Giro d’Italia, amarcord Poli: “Nel 1984 per tre giorni la città si tinse di rosa”
Quarant’anni fa Lucca ospitò la partenza del Giro: “Tutto il centro fu chiuso al traffico e fu un trionfo anche dal punto di vista tecnico con la vittoria di Moser. Domani? Speriamo in Milan”
Alla vigilia dell’arrivo lucchese del Giro d’Italia parla Pierluigi Poli, la memoria storica del ciclismo in città. Il negozio che gestisce in piazza Santa Maria, tradizione di famiglia, ha tagliato da pochi giorni il traguardo dei novant’anni.
“Si aspettava questo appuntamento – dice – dopo i grandi successi del 1984 e del 1985. Siamo tutti contenti come sportivi e come appassionati di ciclismo di avere la possibilità di vedere i corridori da vicino e di godersi la tappa. E poi è un avvenimento anche dal punto di vista promozionale e turistico non indifferente”.
Poli ricorda gli ultimi eventi sulle due ruote a Lucca: “Nell’84 – dice – fu un vero avvenimento, grandioso, perché il Giro coinvolse in maniera particolare la città in quanto sede di partenza della prima tappa. Il giorno prima ci fu la presentazione in piazza San Michele, poi la cronometro tutta sulle mura, poi il giorno seguente ancora la tappa che da Lucca andava a Marina di Pietrasanta. Diciamo che quella volta lì l’evento fu vissuto un po’ di più anche dal centro storico, anche con le vetrine rosa. Mi ricordo che ci fu un po’ più di partecipazione proprio perché tutti si sentivano coinvolti. Mi ricordo che la città fu chiusa completamente al traffico e c’era tantissima gente. A livello termico è ricordata perché vinse Moser che prese la maglia rosa e poi alla fine vinse il Giro a Modena. Fu bella anche la tappa del 1985, che fu invece l’ultima tappa. Ancora una volta vinse Moser, ma il Giro lo vinse il francese Bernard Hinault”.
“Anche oggi il Giro ha i suoi protagonisti – conclude Poli facendo un pronostico – Sulla carta quella di domani è una tappa per velocisti perché dopo il Passo del Bracco ci sono ancora molti chilometri e il Monte Magno per i professionisti è quasi niente. Però ci sono sempre le fughe da lontano in agguato che possono condizionare la gara. Se dovessi fare un pronostico speriamo in un italiano, speriamo in Jonathan Milan“.
La gara lucchese può essere anche un buon viatico per il movimento ciclistico in città. “Alla fine abbiamo visto che quando c’è un campione che che si esalta o che va forte poi c’è un seguito: Sinner per il tennis e Tomba per lo sci insegnano. A Lucca in questo periodo non c’è un grande ricambio generazionale, ma questo vale per tutta Italia. Sono un po’ calati i tesserati e i ragazzi. Ci vorrebbe un lavoro un po’ a monte anche dalla Federazione, servirebbe andare nelle scuole e trovare formule un po’ più efficaci”.