Dal solenne pontificale alla ‘gazzarra’: Lucca in festa per San Paolino

12 luglio 2024 | 13:36
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Cerimonia questa mattina (12 luglio) nella basilica dedicata al patrono della città. Cresce l’attesa per il palio notturno in piazzale Arrigoni

Lucca celebra il suo patrono, San Paolino. La cerimonia si è aperta questa mattina (12 luglio) alle 10,30 con il solenne pontificale nell’omonima basilica. Ad accogliere le parole dell’arcivescovo Paolo Giulietti sono state anche le istituzioni e le autorità del territorio.

Come ogni anno il Comune di Lucca ha offerto il cero votivo della città, mentre quest’anno è stato il Comune di Capannori, con il neoeletto sindaco Giordano del Chiaro, a provvedere all’olio destinato alla lampada del Santo. Durante l’omelia, monsignor Giulietti, come sempre in questa ricorrenza, ha rivolto parole d’incoraggiamento e speranza sia alla diocesi che alla città di Lucca. L’animazione liturgica della concelebrazione è stata affidata alla Polifonica Lucchese diretta dal maestro Egisto Matteucci.

Tra i concelebranti c’era anche il vescovo di Pistoia e Pescia, il lucchese Fausto Tardelli, insieme a cinquanta tra presbiteri e diaconi diocesani. Erano poi presenti, in segno di amicizia ecumenica, padre Dionisios Papavasilieou, vicario della Sacra Arcidiocesi Ortodossa in Italia e padre Liviu Marina della comunità ortodossa romena di Lucca. Inoltre, insieme a molti fedeli, erano presenti anche le autorità in rappresentanza delle istituzioni del territorio.

Nell’omelia, monsignor Giulietti si è concentrato sul concetto di “segno” richiamato nella prima lettura da Isaia, non solo con il senso di memoria del passato ma anche come prospettiva di un futuro migliore: “Diciamo che il martire Paolino per noi è un segno, perché guardando la sua vicenda siamo richiamati alle ragioni della speranza che affondano nel nostro passato, la Pasqua di Gesù, testimoniata dal dono della vita. Ma al tempo stesso Paolino ci richiama al futuro, perché dice che la Pasqua del Signore Gesù è anche la cifra della speranza: perché Dio è entrato nella storia per volgerla al bene e ha dichiarato che il fine della storia è quel Regno che avanza a fatica nel tempo ma che sicuramente si compirà”.

“È poi segno per noi la Beata Elena Guerra – ha continuato Giulietti – che sarà canonizzata tra pochi mesi a San Pietro da Papa Francesco: è un segno per il suo coraggio di donna di farsi ‘maestra del Papa’, apostola dello Spirito Santo, incoraggiando il successore di Pietro nel far riscoprire questa presenza vitale della Chiesa. Ed è un segno per noi quello dei 28 religiosi, sacerdoti, consacrati, seminaristi, uccisi 80 anni fa dai nazisti in provincia di Lucca. Li ricorderemo tutti il prossimo 7 agosto con la presenza a Lucca del Cardinal Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei: hanno proclamato, con la loro testimonianza, il primato della coscienza sul potere e il primato della carità sulla violenza. Una memoria questa che è anche profezia perché la coscienza e la carità sono davvero gli ingredienti per costruire la comunità del futuro come ci ha ricordato anche la recente settimana sociale dei cattolici a Trieste, con la presenza del Presidente della Repubblica e del Santo Padre”.

