Crisi energetica e aumento delle materie prime, il cartario perde quota. Al Miac le strategie del futuro: “La vera sfida è l’energia”

11 ottobre 2023 | 14:24
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In caduta libera l’export delle macchine. Pesa anche la carenza di infrastrutture. Al Polo Fiere 250 gli espositori internazionali si interrogano sulle possibilità di rilancio

Il distretto cartario si interroga sul futuro e vede la principale sfida nella partita del rilancio del comparto è quella per l’energia. E’ questo, oltre agli annosi problemi delle infrastrutture e dello smaltimento, l’orizzonte che si profila alle aziende, a fronte dei primi sette mesi dell’anno contrassegnati dal segno meno in alcune voci strategiche. Primi tra tutti produzione ed export, da sempre cavalli di battaglia del comparto che tuttavia ha iniziato un anno in chiaroscuro. Sono tutti temi e problemi su cui si sono accesi i riflettori stamani (11 ottobre) al Polo fiere di Lucca, in occasione del via della 29esima edizione del Miac,  la mostra internazionale dell’industria cartaria, che proseguirà fino a venerdì (13 ottobre). Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza di numerose personalità politiche e istituzionali del Comune e della Provincia di Lucca, come il sindaco Mario Pardini ed il consigliere provinciale Patrizio Andreuccetti. Per la Regione Toscana invece, presente l’assessore regionale alle infrastrutture Stefano Baccelli, che ha spiegato l’importanza delle grandi opere per il settore cartario della regione.

“Sappiamo che quello del cartario – ha detto l’assessore regionale Baccelli – è un settore d’eccellenza della produzione lucchese, diventato famoso non solo per la produzione della carta ma anche per le macchine impiegate e per tutto l’indotto meccanico e elettrotermico“.

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“Come Regione Toscana – aggiunge -, vogliamo accompagnare questo sviluppo, specialmente nei settori di mia competenza, migliorando le infrastrutture sul territorio, procedendo nel percorso per gli assi viari lucchesi, per l’implementazione del casello del Frizzone, ma anche tante opere apparentemente lontane, come la realizzazione della Piattaforma Europa nel porto di Livorno, sono realtà volte ad un miglior collegamento, anche rispetto al distretto cartario e quindi ad un sostegno al suo sviluppo”.

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I dati sul settore cartario italiano

Nell’occasione dell’inaugurazione della mostra internazionale dell’industria Cartaria,  sono stati forniti alcuni dati sulla situazione attuale del settore a livello italiano. La produzione complessiva del settore ha presentato nei primi sette mesi dell’anno in corso un sensibile ripiegamento (-19,4%), rispetto ai volumi sostanzialmente stabili dello stesso periodo 2022 (+0,6% sul 2021) mentre il fatturatometà del quale proveniente da vendite oltre confine – è stimato in riduzione del 24,5%sul valore in forte rialzo dei sette mesi 2022 (+53,5% sul 2021), per i tentativi delle imprese di recuperare, almeno in parte, gli inimmaginabili record raggiunti nel corso del 2022 dai costi delle materie prime, soprattutto energetiche. L’andamento produttivo riflette una domanda interna di prodotti cartari (stimata dal dato di consumo apparente) in riduzione del 18,5% nel primo semestre 2023, rispetto ai volumi in buona espansione dello stesso periodo 2022 (+11,9% sul 2021). In calo la produzione di carte e cartoni per imballaggio (-15,6% sui sette mesi 2022) i cui volumi si sono però confermati solo poco al di sopra di quelli del biennio pre-pandemia (+0,5/+0,8% rispetto ai sette mesi 2018-2019). Più contenuta la riduzione dei volumi di carte per usi igienico-sanitari (-2,4%) mentre la produzione di carte per usi grafici (-43,8%), risulta più che dimezzata rispetto ai volumi dello stesso periodo del biennio 2018-2019, andamento connesso a riconversioni di impianti verso prodotti con migliori prospettive di mercato.

“Il bello dell’industria cartaria è che è sempre in movimento – ha dichiarato Lorenzo Poli, presidente di Assocarta -, per cui sarà interessante girare tra gli stand dei nostri investitori, per capire le nuove proposte, che sono sempre tante e molto interessanti. Questo è un comparto industriale che oltre che energivoro è anche capital intensive, basa la sua forza e la sua evoluzione su tanti investimenti. Quindi la speranza è che si abbia sempre la possibilità di investire, per tenere vivi i nostri stabilimenti. Ricordo che siamo la seconda nazione produttrice di carta in Europa, dopo la Germania”.

La sfida più importante che ad oggi si trova davanti il settore cartario e non solo, è quella energetica – prosegue Poli -, come principale veicolo di competitività e di confronto con la concorrenza. A noi basta riuscire a rimanere competitivi in Europa, anche se non sempre è così facile e su questo si basa il dialogo con le nostre amministrazioni. La sfida sul costo energetico e la sfida su la decarbonizzazione che ci deve accompagnare al nuovo percorso voluto dall’Europa, a cui Assocarta è completamente sodale, saranno le vere tematiche degli investimenti dei prossimi anni”.

I dati sul settore cartario del distretto Lucca-Pistoia

Il distretto cartario di Lucca e Pistoia conta 325 imprese, di cui 232 del settore carta-cartotecnica e 93 impegnate nella produzione di macchine per l’industria cartaria. Gli occupati sono in tutto 10.252, nei due settori rispettivamente 7.580 e 2.673 (dati Istat 2020, gli ultimi disponibili). Il 2022 si è chiuso con dati positivi rispetto all’anno precedente. Per la carta-cartotecnica +0,2% di produzione e +60,6% di export; i paesi di destinazione dell’export sono stati quasi esclusivamente europei, in testa a tutti Francia e Germania.

