LuccaLibri chiude la saracinesca: “Pensavamo potesse essere solo una pausa per ferie”
La consigliera Mammini: “Preoccupa l’impoverimento umano che accompagna la città. Proviamo a salvare la libreria più longeva di Lucca”
“Pensavamo potesse essere solo una pausa per ferie e ristrutturazioni necessarie, per poi far ripartire LuccaLibri, magari con dei cambiamenti inevitabili. Non siamo ancora in grado di fare delle dichiarazioni ufficiali e spero che questo sia compreso e rispettato il più possibile”. Inizia così l’addio di LuccaLibri: il caffè letterario vista Mura di Lucca è chiuso.
Una notizia nell’aria, ma ora ufficiale, arrivata dal profilo social dell’attività con tutto il pathos di chi ha vissuto e ha costruito sui libri la propria esistenza, per 39 anni.
“Solo dieci anni fa – ricorda la consigliera comunale del Pd Serena Mammini – la famiglia Ciancarella aveva sfidato la cronica ‘crisi delle librerie indipendenti’: era il 2014 e, trovato un fondo accogliente e luminoso in viale Regina Margherita, con coraggio aveva portato in quello spazio non solo la storica libreria, ma anche un caffè letterario”.
“Amaro oggi mettere insieme alcune parole per rendere giustizia a una realtà come questa che, dopo 39 anni di ininterrotto servizio, ha scelto di farsi da parte – prosegue – Ci vogliamo provare, tuttavia. La responsabilità di quello che è successo non sarà certo di Amazon: troppo facile sentirsi vittime di un enorme fenomeno globale che tritura l’economia locale e manda in frantumi i negozi di prossimità. Come se non fosse una scelta consapevole che operiamo tutti noi, lettori forti e meno forti, ogni volta che quel minuscolo risparmio sul prezzo di copertina o la consegna in meno di 24 ore diventa l’alibi perfetto per fare clic dal divano. È forse in quel momento che fallisce ogni ambizione di essere città che costruisce cultura insieme”.
“Perdere LuccaLibri suona come un tetro de profundis all’entusiasmo e alla relazione che quell’esperienza ha significato. Una vetrina sempre disponibile per chi aveva voglia di far conoscere quello che aveva scritto e pubblicato, spesso senza i grandi ritorni in termini di vendite che dovrebbero ripagare la fatica di organizzare certi appuntamenti; scaffali tra i quali curiosare per trovare quei titoli preziosi e sconosciuti, vere chicche di ‘bibliodiversità’ per appassionati dell’editoria e della letteratura; il consiglio sempre pronto”.
“Preoccupa l’impoverimento umano che accompagna la città con questa saracinesca che si abbassa. La resa quasi incondizionata all’idea che sia ‘così che va il mondo’, come se la lettura e il caffè non fossero due baluardi identitari di un modo di esserci e produrre pensiero. Scegliere un libro, così come bere un caffè, sono prima di tutto atti di relazione. Rituali che alimentano il dialogo e, come tali, politici. La dignità con la quale la famiglia Ciancarella ha scelto di chiudere LuccaLibri è grande e si è finora espressa con il silenzio. Nessun j’accuse, nessuna levata di scudi. Ma siamo sicuri che non tocchi a tutti noi, adesso, dimostrare di avere a cuore la libreria più longeva di Lucca e inventarci qualcosa? Dalle iniziative di crowdfunding alle formule di gestione pubblico-privata di spazi culturali, le ricette ‘semplici’ abbondano e forse lasciano il tempo che trovano. Non provarci nemmeno, però, avrebbe il sapore beffardo della sconfitta a tavolino”.