Futuro dell’acqua, dibattito a San Micheletto: “Il controllo del gestore? Deve essere pubblico”

16 marzo 2024 | 20:03
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Futuro dell’acqua, dibattito a San Micheletto: “Il controllo del gestore? Deve essere pubblico”

Distanze e punti di contatto nelle posizioni del sindaco Mario Pardini e del presidente della Provincia Luca Menesini. Intanto inizia l’iter della proposta della Lega sui sub-ambiti

Tanti e attenti i partecipanti al dibattito aperto di questo pomeriggio (16 marzo) nella sala della Fondazione Ragghianti in San Micheletto sul tema del servizio idrico publico nella Piana di Lucca. L’appuntamento è stato organizzato dalle associazioni Senza Confini e Quelli che l’acqua unisce, entrambe nate per la tutela della risorsa idrica del bacino del Serchio. Gli organizzatori sostegnono la tesi di un solo gestore idrico per tutta la Piana di Lucca.

Acqua, Pardini e Menesini a confronto sul futuro del servizio idrico

Protagonisti dell’evento il sindaco di Lucca Mario Pardini e quello di Capannori Luca Menesini.

dibattito acqua Fondazione Ragghianti

“Si tratta di un tema importante per il nostro futuro – ha detto il sindaco Padini – C’è una scelta importante che la politica deve fare per Lucca e non solo. Qui, infatti, si deve decidere cosa succederà quando a fine 2025 scadrà la concessione di Geal. In passato fu fatta una scelta, con la provincia divisa e la Piana divisa. Lucca ha una società che si chiama Geal, poi ci sono la Versilia e Garfagnana con una società al 100 per cento pubblica, Gaia mentre Acque Spa gestisce con una società al momento pubblico-privata gli altri comuni della Piana”.

“Se noi non facciamo nulla – spiega il sindaco Pardini – noi andremo in Gaia, peraltro con un peso molto rilevante. È possibile che la volontà, invece, possa essere anche quella di chiedere di entrare nella conferenza territoriale 2 con Capannori, Altopascio, Porcari e Montecarlo, quindi in Acque Spa. Questi sono i due scenari, cui si aggiunge il tentativo di prolungare la concessione di Geal, strada che vogliamo continuare a percorrere fino in fondo. Questo è lo status quo. Ma potrebbe essere anche il momento di iniziare a cambiare queste regole e ridefinire gli ambiti a livello provinciale: questo porterebbe alla riunificazione delle nostre acque. In questo senso esiste una proposta della Lega che inizierà il suo iter in consiglio regionale la prossima settimana”.

Quale la posizione politica del Comune di Lucca? “Il nostro interesse – dice Pardini – è quello di salvaguardare sia le tariffe sia il capitale umano dell’azienda. Bisogna arrivare al nuovo gestore, inoltre, con un piano di investimenti già definito per riprendere il filo interrotto dal fatto che Geal ha un orizzonte di vita molto limitato per permettere che vengano fatti degli investimenti importanti. Quanto alla governance, infine, personalmente penso che ci debba essere una prevalenza del pubblico ma il privato non deve essere visto come il nemico. Non vorrei ragionale in maniera preconcettuale, perché il privato può portare efficienza. L’importante è che ci sia il controllo pubblico”.

Il presidente della Provincia, Luca Menesini, che è sindaco di Capannori, ha ricordato innanzitutto la volontà dei Comuni che hanno in mano le quote pubbliche all’interno di Acque di andare verso la ripubblicizzazione del gestore, liquidando il socio privato ben prima della scadenza naturale del 2031. Una scelta ben distante da quella della multiutility, ipotesi che arriva in particolare da Firenze e dal gestore Alia.

Per Menesini la scelta migliore è quella, qualunque sia la decisione, di essere uniti, per avere più peso sulle decisioni future. La preferenza di Menesini va ad Acque Spa ma comunque nell’ambito di una discussione ancora tutta da intavolare e in cui la priorità è il futuro del gestore idrico lucchese. Oltre alle tariffe il tema da mettere in campo è quello degli investimenti sulla rete acquedottistica e delle fognature. Al centro dell’intervento di Menesini anche il modello di gestione futuro: no ad un gestore di un ambito troppo grande, questa l’idea, perché impedirebbe il coinvolgimento delle comunità.

