Caso Claps, dal podcast alla docuserie di Pablo Trincia: folla all’anteprima ai Comics

1 novembre 2023 | 18:56
Share0
Caso Claps, dal podcast alla docuserie di Pablo Trincia: folla all’anteprima ai Comics

La nuova produzione uscirà in quattro puntate il 13 e il 14 novembre su Sky Tg24 con dettagli e filmati inediti

“Le storie nascono dalle domande, e la più importante, nell’accompagnare i fatti, è sempre e tu come ti sei sentito in quel momento? Per raccontare il caso di Elisa Claps ho ascoltato per ore le risposte delle persone che hanno vissuto la vicenda: il fratello Gildo, la madre Filomena, la migliore amica Angelica. Insieme, a poco a poco, abbiamo restituito identità a una ragazza di 16 anni, con i suoi ideali forti e la sua grande sensibilità, prima che le circostanze della sua morte la inchiodassero nell’immaginario collettivo al solo ruolo di vittima”.

Il giornalista Pablo Trincia ha raccontato così oggi (1 novembre) al pubblico di Lucca Comics & Games il lavoro di ricerca e narrazione che lo ha impegnato a partire da gennaio e che tra agosto e settembre è divenuto un podcast prodotto da Chora Media: Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps. Lo ha fatto conversando con il vicedirettore di Sky Tg24, Omar Schillaci, incalzato dalle numerose domande dei presenti, nel corso della presentazione della docuserie scritta insieme a Riccardo Spagnoli in uscita il 13 e 14 novembre su Sky e Now Tv.

Dieci minuti della prima delle quattro puntate sono stati proiettati questo pomeriggio nella chiesa di San Francesco. E sono stati sufficienti per capire che il taglio dato alla storia nel prodotto per piccolo schermo è complementare a quello offerto dal podcast omonimo: insieme sono più forti, danno uno voce e l’altro volto al dolore e all’orrore, alla dignità e all’omertà.

“Abbiamo scritto questa storia per la docuserie – ha detto Pablo Trincia – come se non fosse già stata scritta per il podcast. Certo, la vicenda è la stessa, ma abbiamo scelto un montaggio diverso, per evitare ripetizioni e per aggiungere dettagli inediti che hanno bisogno del linguaggio dell’immagine. In particolare, volevamo tratteggiare Elisa per come era prima che divenisse un caso, prima del 12 settembre 1993, quando è stata vista per l’ultima volta nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Molto materiale video viene dalle videocassette con i filmati amatoriali della famiglia Claps”.

I resti del corpo di Elisa Claps sono stati ritrovati nel sottotetto della chiesa 17 anni dopo, il 17 marzo 2010, da alcuni operai. Di lì a poco, il 19 maggio, l’assassino venne fermato dalla polizia britannica per l’omicidio di Eather Barnett: dal 2002 infatti Danilo Restivo si era trasferito a Bournemouth. Da quella cittadina, considerata una delle più rilassanti d’Europa, e da quel secondo (o forse terzo?) omicidio, inizia il racconto della docuserie Sky.

“Danilo Restivo – ha ricostruito Trincia – aveva un appuntamento con Elisa il giorno della sua scomparsa. È stato l’ultimo ad averla vista viva, aveva precedenti di violenze e stalking e ha mentito nel riportare agli inquirenti i suoi movimenti. Eppure il suo aspetto ‘da fessacchiotto’, come è stato detto più volte da molti, lo ha protetto dalle sue responsabilità. La famiglia Claps, da subito certa della sua colpevolezza, non è stata creduta. Lo stesso è successo a Bournemouth: è come se questa storia, per molti aspetti surreale, si ripetesse due volte, con le stesse modalità, ma in due paesi diversi a distanza di nove anni”.

È quindi impossibile empatizzare con la famiglia Restivo, con il padre, la madre e la sorella del carnefice? “Quando si racconta una storia bisogna anche avere il coraggio – ha risposto Trincia – di non dire solo le cose facili. È per questo che ho cercato di mettermi in contatto con i familiari di Restivo, ma hanno scelto di rimanere in silenzio”. Nel podcast Dove nessuno guarda, tuttavia, sono riportati anche dei frammenti di intercettazioni telefoniche tra Danilo Restivo e i suoi cari: sconvolge quanto sia vicino al vissuto di ogni persona quello che si può ascoltare, quanto sottile sia la linea che separa il mostro dal fratello che ha bisogno di umane rassicurazioni, dal figlio che chiama solo per dire ‘ti voglio bene’.

“Prima che iniziassi a lavorare al caso – ha ammesso Trincia – non conoscevo la storia dell’omicidio Claps. Sapevo pochissimo, ricordavo del corpo rinvenuto nel sottotetto della chiesa. Poi mi sono avvicinato ai documenti, ai materiali, e soprattutto alle persone. Con lo spirito del giornalista, ma prima ancora con la volontà di sintonizzarmi sulla frequenza di chi mi stava davanti e mi consegnava parole ed emozioni di un vissuto doloroso”.

Pablo Trincia non è nuovo a questo modo di entrare dentro le storie che racconta: lo ha fatto con Veleno, podcast di Repubblica e docuserie di Prime Video sul caso dei diavoli della Bassa modenese, con Buio, con Il dito di Dio sul naufragio della Costa Concordia. “Sono consapevole di lavorare con materiale psicologicamente radioattivo – ha detto – e ho iniziato un personale percorso di psicanalisi per smaltire, a poco a poco, le scorie che inevitabilmente mi restano addosso”.