Grande distribuzione, anche a Lucca presidi per il rinnovo del contratto






Picchetti dei lavoratori di fronte al Carrefour della Santissima Annunziata e davanti all’Esselunga di Porcari. Allo sciopero ha aderito circa il 20-30%
Protestano i lavoratori della grande distribuzione per la rottura del tavolo delle trattative sul rinnovo del contratto nazionale. Anche a livello locale i sindacati Filcams Cgil Lucca, Fisascat Toscana Nord e Uiltucs di Lucca hanno criticato Federdistribuzione, organizzando dei presidi di lavoratori che si sono svolti questa mattina (30 marzo) alla vigilia di Pasqua.
Due flash mob si sono infatti svolti di fronte al supermercato Carrefour di Lucca e davanti all’Esselunga di Porcari.
“Dopo una lunga e snervante trattativa con Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che ha portato ad un tavolo di trattativa non stop iniziato alle 14,30 di martedì scorso (26 marzo) e conclusasi attorno alle 8 del giorno seguente (27 marzo) – ribadiscono le sigle -, Federdistribuzione ha infine calato la maschera, dimostrando di non avere intenzione di lavorare realmente al rinnovo del contratto nazionale per via delle assurde richieste presentate alle organizzazioni sindacali. Quanto richiesto dall’associazione datoriale avrebbe infatti significativamente sabotato diritti e garanzie attualmente presenti nel Ccnl della distribuzione commerciale, conquistati al costo di sacrifici e lotte portate avanti negli ultimi decenni”.
Nell’arco della mattinata i sindacati hanno registrato un’adesione di circa il 20-30 per cento sul territorio lucchese. “Un dato di grande soddisfazione per noi – sottolinea Simone Pialli per Fisascat Cisl Toscana Nord -. L’alta adesione allo sciopero è dovuta a un fatto indigeribile se solo si pensa che il settore del commercio e distribuzione si articola su quattro comparti e tre di questi hanno accolto il rinnovo del contratto alle stesse condizioni. Le medesime condizioni che noi chiedevamo anche per quest’ultimo “tassello” che riguarda presente e futuro di tanti lavoratori anche nella nostra provincia. Ma Federdistribuzione non ci ha voluto sentire e di fatto ha dato vita a un attacco fortissimo ai lavoratori cercando di abbassare tutti i livelli di ingresso. I lavoratori si sentono presi in giro e anche nei due presidi di stamani, uno al Carrefour di Lucca l’altro all’Esselunga di Porcari, lo hanno efficacemente rappresentato“.
“Dunque – spiegano le sigle – una mobilitazione a sigle unite scaturita dalla reticenza di Federdistribuzione a firmare un nuovo contratto nazionale per il settore della distribuzione moderna organizzata, nonostante l’ultimo rinnovo sia arrivato ormai 51 mesi fa, nel 2018, e solo dopo 45 mesi dalla firma del rinnovo del contratto Tds Confcommercio, avvenuto nel 2015. Un ritardo che, per i dipendenti delle aziende rappresentate da Federdistribuzione, si tradusse in una secca perdita di potere di acquisto. E la stessa situazione rischia oggi di ripetersi in un contesto in cui, negli ultimi anni, si è verificato un aumento vertiginoso del costo della vita, legato ad un’inflazione galoppante. L’ultima trattativa condotta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil è stata una lunga no stop, durata dalle 14,30 del 26 marzo e fino alle 8 del giorno seguente”.
“Le richieste di Federdistribuzione erano assurde, avrebbero significativamente sabotato diritti e garanzie attualmente presenti nel contratto della distribuzione commerciale, conquistati al costo di sacrifici e lotte portate avanti negli ultimi decenni”, sottolineano i sindacati.
“Nel dettaglio – si spiega nella nota sindacale – le richieste di Federdistribuzione includevano infatti: l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi), lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione), l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi , infine la creazione di una “nuova” mansione adibita alla movimentazione delle merci, trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori”.