Saldi al via dopo un calo delle vendite: dubbi e preoccupazione fra i commercianti

3 gennaio 2024 | 11:06
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Saldi al via dopo un calo delle vendite: dubbi e preoccupazione fra i commercianti

Lanza (Federmoda): “Si arriva da un autunno di calo delle vendite”. Confesercenti: “Con gli sconti a gennaio i negozi si trovano nella condizione di non aver mai venduto capi invernali a prezzo pieno”. Le stime di Confcommercio parlano comunque di un aumento di nove euro di spesa a persona rispetto allo scorso anno

Potrebbe essere il freddo più intenso, sempre che arrivi, a dare una spinta in più alla partenza dei saldi invernali 2024, fissata in Toscana a venerdì (5 gennaio). Per i commercianti non mancano le aspettative, dopo un autunno che non ha incoraggiato gli acquisti di capi invernali. Ma insieme alle speranze restano molti dubbi sugli sconti a gennaio.

Da Confcommercio a Confesercenti, infatti, al termine di un autunno che ha visto un calo di vendite e ad un Natale in sordina, il via ai saldi invernali è insieme la speranza di una boccata d’ossigeno ma al tempo stesso una incognita.

Al riguardo esprime alcune considerazioni il presidente di Federmoda Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara Federico Lanza coglie l’occasione per esprimere alcune considerazioni al riguardo: “Arriviamo a questa data – dice – dopo un autunno contraddistinto da condizioni meteo particolari, con temperature rimasto a lungo ben al di sopra delle medie stagionali. Creando così di conseguenza un forte calo nelle vendite della cosiddetta merce invernale. Per questa ragione il nostro sindacato interprovinciale si era mosso con largo anticipo, chiedendo che quest’anno venisse concesso dalle autorità competenti – la Conferenza delle Regioni – lo slittamento di un mese della data di avvio dei saldi invernali. La proposta, come noto, non è stata accolta, ma comprendiamo bene le ragioni di quei commercianti che anche in questi ultimi giorni hanno espresso perplessità per questo avvio a gennaio”. “Fatta questa premessa – prosegue Lanza – invitiamo sin da ora tutti i nostri clienti ad approfittare di questa importante opportunità che viene offerta dall’inizio dei saldi, con la possibilità di un’ampia scelta di merce di qualità assicurata da magazzini che per molti negozi, purtroppo. sono rimasti pieni in queste settimane”. “Speriamo – chiude il presidente di Federmoda – che questi saldi rappresentino una preziosa boccata d’ossigeno per le piccole imprese del nostro territorio, soprattutto per quelle che hanno meno opportunità di godere dei benefici effetti del turismo”.

Anche Confesercenti Lucca esprime perplessità e preoccupazione. Sono questi, del resto i segnali contrastanti con i quali secondo Confesercenti Toscana il commercio tradizionale si prepara a vivere uno dei periodi più importanti come quello dei saldi. Secondo un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti sulle vendite di fine stagione, anche nella nostra provincia almeno quattro persone su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro; un ulteriore 56% acquisterà invece in caso di offerta interessante e quindi ad oggi non ha preventivato la spesa. Resta però il problema della data di inizio, davvero molto anticipata secondo Confesercenti per definirsi di fine stagione. “Le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato gli acquisti delle collezioni autunno-inverno – spiegano i vertici della provincia di Lucca di Confesercenti Toscana – ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno. Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione ma fino ad ora i nostri appelli sono rimasti inascoltati. I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto al fine stagione rischiando di essere una grande opportunità per i consumatori ma molto meno per gli imprenditori che vedono alcuni loro prodotti praticamente venduti a saldo. Le piccole e medie imprese del commercio non hanno sufficiente tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno e si vedono costrette a svendere a saldo per seguire l’onda dettata dalla grande distribuzione e del commercio on line. A ciò si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche, con le temperature praticamente estive che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale – concludono i dirigenti locali di Confesercenti Toscana -, hanno condizionato negativamente il lancio della vendita di capi invernali con la stagione fredda che, a quanto pare, arriverà solo dopo l’avvio dei saldi. Per questo continuiamo a chiedere di posticipare l’inizio degli sconti ad una data più vicina a quella della vera fine della stagione”. Ma i commercianti devono fare i conti con questa realtà anche se dal sondaggio Confesercenti emerge come il 92,1% ritiene che la data di inizio, appena una manciata di giorni dopo l’inizio ‘astronomico’ dell’inverno, il 21 dicembre, sia troppo anticipata complice anche un novembre nel quale il Black friday, che soprattutto per il commercio on line è durato dalle due alle tre settimane, ha praticamente eroso i possibili guadagni anche in ottica shopping natalizio. I numeri Confesercenti indicano che i clienti si concentreranno soprattutto sulle calzature – 58% delle indicazioni – seguite a stretto giro da maglioni e felpe (56%). La classifica dei desiderata degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%, lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte. Sui saldi i negozi tradizionali mantengono saldamente la preferenza dei consumatori: li sceglie l’83%, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli è la sensazione di avere più garanzie presso un punto vendita classico, confermata dal 47% degli intervistati”.

Secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, saranno due milioni (il 57% dei residenti) i toscani pronti ad acquistare abiti e calzature a prezzi ribassati nei sessanta giorni a disposizione, per un importo medio di 142 euro a persona.

In totale, un giro di affari di oltre 296 milioni di euro a livello regionale. A fare da capofila resta Firenze, dove alla spesa dei residenti, quantificabile in quasi 30 milioni di euro, dovrebbe aggiungersi quella dei tanti pendolari per motivi di lavoro o studio, oltre che dei turisti.

“Ma i mesi di gennaio e febbraio non sono mai stati particolarmente brillanti in quanto ad arrivi e presenze – fa notare il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni -. Il turismo incide di più sul risultato dei saldi estivi, per quelli invernali i negozianti contano soprattutto sul mercato interno”.

L’attesa c’è, ed è alta, sia fra gli addetti ai lavori sia fra i consumatori, come testimonia l’aumento del budget di spesa rispetto ai saldi invernali degli ultimi anni. “Ma se siamo passati dai 133 euro del 2023 ai 142 di quest’anno è anche per effetto dell’inflazione, che ha fatto aumentare i prezzi – chiarisce Marinoni -. In ogni caso, non siamo ancora tornati ai 160 euro registrati nell’inverno 2020, l’ultimo prima della pandemia. Segno che, purtroppo, il settore moda resta uno dei più penalizzati dalla difficile congiuntura”.

Gli affari in Toscana, comunque, dovrebbero andare meglio che altrove.

“A livello previsionale, la spesa media regionale per i saldi è superiore di 5 euro rispetto a quella nazionale, che si attesta intorno ai 137 euro a persona – sottolinea il presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Paolo Mantovani -. La gente sta tornando a frequentare i negozi fisici e la crescita dell’e-commerce ha subito un arresto lo si è visto anche a dicembre. Un po’ c’entra la voglia di tornare alla vita sociale pre-pandemia, che ha sempre avuto nello shopping in compagnia un rituale importante. Ma c’entra anche il fatto che in questi anni i negozianti della rete tradizionale sono diventati più reattivi alla concorrenza del web: hanno adottato nuove tecniche di vendita, ispirate al neuromarketing, e hanno imparato a usare i social per farsi promozione. Si stanno quindi riprendendo la visibilità che avevano perduto, oscurata dal marketing potente dei colossi del digitale”.

L’invito di Federmoda-Confcommercio Toscana è di rivolgersi con fiducia ai commercianti di riferimento. “Veniamo da un autunno molto calmo, anche per via delle temperature miti che di certo non hanno agevolato le vendite – prosegue -. Questo significa che l’assortimento di modelli, taglie e colori nei negozi è ancora piuttosto alto. E l’abbassamento delle temperature previsto proprio in concomitanza con la partenza dei saldi potrebbe spingere anche i più restii a fare qualche acquisto. È ovvio che per noi commercianti vendere con gli sconti significa ridurre drasticamente i margini di ricavo, ma per i consumatori può rappresentare un vantaggio”.

Per quanto riguarda le tendenze del mercato, “le persone cercano capi versatili, comodi e di uso quotidiano, che si mescolino bene con quanto già hanno nell’armadio e che possano diventare più eleganti semplicemente con l’aggiunta dell’accessorio giusto – spiega il presidente di Federmoda Toscana – in pochi chiedono abiti specifici per un’occasione. Maglie, accessori, giubbotti e cappotti sono i prodotti di abbigliamento più richiesti, sneaker e mocassini per quanto riguarda le calzature le calzature”.

Le regole

Confcommercio ricorda ad esercenti e consumatori le principali regole per il corretto svolgimento delle vendite in saldo: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati.

Nessun obbligo per la prova dei capi: è rimessa alla discrezionalità del negoziante. Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless. I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. In Toscana è obbligo del negoziante indicare il prezzo normale di vendita e lo sconto. Non necessaria l’indicazione del prezzo finale risultante dopo lo sconto. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi.