Cinquanta trattori in corteo da Capannori a Lucca, sfila la protesta dei produttori: “L’agricoltura sta morendo”

24 gennaio 2024 | 11:14
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Alta partecipazione alla manifestazione con la quale il mondo agricolo chiede revisione del green deal e maggiori tutele contro il cibo sintetico: “Costi troppo alti, siamo di fronte al fallimento”. La protesta andrà avanti: “Siamo pronti a far svuotare gli scaffali dei supermercati”

“Salviamo il nostro cibo”. E’ uno dei cartelli comparsi stamani su almeno cinquanta trattori che gli agricoltori della Lucchesia hanno raccolto in piazza Aldo Moro a Capannori.

Un coro di protesta unanime e un’amara constatazione: “L’agricoltura sta morendo”, era scritto a caratteri cubitali su uno degli altri striscioni preparati per la protesta che ha visto sfilare in corteo, alla guida dei mezzi agricoli, gli operatori del settore.

Stanchi di essere martoriati dagli alti costi, delusi dal green deal di cui chiedono una profonda revisione, insieme allo stop ai contributi che minacciano la coltivazione dei terreni e ai cibi sintetici che producono un effetto negativo su tutto il comparto dell’agroalimentare.

Sono soltanto alcune delle motivazioni che hanno spinto oggi gli agricoltori a scendere in piazza, con un presidio a Capannori a cui è seguito un corteo attraverso le principali arterie della Piana e di Lucca, con una manifestazione conclusiva in piazzale don Baroni.

Dopo un primo assembramento a Capannori, è partito il corteo che ha attraversato la zona del casello di Capannori e poi la via Romana, per proseguire in via Pesciatina e in viale Marconi a Lucca fino a piazzale don Baroni. Disagi per il traffico si sono registrati non soltanto nelle arterie percorse per giungere al capoluogo ma soprattutto sui viali di circonvallazione.

Alle Tagliate la mobilitazione è proseguita con un presidio di protesta in piazzale don Baroni.

Qui i protagonisti della manifestazione hanno manifestato tutto il loro malcontento per l’attuale situazione e soprattutto la grande preoccupazione per il futuro. “Stiamo assistendo al lento fallimento delle nostre aziende agricole”, tuona Marco Paganelli che gestisce una azienda di famiglia a Pieve San Paolo, giunta alla quarta generazione. “Non abbiamo più guadagni – afferma -: le materie prime costano troppo e, invece, i prezzi dei nostri prodotti sono crollati a livelli ancora più bassi rispetto al periodo prima del Covid. Adesso crediamo che sia necessario spostare l’ago della bilancia e ricalibrarlo. La nostra battaglia oggi è soltanto all’inizio. Andremo avanti a costo di far svuotare gli scaffali nei supermercati”.

Per il prossimo 30 gennaio è infatti in programma un nuovo presidio. La protesta, sorta spontaneamente tra gli agricoltori, mira a sensibilizzare e coinvolgere la popolazione: “La gente – spiega Paganelli -, non è al corrente delle problematiche che devono affrontare le aziende agricole ma soprattutto delle questioni e delle novità legate al cibo, alle etichettature e alla filiera. Negli ultimi giorni abbiamo voluto sensibilizzare la popolazione per portarla dalla nostra parte”.

“Chiediamo alla comunità europea di fare un passo indietro su scelte assurde – tuona invece un altro produttore agricolo di Lucca, Alessandro Cassettari -: non ci stiamo più con i costi. I cereali sono a livelli minimi storici e vogliono toglierci anche le agevolazioni sul gasolio agricolo: qui noi non stiamo più in piedi e anche i sindacati non ci stanno aiutando. Per questo abbiamo deciso di muoverci da soli e lo faremo ancora finché non verremo ascoltati”.