. Tale concorso, intitolato Un memoriale della visita pastorale è proposto dall’Arcidiocesi di Lucca in collaborazione l’Ucsi (Unione cattolica artisti italiani).
1. Obiettivo, destinatari e caratteristiche del progetto
Obiettivo del concorso è realizzare un progetto per il nuovo assetto liturgico della cappella del palazzo arcivescovile. Tale progetto deve comprendere:
La progettazione e il posizionamento dei principali elementi del presbiterio nell’area indicata nella planimetria allegata al presente bando: altare (dimensioni massime cm 90 x 90 x 90) da collocare al centro dell’area; ambone (dimensioni massime cm 60 x 60 x 120); sede presidenziale (seduta di dimensioni massime cm 50 x 50 x 50; eventuali braccioli e dossale a piacere).
Tali elementi (eccetto il piano dell’altare, il leggio dell’ambone e il piano di seduta della sede, che potranno essere realizzati in pezzo unico) dovranno essere realizzati utilizzando “listelli” di materiali diversi (pietra, legno, metallo…) da raccogliere al termine di ciascuna sessione di visita pastorale, come simboli di ogni territorio incontrato: il suo terreno, la sua vegetazione, le produzioni dell’uomo… Il progetto dovrà pertanto prevedere: le dimensioni standard di ogni listello; il numero complessivo di listelli necessari per ciascun elemento; la modalità di assemblaggio e lavorazione dei listelli; il peso totale stimato di ciascuno dei tre elementi; il costo di realizzazione stimato di ciascun elemento.
La progettazione (o l’acquisto) e la collocazione nell’area di 16 sedute, con indicazione del relativo costo di massima.
La progettazione dell’illuminazione dell’area, con indicazione del relativo costo di massima.
Destinatari del concorso sono singoli o gruppidai 18 ai 35 anni. La partecipazione è libera e gratuita. Il progetto in concorso deve necessariamente comprendere: curriculum vitae, fototessera e copia di un documento di identità valido dell’autore singolo o di ciascun componente del gruppo; una relazione che descriva sinteticamente il concept di progetto e gli aspetti formali-materiali delle opere, con attenzione al particolare utilizzo delle materie di realizzazione.
Una planimetria in scala 1:50 dell’area indicata – formato A3; una descrizione e rappresentazione prospettica di ciascuno degli elementi principali (altare, ambone e sede) – formato A3; una veduta tridimensionale dell’area – formato A3.
2. Documentazione a disposizione
Nel sito della Diocesi di Lucca vengono messe a disposizione dei partecipanti al concorso: una pianta in autocad della cappella; una serie di fotografie della cappella.
Chi lo desidera, potrà effettuare un sopralluogo su appuntamento.
3. Invio degli elaborati
Gli elaborati prodotti – contenuti come files in una chiavetta USB – dovranno essere anche stampati e inviati via posta o consegnati a mano entro il 31 dicembre 2023, accompagnati dalla scheda di partecipazione compilata in tutte le sue parti, all’amministrazione della Curia Arcivescovile, sita a Lucca in via dell’Arcivescovado n. 45 (orario di apertura: lunedì mercoledì venerdì 9,30-12,30 – eccetto festivi e chiusure straordinarie). I progetti non saranno riconsegnati e resteranno nell’Archivio Storico Diocesano: potranno essere utilizzati per mostre e pubblicazioni. Tutti gli elaborati all’atto della consegna diventeranno di proprietà esclusiva dell’Arcidiocesi di Lucca.
4.Valutazione degli elaborati
I progetti saranno valutati, sia dal punto di vista tecnico come dei contenuti, da una giuria composta di esperti che sarà resa nota a suo tempo. La giuria entrerà in azione dopo la data ultima per l’invio/ricezione dei progetti. In una prima fase selezionerà i dieci elaborati migliori, tra i quali sarà designato il vincitore unico. Il numero di dieci elaborati finalisti è vincolato al numero generale degli elaborati che giungeranno, tuttavia è il numero massimo ammesso; si può pertanto prevedere un numero minore di elaborati. Il giudizio della giuria è insindacabile.
Il progetto vincitore potrà essere eseguito, al termine della visita pastorale (cioè dopo il giugno 2026); tutti i dieci progetti finalisti verranno esposti in una mostra dedicata.
5. Premi
Ogni partecipante o gruppo riceverà un diploma. Gli autori – singoli o gruppi – dei primi dieci progetti selezionati riceveranno 100 euro di rimborso spese. L’autore – singolo o gruppo – del progetto vincitore sarà premiato con 1000 euro. Il presente concorso si avvarrà di sponsor che saranno segnalati in altre forme fuori dal presente bando. Luogo, data e ora della premiazione verranno comunicati a suo tempo. Le notizie saranno debitamente diffuse e comunque rintracciabili sempre su www.diocesilucca.it