L’esule istriano Aligi Soldati racconta il dramma delle foibe e dell’esodo agli studenti

10 febbraio 2024 | 15:49
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L’esule istriano Aligi Soldati racconta il dramma delle foibe e dell’esodo agli studenti
L’esule istriano Aligi Soldati racconta il dramma delle foibe e dell’esodo agli studenti
L’esule istriano Aligi Soldati racconta il dramma delle foibe e dell’esodo agli studenti
L’esule istriano Aligi Soldati racconta il dramma delle foibe e dell’esodo agli studenti

Nell’aula magna del Machiavelli il racconto di una pagina drammatica. Il sindaco: “Importante coinvolgere le scuole”. Il prefetto: “Le sfide dell’epoca che viviamo possono essere affrontate meglio attraverso le sofferenze di chi ci ha preceduto”

Si è svolta questa mattina (10 febbraio), nell’ambito delle iniziative che la prefettura di Lucca ha programmato insieme alla consulta provinciale studentesca, la commemorazione delle vittime delle Foibe, dell’esodo giuliano dalmata e delle tragiche vicende del confine orientale.

Nell’aula magna dell’Istituto Machiavelli, accolti dalla dirigente Emiliana Pucci, studenti e rappresentanti delle istituzioni hanno fatto luce su quei tragici fatti da diversi punti di vista.

L’ingegner Caterina Mochi del comando dei vigili del fuoco di Lucca ha illustrato le operazioni di recupero dalle foibe degli italiani barbaramente trucidati dai partigiani titini, risultanti dalla deposizione del sottufficiale dei vigili del fuoco di Pola Arnaldo Harzarich che quelle operazioni aveva coordinato su delega dell’autorità giudiziaria.

La dottoressa Marianna Stio della questura di Lucca, il capitano Marco Colella della compagnia dei carabinieri di Viareggio e il tenente Gianmarco Vitale della Guardia di Finanza di Lucca hanno evidenziato le figure dei tanti militari che, a costo delle loro vite, decisero di rimanere nel confine orientale per garantire la sicurezza della popolazione.

Un crescendo di emozioni che si è trasformato in autentica commozione con la testimonianza di Aligi Soldati, esule istriano, arrivato a Lucca ancora bambino insieme ai genitori nel 1947. Un lucidissimo racconto non solo personale ma anche di tutti coloro i quali vissero la brutalità di quello sradicamento da una terra amata e mai dimenticata, in cui avevano imparato a conoscere la ricchezza della multiculturalità, in cui avevano coltivato speranze e sogni per il futuro.

Dare voce ai protagonisti di quella pagina buia della storia nazionale ed europea è anche ciò che ha animato il progetto Memorie senza confine degli studenti del Pertini coordinati dal professor Paolo Battistini ispirato alla testimonianza della madre Argia Pasqualis costretta a lasciare Pola in seguito all’annessione alla Jugoslavia del territorio giuliano dalmata. Perché – ha sottolineato la rappresentanza degli alunni presenti – “quando una storia non viene raccontata è destinata a ripetersi”.

Il sindaco, Mario Pardini, ha evidenziato “l’importanza di ogni iniziativa che coinvolga le scuole perché ogni generazione deve farsi carico di trasferire alle successive il ricordo di fatti così dolorosi e fondamentali per la formazione della coscienza civica”.

Infatti, ha concluso il prefetto Giusi Scaduto rivolgendosi agli studenti, “le sfide che ogni epoca riserva all’umanità possono essere meglio affrontate grazie agli strumenti di resilienza e discernimento che acquisiamo attraverso le sofferenze di chi ci ha preceduto ai quali va la nostra commossa gratitudine”.