Paolini: “La nuova legge sulle guide turistiche? Una riforma necessaria”

29 aprile 2024 | 10:21
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Paolini: “La nuova legge sulle guide turistiche? Una riforma necessaria”

La consigliera di Gti: “Era attesa da tempo ed è indispensabile a definire la nostra figura professionale”

La nuova legge in discussione in Ue sulle guide turistiche? Non scontenta tutti gli operatori di Lucca. Anzi, c’è chi la ritiene uno strumento indispensabile a “definire la professione” di guida turistica. Semmai, il problema è che la nuova legislazione arriva con un certo ritardo. A sostenerlo è Giada Paolini, guida turistica e consigliera di Gti Guide turistiche italiane, associazione di categoria a livello nazionale.

“La legge 190/23 che riforma la professione di guida turistica sta facendo parlare di sé, non c’è da meravigliarsi – osserva Paolini -: è dal 2013, anno in cui è stata introdotta la libera prestazione su territorio nazionale, che si discute sull’argomento e da subito c’è chi ha osteggiato in ogni modo una riforma necessaria. Se si fosse proceduto anni fa al riconoscimento della validità nazionale dell’abilitazione di guida turistica, avremmo già una legge sulla professione, certamente migliore dell’attuale e non vincolata al Pnrr, cosa che ha fortemente pesato nelle scelte dei governi. A rallentare il tutto poi sono arrivati veti molto forti e anacronistici di alcune associazioni di categoria”.

“Considerato il mondo del turismo, la sua evoluzione, le normative e direttive europee – prosegue Paolini -, opporsi alla guida nazionale non aveva senso ieri e tanto mano ce lo ha oggi e per questo Gti  da sempre si è battuta per percorre questa strada al fine di avere una legge decente. Fortunatamente è arrivata e, nonostante i decreti ministeriali che apportano delle modifiche, si sono mantenuti alcuni punti cardine: l’abilitazione con valenza nazionale, l’elenco nazionale, la programmazione degli esami con modalità di svolgimento ben definite su scala nazionale e la certezza del percorso da seguire per il trasferimento in Italia delle guide abilitate all’estero. L’assenza di unità verso la guida nazionale ha portato il fenomeno delle abilitazioni prese all’estero e il dilagare dell’abusivismo dovuto alla carenza di nuove guide a causa delle abilitazioni ferme da alcuni anni. Si è preferito piuttosto continuare una storia infinita ed estenuante che ha lasciato dolosamente nel caos la professione, professione alla quale centinaia di giovani non riescono ad accedere da anni, anche a causa delle assurde ripicche di chi continua a chiedere il ritorno alla guida locale”.

“Si continua ad osannare la guida territoriale come unica fonte di vero sapere – sostiene Paolini -, cosa offensiva verso persone che hanno una forte professionalità e che prima di accettare un lavoro si preparano, studiano e fanno sopralluoghi. Sarebbe bello ogni tanto uscire dalla mentalità campanilista del ‘io ci vivo e dunque come me nessuno mai’. Una guida valida e preparata sarà sempre in grado di valorizzare il luogo in cui lavora. Aggiugerei anche che una guida valida e preparata non deve temere la concorrenza. A chi dice che l’esame non sarà mai approfondito abbastanza – prosegue –  bisogna ricordare che il lavoro di guida è fatto da un continuo aggiornamento e studio, dunque oltre all’esame su scala nazionale il/la professionista continuerà sempre ad approfondire per migliorarsi. Si rende necessario poi aggiungere un’ulteriore ovvietà: il fatto che la guida, grazie alla legge, possa operare su tutto il territorio nazionale non la obbliga a farlo, sarà poi il/la professionista a decidere in base alle proprie esigenze o alle proprie predisposizioni dove sarà in grado di svolgere i migliori servizi guidati. Si continua dicendo che si abbassa il livello linguistico. Ci siamo forse scordati che fino a che è stato possibile dare esami per l’abilitazione era richiesta solo una lingua straniera al livello C1 verificata in sede di esame?”.

Paolini prende poi spunto da alcune considerazione di Gabriele Calabrese di Turislucca sull’argomento: “Secondo l’opinione del collega, la conseguenza di questa legge sarà il turismo mordi e fuggi. Su quali basi si può fare un’affermazione del genere? Il turismo mordi e fuggi – sostiene Paolini – verosimilmente si verifica in un luogo dove non ci sono servizi a sufficienza o adeguati e che non si impegna per incrementare la permanenza delle persone, ad esempio: costo del check point alto senza scontistica per chi rimanesse più giorni, tassa di soggiorno aumentata, bagni pubblici insufficienti a coprire tutta la città, zone della città (Porta Santa Maria) completamente tagliate fuori dal turismo per assenza di bagni, infopoint e per problemi di accessibilità al punto di scarico, cartine turistiche date con il contagocce. Prima di dare la colpa ad una pagliuzza, dunque ad una legge che ha fatto del suo meglio per riformare una professione che ne aveva bisogno, guardiamoci in casa, si potrebbero scoprire travi molto grosse”.

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