Casa, nuovo allarme del sindacato: “Non si trovano alloggi ma a Lucca il 28% degli appartamenti è sfitto”

12 giugno 2024 | 14:21
Share0
Casa, nuovo allarme del sindacato: “Non si trovano alloggi ma a Lucca il 28% degli appartamenti è sfitto”

Nel mirino le locazioni turistiche brevi, il presidente del Sunia ascoltato in commissione sociale: “Serve una proroga delle domande per le abitazioni di edilizia residenziale pubblica. Ad aggravare la situazione l’abolizione del reddito di cittadinanza e del contributo affitto e morosità incolpevole”.

Nell’ambito del progetto “La commissione ascolta il territorio”, alla seduta della Commissione consiliare politiche sociali e abitative che si è tenuta oggi (12 giugno), è stato ascoltato il presidente del Sunia – sindacato unitario coinquilini e assegnatari, Stefano Cristiano. Il problema degli affitti entra di fatto tra gli interessi della politica lucchese, considerato che, secondo la sigla, sul nostro territorio il 28 per cento degli immobili risultano sfitti,  nonostante cittadini e lavoratori lamentino difficoltà a trovare una locazione a lungo termine a prezzi ragionevoli. Il problema naturalmente non coinvolge solo la provincia di Lucca, ma tutto il territorio nazionale, specialmente quelle città a vocazione turistica, come è diventata la nostra.

“Il dato da noi riscontrato come Sunia è che molte famiglie lamentano difficoltà a compilare le domande per la richiesta di alloggi di edilizia popolare – spiega Stefano Cristiano presidente del Sunia di Cgil -. C’è necessità di allungare il periodo della scadenza, ad oggi sono 165 le domande arrivate e di queste 165 tutte hanno avuto bisogno della nostra assistenza per farle. Le persone adesso si trovano in grave difficoltà di cui tutte le amministrazioni pubbliche dovrebbero tener conto perché il livello di crisi è generale e c’è molta rassegnazione da parte di tante persone”.

“Nell’arco degli ultimi anni – prosegue il presidente dell’associazione inquilini -, il combinato disposto di una serie di scelte di carattere nazionale hanno gettato molte persone in condizioni di difficoltà: la cancellazione del reddito di cittadinanza, sostituito con una misura inefficace come il reddito di inclusione, il taglio del fondo sul contributo agli affitti e sulla morosità incolpevole, che rappresenta un grande rischio e l’aumento delle spese dovute all’inflazione. Da tenere ben presente che a causa dell’inflazione le persone che nel comune di Lucca sono con un Isee inferiore ai 16.000 euro  (e avrebbero il diritto a fare richiesta di un alloggio di edilizia popolare), sono 31mila, nel 2020 erano 26.500.  Non tutti faranno domanda per richiedere un alloggio, ma è un dato indicativo della situazione di fragilità che sta avanzando. Per sua natura gli effetti della cancellazione del contributo in conto affitti, non si misura subito, perché chi ha fatto domanda nel 2022 prende i soldi nel 2023, oggi però il problema è di fronte a noi dato che l’anno scorso il fondo è stato azzerato. Da quest’anno infatti, gli effetti si iniziano a vedere e molte domande non sono potute essere soddisfatte e la fascia B è scoperta, il Comune di Viareggio non fa neanche il bando, il Comune di Capannori ha erogato finanziamenti scorrendo la graduatoria e chi è rimasto fuori, è rimasto fuori e non ha preso un centesimo. Eppure questo è uno strumento fondamentale di assistenza alle persone inquilini, ma anche ai locatori, che non sempre sono speculatori e si trovano con inquilino moroso. La morosità  è una tragedia per entrambe le parti, per l’inquilino che non può pagare, per il locatore che ha perso un’entrata. Adesso sono io fare a voi una domanda: è prevista la conferma del contributo per il 2024?”.

Il presidente di Sunia  Stefano Cristiano prosegue concentrando la sua attenzione sulla situazione dell’edilizia popolare nel comune di Lucca: “Le case popolari in provincia di Lucca sono per il 41 per cento costruite  negli anni ’60, il 25 per cento delle abitazioni sono state costruite prima del 2000 e solo il 10,3 per cento dopo il 2000. Di fatto sono case in larga misura fatiscenti e di difficile manutenzione. Non si riesce a risistemarle. Molte persone che fanno domanda, non chiedono case popolari , ma edilizia agevolata, sono stati fatti dei bandi di edilizia agevolata grazie all’attività meritoria della Fondazione Casa, che vi invito a convocare per capire le difficoltà che hanno nel trovare alloggi sul mercato libero da dare alle famiglie. Le difficoltà più grosse nascono dal fatto le città turistiche come Lucca e la Versilia il mercato è drogato dagli affitti turistici e in molti casi vengono fatte dei contratti d’affitto alti e addirittura capitano situazioni censurabili, non controllate dall’Agenzia delle entrate. Ad esempio a Lucca l’anno scorso una persona ha fatto un contratto transitorio, da novembre a settembre, per poi liberare la casa a ottobre e novembre per i Comics. Questa cosa non si può assolutamente fare, il contratto transitorio ha delle regole ben precise perché sia valido, se un contratto del genere venisse portato al sindacato diventa un contratto regolare 4+4. Spesso però questa tutela non se la prende l’inquilino, perché ha paura di denunciare e di perdere anche quei mesi di alloggi. Il  dato incredibile è che  nel 2022 risulta un numero di case sfitte del 28,6 per cento a Lucca. Penso che serva una ricognizione di queste abitazione – spiega il dottor Stefano Cristiano -, per capire quali possono essere messe a disposizione per l’edilizia agevolata. Quante sono nella pancia delle banche? Ci vuole una ricognizione, per poi vedere se fare apposite convenzioni o meno. Inoltre si potrebbe incrementare la comunicazione con le agenzie immobiliari del territorio sui tipi di contratto da proporre. Bisognerebbe anche sollecitare la Prefettura per sottoscrivere un protocollo per la gestione dell’emergenza abitativa che metta allo stesso tavolo tutti gli attori che si muovono in questo ambito, per dare delle risposte concrete alle necessità dei cittadini”.

