Obbligo di auto o moto per i collaboratori scolatici del comprensivo: rettificata la convocazione per i posti

Capasso: “Il dirigente scolastico ha tolto il requisito ma resta il problema della rotazione su 9 sedi”
Collaboratori scolastici aspiranti ad una supplenza muniti di auto e moto: la convocazione per l’assegnazione di incarichi temporanei ad un istituto comprensivo di Lucca è stata rettificata, togliendo l’obbligo di questo requisito. Ne dà notizia Rino Capasso dell’esecutivo provinciale Cobas scuola che nei giorni scorsi aveva sollevato il problema.
“In seguito anche alla nostra denuncia e all’interlocuzione con un funzionario dell’Ufficio scolastico territoriale il dirigente dell’istituto comprensivo di Lucca, che aveva convocato i collaboratori scolastici per una supplenza temporanea prevedendo l’obbligo di essere muniti di auto o moto, rettificherà la convocazione – osserva Capasso -. Infatti, lo stesso funzionario ha convenuto con noi sull’assoluta illegittimità di tale obbligo, già evidenziata nel comunicato del 7 novembre”.
“A quanto pare resterebbe, però, l’obbligo di rotazione su 9 sedi secondo le variabili esigenze di servizio. Oltre alle considerazioni già svolte – prosegue Capasso – ricordiamo che il vigente contratto collettivo nazionale all’articolo 22 c.8 lett. b4 prevede che sono oggetto di confronto sindacale con le Rsu la ‘promozione della legalità, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo e individuazione delle misure di prevenzione dello stress da lavoro-correlato e di fenomeni di burn-out’. E’ evidente che un lavoro svolgibile su 9 sedi, magari con brevi termini di preavviso, viola in modo palese tali principi e obiettivi. Inoltre, lavorare in modo variabile su tante sedi diverse implica un maggior carico di lavoro da un punto di vista psico-fisico, violando il principio dell’equa ripartizione dei carichi di lavoro. Ricordiamo, di nuovo, l’articolo 36 della Costituzione: ‘il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.