Poi monsignor Giulietti ha così concluso: “Ricordare i segni è davvero importante ma ci pone anche una domanda: sappiamo che la gente diffida delle istituzioni, diffida della Chiesa e della politica, sappiamo che alle ultime elezioni ha votato meno della metà degli aventi diritto. Questa diffidenza è un grande problema per la partecipazione democratica. Ma questa diffidenza forse si radica su una mancanza, sul fatto che noi non siamo più un segno. E parlo qui soprattutto di chi ha il compito di guidare le comunità: la comunità ecclesiale delle parrocchie e della diocesi, la comunità civile delle amministrazioni locali e del governo centrale. Non abbiamo più la capacità di ricordare con efficacia il passato, quel passato che sono le nostre radici che non può essere dimenticato se vogliamo costruire qualcosa che abbia senso. E forse abbiamo perso la capacità di indicare il futuro, con visioni, sogni, ideali capaci di entusiasmare, coinvolgendo i giovani che, loro sì, hanno voglia di costruire qualcosa di diverso, di nuovo e migliore, mettendo le loro energie dove ha senso metterle perché, purtroppo o per fortuna, abbiamo bisogno delle istituzioni. Cioè di quelle realtà comunitarie che aiutano a canalizzare tutto verso il bene comune, che aiutano a mettere le energie, i sogni e gli ideali in qualcosa che abbia una consistenza. ‘Sortirne insieme’ come diceva don Milani, questo è ciò che le istituzioni rendono possibile, sortire insieme dai problemi. Questo è ciò che Isaia annuncia a Israele: si può uscire insieme dalla crisi per costruire qualcosa di inedito, sorprendete e di nuovo: perché il Signore ci abilita a questo e questo è ciò che i segni che ricordiamo oggi, San Paolino, la beata Elena Guerra, i nostri fratelli e sorelle martiri nel passaggio del fronte 80 anni fa, dicono ancora a noi oggi. Abbiamo bisogno di segni, abbiamo bisogno di farci segno perché la speranza non si perda, perché la nostra società sia animata da quell’energia che la speranza ci infonde, mettendoci in grado di superare e fronteggiare ogni sfida, generando qualcosa di buono. Altre generazioni di lucchesi lo hanno fatto, chiediamo al Signore di essere anche noi capaci di coltivare la speranza e di essere un segno per questa generazione”.

Le celebrazioni sono proseguite alle 13 con la prima gazzarra delle artiglierie, affidata all’Historica Lucense che ha così rievocato il Miracolo di San Paolino al Baluardo San Donato. La seconda gazzarra è prevista per domenica (14 luglio) verso le 17, a chiudere la festa del patrono.

Come narra la leggenda, la mattina del 12 luglio 1664, la popolazione stava entrando nella città per i festeggiamenti del Santo, quando dal Baluardo San Donato partì un vero colpo di cannone sparato dai bombardieri di Lucca. Il colpo doveva essere quello che solitamente viene chiamato “sparo di allegrezza” ovvero un colpo a salve sparato in occasioni di feste e celebrazioni. Tuttavia, la popolazione rimase incolume: secondo la tradizione fu proprio San Paolino a salvare i fedeli.

Sempre oggi (12 luglio), ma alle 18, nella stessa basilica sarà infine celebrata una messa a conclusione della festa di san Paolino.

Ma l’evento più atteso dei Giorni di San Paolino sarà come sempre il Palio, giunto alla 50esima edizione, che come da tradizione si disputerà questa sera (12 luglio) tra i migliori balestrieri lucchesi a partire dalle 21,30. La competizione si terrà in piazzale Arrigoni.  Domani sera (13 giugno) alle 21,30, vari gruppi di sbandieratori si esibiranno nella serie di spettacoli della Parata di San Paolino che si svolgerà ancora in piazzale Arrigoni.

“Oggi ho partecipato insieme alle autorità civili e religiose del territorio alla solenne concelebrazione eucaristica per la Festa del Patrono della città e della Diocesi di Lucca, San Paolino. Nel corso della Santa Messa, cuore vero della festa, il Comune di Lucca ha offerto come da tradizione il Cero votivo della città – ha detto il sindaco Mario Pardini -. Ringrazio Monsignor Giulietti per le parole d’incoraggiamento e speranza rivolte nella sua omelia alla Diocesi ed alla città di Lucca e la Polifonica Lucchese diretta dal maestro Egisto Matteucci per l’animazione liturgica. A seguire, insieme all’associazione Historica Lucense, abbiamo celebrato il Miracolo di San Paolino con la rievocazione storica della gazzarra di artiglierie. Si narra infatti che il 12 luglio 1664 alcuni cannoni posti sulle Mura nei presi di Porta San Donato vennero fatti sparare per onorare la memoria del patrono. Accidentalmente alcuni colpi furono diretti sulla folla che si trovava nella zona, ma miracolosamente non ci furono però né morti, né feriti”.

(In aggiornamento)