Lo studio rivela: “Lucca come Napoli e Zeri, può ambire a un gestore idrico al 100 per cento pubblico”

Presentata in commissione l’analisi dello Studio associato Caniparoli geologia e ambiente chiesta dal sindaco Pardini. Ma serve una deroga sui tempi
Una gestione autonoma del servizio idrico è possibile, purché vengano soddisfatti tre requisiti fondamentali previsti dalle norme in materia ambientale (art.147 comma 2 bis lettera b, del D.lgs 152 del 2006). Questi sono i risultati dell’Analisi tecnico ambientale iniziale sulla gestione autonoma del sistema idrico integrato del Comune di Lucca, rischiesta esplicitamente dal sindaco Mario Pardini allo studio associato Caniparoli geologia e ambiente.
Oggi (18 aprile) nella seduta della commissione speciale sul servizio idrico è stato esposto il risultato dell’analisi dai due responsabili dello studio Caniparoli, Alessandro e Riccardo Caniparoli. L’incarico allo studio associato Caniparoli di Massa Carrara non è affatto casuale. Infatti lo stesso, ha curato la richiesta, poi ottenuta, dal Comune di Zeri per la gestione autonoma dal servizio idrico. Un unicum in Toscana. Altro comune italiano che si è avvantaggiato della normativa sull’autonomia idrica, è il Comune di Napoli che gestisce il servizio attraverso una società totalmente pubblica, la Abc.








“Da un punto di vista tecnico la normativa prevede la possibilità che possa esserci una gestione autonoma del servizio idrico previo rispetto di tre punti fondamentali – spiega Alessandro Caniparoli, dello studio associato Caniparoli -. Che sono: il pregio delle acque, l’appartenenza ad aree protette o comunque salvaguardate dal punto di vista dei beni culturali e paesaggistici, l’ottimale gestione del servizio idrico e il rispetto delle caratteristiche ambientali della risorsa sia in termini di prelievo, sia in termini di qualità di acqua restituita”.
Questi requisiti, contenuti nell‘articolo 147 comma 2 bis lettera b, del decreto legislativo 152 del 2006, secondo l’analisi dello studio Caniparoli potrebbero essere soddisfatti.
“Il territorio di Lucca – prosegue il geologo -, ed in particolar modo anche Geal, hanno dimostrato di saper gestire il servizio in modo ottimale, rispondendo al terzo punto. Per quanto riguarda invece la qualità e il pregio delle acque, storicamente Lucca ha utilizzato l’acquedotto del Nottolini, con le relative sorgenti e anche le sorgenti della zona di Brancoli, che hanno un pregio che è stato certificato nel rilascio del giudizio di potabilità del 1995 da parte dell’autorità competente. Questo comunque viene dimostrato quotidianamente dal fatto che il cittadino lucchese è abituato approvvigionarsi alle fontane pubbliche per l’acqua che utilizza a tavola, ed è una cosa rarissima in una città”.
La qualità del territorio e la sua appartenenza ad un bene paesaggistico, secondo lo studio Caniparoli, è documentato nelle cartografie del Pit regionale.
“Queste cartografie individuano quasi tutto il territorio del comune di Lucca come territorio di pregio per diversi motivi e i punti di approvvigionamento dell’acquedotto sono per quasi il 90% ricadenti in aree di pregio – aggiunge Alessandro Caniparoli -. Quindi, diciamo che, dal punto di vista tecnico ci sono tutti i presupposti per portare avanti questa richiesta”.
In caso di passaggio da Geal, eccellenza certificata, ad altro gestore idrico regionale inoltre, sottolinea l’analisi, potrebbe portare ad una situazione diversa nella gestione del servizio idrico integrato, dal punto di vista delle tariffe, degli investimenti sul territorio ed altro.
“Ad oggi Geal è riconosciuto come un ente gestore di eccellenza che si colloca ai primi posti nazionali e regionali – ricorda Caniparoli – Quindi, volendo fare veramente un paragone anche sportivo, la posizione in classifica di Geal è ottima, anche dal punto di vista economico Geal ha dimostrato di poter applicare delle tariffe che siano più vantaggiose rispetto a tutte quelle applicate dagli altri gestori del servizio idrico a livello regionale”.