Per le macchine per la carta il 2022 si è chiuso invece con +3% di produzione e +13,1% di export. Come destinazione dell’export America e Europa si equivalgono (rispettivamente 39% e 38%); i primi mercati sono stati Usa e Messico. Per entrambi i settori va ricordato che il dato dell’export è espresso in valori ed è legato quindi alle dinamiche dei prezzi, a loro volta condizionati dall’andamento dell’inflazione.

Nel primo semestre 2023 la produzione industriale delle imprese cartarie ha registrato una contrazione di – 0,9%, a fronte di un incremento dell’export di +4,3%; per le macchine per la carta -1,6% di produzione e – 23% di export (per produzione ed export dati propri di Confindustria Toscana Nord e Istat).

Al Miac sono 250 gli espositori internazionali presenti, su 7000 metri quadrati di superficie, pronti a presentare le future tecnologie del settore. Dopo l’inaugurazione si è tenuto il convegno di apertura:La competitività dell’industria cartaria. Tra costi energetici e decarbonizzazione, a cura di Assocarta e Confindustria Toscana Nord, partners ufficiali della mostra.

Nell’ambito del convegno si è svolta una tavola rotonda, moderata da Silvia Ognibene del Corriere Fiorentino e collaboratrice Reuters, dove sono intervenuti: il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, il vice presidente di Confindustria Toscana Nord, Tiziano Pieretti e il presidente Gse (Gestore Servizi Energetici) Paolo Arrigoni; conclusioni del convegno a cura dell’Assessore all’Economia, attività produttive, politiche del credito e turismo della Regione Toscana, Leonardo Marras.

“Nel settore cartario il fabbisogno di energia elettrica e termica riveste un ruolo determinante nella gestione e mantenimento di competitivitàdi tali processi produttivi – spiega Paolo Arrigoni, presidente del Gse -. Il Gse supporta il settore, che ha sempre prestato massima attenzione all’efficienza dei processi sotto il profilo energetico, con l’erogazione di incentivi sia lato produzione, attraverso la cogenerazione, sia lato utilizzo con progetti di efficienza energetica“.

“Nell’attuale contesto inflattivo che vede un aumento dei tassi di interesse, forte ostacolo agli investimenti in decarbonizzazione e innovazione, diventa ancora più essenziale una politica industriale che metta le aziende della nostra filiera nelle stesse condizioni competitive dei nostri concorrenti europei ed extraeuropei – dichiara Lorenzo Poli presidente di Assocarta -. La nostra competitività è in ‘apnea’ a causa del gap tra la bolletta energetica italiana e quella europea. Francia a Germania, ad esempio, hanno ricevuto sostegni al caro energia sotto varie forme. Pertanto, l’industria cartaria italiana chiede al Governo una misura ‘ponte’ come quella dei crediti d’imposta, una ‘garanzia assicurativa’ verso altre di medio periodo e chiede altresì di non mettere in difficoltà le imprese energivore andando a modificare a ritroso i termini di utilizzo dei crediti di imposta 2023”.

Tiziano Pieretti ha invece tracciato il quadro specifico del distretto cartario: “Il distretto cartario di Lucca e Pistoia risente anch’esso, come tutto il settore a livello italiano, del gap dei costi energetici che penalizza le imprese nazionali. I forti investimenti effettuati negli anni dalle imprese lucchesi in direzione della decarbonizzazione da un lato, del potenziamento dell’autoproduzione dall’altro, hanno portato risultati positivi, che ci stanno aiutando a gestire questa fase già complicata e probabilmente destinata a diventarlo ancora di più – afferma Pieretti -. Con l’aprirsi di un nuovo fronte di guerra è facile prevedere che i prezzi di gas ed energia elettrica, sensibilissimi alle crisi internazionali, possano vivere una nuova stagione di impennate”.

“È fondamentale – ha aggiunto – che a livello nazionale venga fatto tutto il possibile per sostenere le imprese: sì quindi ai crediti di imposta, sì a gas release ed electricity release, sì al sostegno alla decarbonizzazione anche attraverso i proventi Ets, maturati negli scambi di quote di emissione. Sarebbe importante anche consentire e normare adeguatamente le comunità energetiche per il settore industriale. Ma c’è anche un livello regionale che avrebbe un ruolo importante nell’incoraggiare gli investimenti in energie rinnovabili o provenienti da scarti non riutilizzabili. Dico ‘avrebbe’ perché nella realtà toscana questo ruolo è ben poco esercitato. Nell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord ci sono consorzi pronti a investire ma bloccati di fatto dalle difficoltà di localizzazione di impianti fotovoltaici e di realizzazione di impianti a biomasse, nel caso di questi ultimi anche per problemi di reperibilità del materiale. E non dobbiamo mai dimenticare che l’ostilità della Regione Toscana rispetto alla termovalorizzazione non lascia solo aperta la questione dello smaltimento dei rifiuti, inclusi gli scarti di pulper, ma inibisce di fatto anche la generazione di energia da questi materiali. Considerazioni analoghe valgono anche per i fanghi che residuano dalla depurazione delle acque. Quello dell’energia è un capitolo troppo importante per trascurare le opportunità che ci sono: non possiamo permettercelo da nessun punto di vista, né economico né ambientale”.