Toscana Pride a Lucca? Non è il Comune ad avere l’ultima parola

Una volta richiesta la location dall’organizzazione l’iter passa dalla Questura e dal tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza che può intervenire su date e luoghi di svolgimento
Toscana Pride a Lucca? Possibile, anzi probabile.
L’ultima parola, infatti, una volta che l’organizzazione deciderà di svolgere la parata dell’orgoglio omosessuale nella città delle mura, non spetterà a un organo politico, come al consiglio comunale o alla giunta, ma solamente alla questura che potrà dare delle indicazioni su data di svolgimento e luogo, per pure questioni di ordine pubblico e dopo che si sarà aperto l’apposito tavolo in prefettura, come sempre accade per eventi in grado di attrarre decine di migliaia di persone.
È ufficiale, intanto, che la richiesta di un incontro con il Comune di Lucca è arrivata sui tavoli dell’amministrazione, che avrebbe già fissato una data per iniziare un dialogo con gli organizzatori del Toscana Pride. Evento che, peraltro, in passato si è spesso svolto, qualora se ne volesse dare anche una connotazione politica, in città governate da maggioranze di centrodestra. È successo ad Arezzo, per due edizioni, è successo anche a Pisa dove si era appena insediata la giunta del sindaco Conti.
Cosa diversa è, invece, la concessione del patrocinio all’evento, che difficilmente l’attuale maggioranza potrebbe concedere. Lo stesso sindaco di Firenze, Dario Nardella, dove si è svolto il maggior numero di Toscana Pride, lo ha concesso, peraltro, per la prima volta solo nel 2019.
L’interlocuzione, comunque, è solo agli inizi. Una volta ufficializzata la richiesta inizierà l’iter per individuare una data che non coincida con altri eventi di rilievo in città e in zone che siano in grado di accogliere un afflusso stimato fra le 15mila e le 20mila persone. Dopo di che anche Lucca entrerà ufficialmente nel novero delle città in regione a ospitare il Toscana Pride.