Un corteo al Campo di Marte per ricordare Vania uccisa dall’ex

29 novembre 2023 | 15:16
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Alla Cittadella della salute un flash mob per ricordare l’operatrice sanitaria e le vittime delle violenze di genere

Un olivo, simbolo di pace, in ricordo di Vania Vannucchi.  E’ stato piantato nella Cittadella della Salute al Campo di Marte, in prossimità del luogo in cui l’operatrice sanitaria lucchese fu uccisa nel 2016. Quel luogo di morte adesso diventerà uno spazio della memoria per Vania e per tutte le donne che hanno subito violenza, ma anche un punto di riferimento per l’avvio di un percorso di studio e di riflessione con i ragazzi e le ragazze delle scuole e con gli adulti.

E’ stato questo il tema dell’incontro organizzato oggi ( 29 novembre) dall’associazione La Città delle Donne di Lucca e dal Consultorio della piana di Lucca in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne. Presenti anche i ragazzi delle scuole, con un corteo partito dalla panchina rossa di Campo di Marte, che poi si è sviluppato all’interno del perimetro dell’ex ospedale, fino al luogo dell’uccisione di Vania, che è stata ricordata in un clima di grande commozione, alla presenza anche dei suoi genitori Giovanna e Alvaro e delle studentesse di terza della scuola Civitali. Si è poi svolto un flash mob, seguito da una serie di interventi per portare un messaggio e una voce di sostegno e solidarietà a tutte le donne vittime di femminicidio.

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Ad intervenire la direttrice della Zona Distretto Piana di Lucca Eluisa Lo Presti, la direttrice dell’unità funzionale consultoriale della Piana di Lucca Patrizia Fistesmaire, la direttrice della struttura di Educazione e promozione della salute area nord Valeria Massei e Cecilia Carmassi del direttivo de La Città delle Donne. Per sconfiggere la violenza e mitigare le sue conseguenze, è necessaria una rete fatta di sinergie e pratiche condivise con i Centri Antiviolenza, con le associazioni, gli enti locali, le forze dell’ordine, le autorità giudiziarie, le organizzazioni sindacali e tutti coloro che possono sostenere le donne e aiutarle a uscire da situazioni di violenza fisica, psicologica ed economica.

“Oltre alle attività istituzionali della zona distretto, abbiamo voluto che questo luogo in cui Vania è stata aggredita e uccisa così brutalmente, diventasse un luogo della memoria per tutte le donne che sono state uccise e hanno subito violenza – dice Eluisa Lo Presti direttrice zona distretto piana di Lucca -. Qui abbiamo voluto mettere una pianta di ulivo, albero segno della pace, per tendere una mano alle persone violente per far si che qui inizi un percorso di studio con i ragazzi con i lavoratori di Campo di Marte e che si possa raggiungere l’obiettivo di fermare la violenza sulle donne”.

E’ stato ribadito che il Consultorio, per la Regione Toscana, coincide con il centro di coordinamento delle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Quindi grazie al Codice Rosa e alla rete territoriale, impegnata contro la violenza alle donne, si occupa a vari livelli del fenomeno: a partire dagli interventi di educazione sentimentale e sessuale anche nelle scuole inferiori e superiori (insieme all’Educazione e promozione della salute), al sostegno per i neo-genitori per lo sviluppo di un’educazione consapevole, fino alla valutazione e alla presa in carico di tutte le donne vittime di violenza che si rivolgono al servizio socio sanitario. Gli interventi in questo ambito devono infatti essere strutturati e strutturali e l’ultima delibera della Regione Toscana rafforza proprio il ruolo dei Consultori.

“Come Consultorio pubblico della piana di Lucca stiamo cercando di investire nella prevenzione perché è da li che si contrasta la nascita e la persistenza della violenza di genere -.dichiara la responsabile del Consultorio pubblico della piana di Lucca, Patrizia Fistesmaire -. Insieme all’unità operativa dell’educazione e promozione della salute di Lucca, stiamo cercando di raggiungere quanti più ragazzi e ragazze possibili delle scuole medie. La Regione Toscana con una nuova delibera ha anticipato a 13 anni l’ingresso nei consultori pubblici. Il Consultorio è una delle realtà che può prevenire la violenza di genere, a partire anche dai corsi di accompagnamento alla nascita e attraverso dei momenti degli uomini con l’accompagnamento alla paternità e con le donne nei primi momenti di accudimento alla vita. La violenza e la nascita degli stereotipi di genere la contrastiamo a partire dai primi momenti i consultori pubblici sono una realtà presente nel nostro territorio ed è li che devono andare i nostri investimenti”.

Presente anche Cecilia Carmassi del direttivo dell’associazione La Città delle donne Lucca: “L’associazione Città delle donne è un’associazione di donne e si occupa di loro da anni, insieme a tante altre associazioni, qui stamani rappresentate, per la lotta alla discriminazione e l’eliminazione della violenza di genere. Noi siamo convinti che per fermare questa tremenda e lunga lista di femminicidi, non ci sia soltanto bisogno di un cambiamento culturale e sociale, ma far conoscere anche i servizi a cui le persone, uomini e donne possono accedere. E’ importante avere consapevolezza, riconoscere la violenza e fin dai primi momenti farsi aiutare. Stamani (29 novembre), insieme agli studenti e alle studentesse del Civitali abbiamo voluto lanciare un sasso per dire che non si è mai soli e che insieme alle associazioni e i servizi sul territorio si può affrontare la violenza prima che degeneri”.

La Città delle Donne nata nel 2007, è un’associazione di donne per le donne. Promuove e realizza la solidarietà tra donne di differenti generazioni, contesti sociali e provenienze geografiche e opera per rimuovere ogni discriminazione, diretta e indiretta, basata sul genere, su motivi di origine etnica o razziale, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale. L’associazione, che fa parte di una rete di soggetti che collaborano su tutte queste tematiche, mette da sempre in rilievo l’importanza di conoscere i servizi che sono presenti sul territorio per “imparare a prevenire”. Ogni tre giorni nel nostro Paese avviene un femminicidio e le donne che arrivano a denunciare la violenza sono purtroppo ancora troppo poche rispetto a coloro che la subiscono. Non è  più possibile tollerare che questo continui ad accadere.