Anche il consigliere regionale Massimiliano Baldini ha avuto modo di esporre il percorso della sua proposta. “Ho risposto con molto piacere all’invito a partecipare all’iniziativa – dice – Il tema del futuro dell’acqua, dell’organizzazione della sua gestione sui territori, dei sub-ambiti ottimali, della stessa multiutility è particolarmente attenzionato da parte della Lega che in tal senso, come è noto, ha presentato una proposta di legge regionale di modifica alla legge regionale 69/2011, a mia prima firma, che inizierà l’iter di approvazione la prossima settimana, nella seduta del 19 marzo in commissione ambiente a Firenze. È importante che istituzioni di grande rilievo come il sindaco di Lucca ed il sindaco di Capannori, che è anche presidente della Provincia di Lucca, sviluppino momenti di confronto e di riflessione su questo argomento perché è proprio l’obiettivo che ci siamo posti quando il 27 ottobre dell’anno scorso protocollammo la nostra proposta di legge, presentandola in anteprima proprio in sede a Lucca”.

Massimiliano Baldini

“Lo stesso approccio, la medesima sensibilità nell’aprire un dialogo su questa tematica così strategica – continua il rappresentante del partito di Matteo Salvini – lo sto attuando a Firenze con tutti i colleghi consiglieri regionali e con la stessa giunta, a cominciare proprio da chi rappresenta la provincia di Lucca come i colleghi Fantozzi, Mercanti e Puppa e l’assessore Stefano Baccelli. Del resto è lo spirito che ho riscontrato anche nel convegno tenutosi alla Normale di Pisa un mese fa, alla presenza di ulteriori primi cittadini, fra i quali il sindaco di Pisa Michele Conti. L’architrave centrale della nostra proposta èproprio quella di ripartire dalla costituzione di sub-ambiti che coinvolgano una utenza che non vada oltre i 450mila cittadini perché, come ha affermato lo stesso studio realizzato da Ref Ricerche su incarico della stessa Autorità Idrica Toscana, è entro un tale range che si realizzano le migliori economie di scala e quindi le migliori ricadute in termini economici e tariffari per le famiglie oltre ad una continuita’ sociale e culturale legata alla prossimità del gestore”.

“Il consiglio regionale – prosegue – è l’organo competente a legiferare in materia (lo stesso decreto legislativo 152/2006 specifica che il potere di definire gli ambiti ottimali compete alla Regione) e proprio per questo abbiamo promosso l’iter legislativo, finalizzato a far sì che chi ha la rappresentanza popolare dei toscani si assuma la responsabilità di decidere il futuro dell’acqua senza che scelte così rilevanti siano lasciate ad interpretazioni orientate da questo o quell’ufficio legislativo, da questo o quell’organismo tecnico-politico che non può sostituire i soggetti democraticamente eletti, competenti per legge. L’acqua è il bene comune per antonomasia, non è una merce, principi ribaditi dal referendum popolare del 2011: la politica, ad avviso della Lega, deve assumersi la responsabilità di fare scelte che difendano questi valori, non può permettere che un tale bene di valore assoluto per la vita dell’uomo sia trattato come mero strumento di profitto e/o addirittura quotato in borsa”.

“Nel massimo rispetto dell’importante apporto dei privati, il pubblico ha l’obbligo di dettare le linee strategiche di questo settore – conclude Massimiliano Baldini – ed è proprio su questo presupposto che mantenere l’acqua fuori dalla multiutility è per noi un principio non solo giuridicamente e tecnicamente giustificabile ma altresì una posizione dalla ferma valenza ideologica che deve prevalere nel ragionamento che faremo anche a Firenze e che, grazie ad una rivisitazione dell’estensione territoriale dei sub-ambiti, ci può permettere di ricomporre territori ingiustamente frazionati come a Lucca, così come la salvaguardia di società di gestione, come Geal, che hanno dimostrato di operare molto bene, a basse tariffe e con spirito culturale e sociale di grande vicinanza alla comunità che servono.”