Carenza di attenzione del personale medico ai familiari del defunto, l’Asl: “Faremo di più”

28 maggio 2024 | 12:31
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Carenza di attenzione del personale medico ai familiari del defunto, l’Asl: “Faremo di più”

L’azienda sanitaria risponde alla vedova Raffella Lorenzani: “Capiamo l’amarezza, in alcuni reparti ci possono essere difficoltà a riservare a questi aspetti tutto il tempo che si vorrebbe”

“Comprendiamo l’amarezza della signora, abbiamo fatto molto per migliorare la comunicazione sanitario-paziente ma in certi casi possono esserci difficoltà”. Così l’Azienda Usl Toscana nord ovest risponde a Raffella Lorenzani, moglie di Fausto Tocchini scomparso il 17 aprile scorso all’ospedale San Luca a causa di un tumore letale. La vedova, aveva infatti lamentato la mancanza di attenzioni da parte del personale medico nella comunicazione del lutto ai familiari.

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“Comprendiamo l’amarezza della signora per quella che ritiene una carenza comunicativa e di umanità da parte di alcuni sanitari del San Luca – dicono dall’azienda sanitaria -. Dai dati in possesso all’ospedale risulta che, prima del decesso dell’uomo, ci siano stati vari colloqui tra il personale sanitario e i familiari, per spiegare la situazione del paziente, mentre dopo il decesso c’è stata probabilmente una comunicazione meno regolare. Esprimiamo quindi dispiacere per quanto segnalato dall’utente perché sicuramente fa parte del lavoro dei sanitari accompagnare e offrire conforto alle famiglie dei pazienti. In certi casi però ci possono essere difficoltà, soprattutto in alcuni reparti (con molti ricoverati ed esigenze differenti per ognuno di loro), a riservare a questi aspetti tutto il tempo e l’attenzione che si vorrebbe, cosa che può avvenire in maniera adeguata ad esempio in strutture dedicate come gli hospice”.

“Al di là di queste considerazioni, stiamo molto, da anni, per migliorare la comunicazione sanitario-paziente, con vari corsi di formazione – concludono -. La segnalazione di questa famiglia dimostra che c’è da fare ancora di più e l’Asl si impegna a sviluppare ulteriori percorsi formativi specifici, per situazioni come quella descritta dalla signora Lorenzani. E’ quindi nostra intenzione valorizzare le attività di hospice e cure palliative per offrire percorsi sempre più dignitosi, umani e sicuri nel momento della fine della vita”.