Soddisfatto il sindaco Mario Pardini, che nel suo lungo intervento ha ripercorso la strada tracciata fino ad adesso dalla Commissione speciale sul servizio idrico: “Avendo visto, nella scorsa seduta di commissione che la proroga della concessione a Geal non sarebbe stata possibile con la normativa attuale, abbiamo deciso di dare affidamento ad un’analisi allo studio associato Caniparoli geologia e ambiente. Si apre quindi questa possibilità, di avere una Geal 100 per cento del Comune di Lucca e noi fin da subito abbiamo detto che avremmo perseguito tutte le strade, perché l’amministrazione ha come obiettivo quello di massimizzare, valorizzarle le nostre partecipate”.
“Adesso – sottolinea il sindaco -, la finestra lasciata aperta dall’articolo 145 comma 2 bis, lettera b, si è chiusa il primo luglio del 2022, ma secondo noi può essere ancora valida, perché Lucca soddisfa i tre requisiti particolari. Abbiamo quindi portato questo nuovo elemento alla Commissione, che farà il suo lavoro. L’amministrazione, non lascerà niente l’intentato, in attesa anche di eventuali sviluppi a livello regionale, sulla proposta di legge del Consigliere Baldini della Lega. Tutto quello che è possibile lo portiamo avanti per tutelare i dipendenti di Geal, tutelare gli investimenti, tutelare le tariffe, perché il nostro territorio ha un’eccellenza e speriamo di riuscire a mantenerla”.
L’analisi dello studio Caniparoli però, sottolinea che non risulta alcuna attività di approfondimento e verifica adottata dall’Ait (Autorità idrica Toscana), né dall’amministrazione comunale per verificare la sussistenza dei requisiti necessari alla gestione in forma autonoma del servizio idrico integrato. L’unico intervento, secondo l’analisi, risulterebbe una deliberazione del consiglio comunale di giugno 2016 che ha modificato la convenzione tra Geal e Comune di Lucca, integrando il testo con la definizione dell’iter procedurale per il passaggio all’operatore d’ambito.
“Prima del 2022, quando è decaduta la legge su scelta del governo Draghi, qualcosa poteva essere fatto – dichiara il sindaco all’indirizzo dell’opposizione –. A giugno 2016 invece il consiglio comunale ha chiuso la porta con la delibera per il passaggio all’operatore d’ambito. La possibilità di una gestione autonoma non è neanche stata presa in considerazione. È inoltre abbastanza ironico che – affonda il sindaco – chi ci rappresentava davanti all’Ait fosse l’allora assessore all’ambiente che era, Francesco Raspini”.
L’opposizione è d’accordo sulla possibilità di andare in direzione di una gestione autonoma del servizio idrico, però lamenta l’imminenza delle scadenze (la concessione a Geal terminerà nel 2025) e le perdite di tempo che si sono susseguite fino ad oggi.
“Siamo felici che il percorso che il centrosinistra ha chiesto, prima con il consiglio comunale straordinario e poi con la Commissione, stia dando dei frutti, l’abbiamo chiesto proprio per analizzare questa possibilità – dice il capogruppo di Sinistra Con, Daniele Bianucci -. Si tratta di un punto nodo interessante, abbiamo sul piatto una proposta che nasce dall’articolo 147 , di costituire a Lucca un’azienda speciale al 100 per cento pubblica per la gestione del servizio idrico. Abbiamo detto all’amministrazione che da parte nostra c’è la massima responsabilità per sostenere questa richiesta alla Regione Toscana e agli enti competenti”.
“Certo, invitiamo il sindaco a fare presto perché le scadenze sono dietro l’angolo – conclude Bianucci -. Abbiamo, dall’inizio di questo mandato, chiesto che gli approfondimenti fossero veloci e a riguardo, notiamo che in questo ultimo anno, abbiamo perso molto tempo prezioso per assumere decisioni importanti sul futuro dell’acqua. Chiediamo al sindaco una discontinuità e chiediamo invece chiarezza se l’obiettivo è quello di lavorare per un’azienda speciale al 100% pubblica gestita dal Comune di Lucca per il servizio idrico, ecco, questa proposta ha il massimo sostegno anche da parte nostra”.