I commissari, per approfondire la questione presentano alcune domande al presidente del Sunia.

“Non si può essere al corrente della situazione economica in cui versano tutti i titolari di alloggi di edilizia popolare – precisa il dottor Cristiano -. Le situazione che ha preso in carico il Sunia hanno tutti i titoli per fare richiesta e non ci sono persone che scientemente decidono di non pagare l’affitto e in quel caso si attiverebbe il recesso dell’alloggio. Ci sono però generazioni di persone che hanno titolo e che non riescono a rendersi indipendenti, manca il  meccanismo dell’ascensore sociale, non funziona e queste persone non riescono a lasciare l’alloggio popolare creando un tappo che subiscono le altre famiglie in attesa. Tutti coloro che hanno fatto domanda avevano un reddito basso e rientravano nei 16.000euro di Isee, non avevano acquistato macchine negli ultimi anni e il caso singolo non può diventare l’elemento determinante per fare una scelta per tutti. Ci sono molte famiglie extracomunitarie che fanno domanda, però in termini di punteggio non sono ai primi posti. Punti alti si ottengono se da molti anni si ha la residenza  nel Comune di Lucca. Nel 2019, ai primi dieci posti c’erano 7 famiglie italiane e 3 extracomunitarie”.
“Non si dovrebbe fare una scelta se investire sull’edilizia popolare o sul contributo agli affitti – aggiunge Stefano Cristiano -. Si dovrebbe fare entrambe le cose, dato che sono due canali di finanziamento distinti. La programmazione di un piano serio di edilizia sociale, che non è solo di edilizia residenziale pubblica, è progettualità in capo allo Stato, difficilmente un Comune può riuscire a dare risposte necessarie al problema”.

A denunciare situazioni ancora peggiori di quelle descritte dal presidente di Sunia, è il consigliere di Sinistra Con, Daniele Bianucci: “Abbiamo chiesto noi l’audizione di Cristiano perché siamo pienamente consapevoli di come l’emergenza abitativa sia oggi uno dei problemi più grandi del nostro territorio. Noi chiediamo che l’amministrazione comunale faccia molto di più di quanto ha portato avanti fino ad adesso: solo due settimane fa, è stata bocciata la nostra proposta di destinare al rimpinguamento del contributo affitto, completamente azzerato dal governo nazionale, e ad oggi neppure previsto per l’annualità 2024, appena il 9 per cento degli 11milioni di avanzo libero che la giunta ha presentato al momento dell’approvazione del bilancio consuntivo. Ricevo molte segnalazione da parte di cittadini che non riescono a trovare casa, tra di loro ci sono persone che possono permettersi un affitto e anche di acquistare una casa, ma un affitto a Lucca non riescono a trovarlo. E’ una percezione che abbiamo in molti. Sembra ci sia un modello economico incentivato dall’amministrazione, ma che viene da lontano, dove l’economia si basa tantissimo sul turismo con aspetti positivi, ma anche con grossi problemi alle famiglie. Se oggi c’è questa emergenza da affrontare, qualche colpo al timone deve essere dato – tuona Bianucci -. Abbiamo urgenza che le case ritornino nel mercato dell’affitto lungo“.

Secondo la presidente di Commissione, Mara Nicodemo, il problema è da ravvisare nella vecchia normativa della locazione, mai stata aggiornata e troppo sbilanciata nella tutela dell’inquilino.

“La normativa della locazione è vecchissima e i tempi di sfratto sono molto lunghi e costosi  – dichiara Nicodemo -. Il problema di fondo a mio avviso è questo, il mercato nelle zone turistiche risulta drogato certo, ma affittare per due mesi comporta meno rischi rispetto a farlo per anni. Altro problema il periodo Covid, quando gli sfratti erano bloccati e lo sono rimasti per tutta la pandemia. E’ necessario mettere mano alla parte normativa processuale e anche alla questione fiscale. Se non si parte dalla testa, il problema non si risolverà mai”.
Gli fa eco il consigliere di Forza Italia/Udc, Alessandro Di Vito: “Il problema è  che la legge non è mai stata modificata, provate a sentire cosa dicono le associazione dei proprietari, se affitto male non ci sono guadagni e per arrivare ai patti territoriali, dove si potrebbe guadagnare qualcosa, ci devono essere delle determinate caratteristiche attentamente attenzionate. Ora io mi chiedo, ma tutti gli alloggi Erp hanno queste caratteristiche richieste a quelle private? Il reddito di cittadinanza ha drogato il sistema, c’erano dei progetti utili per creare un percorso per trovare lavoro, ma tutti questi progetti sono stati disattesi. Manca la politica della casa per il locatore e manca una politica per tutti gli immobili sfitti che potremmo mettere temporaneamente a disposizione”.

Sugli sfratti però il presidente di Sunia non è d’accordo: “L’onda di piena del Covid è passata – sottolinea -, dall’esperienza mia gli sfratti per morosità in un anno si risolvono, al netto di situazioni patologiche, c’è un condizione fisiologica diversa. Molte spese del locatore possono essere sospese se non si riceve l’affitto. Poi ci sono casi in cui non si può fare neanche il pignoramento, ma proprio per questo esisteva fondo per la morosità incolpevole e non capisco come mai sia stato abolito“.