Autonomia differenziata, Bindocci: “Vorremmo un’Italia unita con leggi certe e uguali per tutti”
Prosegue anche nella sede Uil la raccolta firme per chiedere il referendum abrogativo
Prosegue l’impegno di Uil nella raccolta firme per la richiesta di referendum abrogativo contro al legge sull’Autonomia differenziata. Oggi (11 settembre) anche a Lucca c’è stato il firma day e nella nuova sede di Uil in via delle Tagliate III, è stato allestito il gazebo per la raccolta firme.
“È una normativa che di fatto divide il territorio nazionale su argomenti molto importanti tra cui quello dello sviluppo turistico, dell’economia, oltre che della sanità e dell’istruzione – spiega il segretario Uil nord Toscana, Massimiliano Bindocci -. Questa cosa ci angoscia, perché rischiamo da avere italiani di serie A e italiani di Serie B o addirittura di Serie C e non è che la Toscana sia in serie A in questi servizi, tutt’altro. Quindi, con questa legge si va verso una sanità a passo ridotto o un’istruzione meno forte, con un vantaggio per il settore privato, perché chi se lo può permettere poi va dai privati e trova le soluzioni”.
“Questo è solo il primo motivo- prosegue Bindocci -. Il secondo è che si rischia di creare un problema economico, perché l’investimento dall’estero in un paese dove non si hanno ben chiare le norme quali siano e in ogni regione cambiano, è molto difficile e magari gli investitori vanno altrove e questa cosa già succede, ma potrebbe addirittura aumentare. Infine, per noi l’Italia deve essere unita e questo che lanciamo è un messaggio patriotico, vorremmo un’Italia unica con leggi certe e uguali per tutti almeno sui diritti più importanti”.
La raccolta firme ha riscosso un gran successo, tanto da raggiungere in breve tempo il quorum di 500mila firme. A preoccupare di più le persone che firmano sono i settori della sanità e dell’istruzione.
“La divisione del paese sulle regole della sanità e dell’istruzione preoccupano di più i cittadini – dichiara Bindocci -, ma anche quello di tornare alle gabbie salariali, cioè degli stipendi nel nord, altri nel centro e altri ancore nel sud. E’ anche vero che c’è un costo della vita diverso, però non è dividendo e aumentando le differenze, che si risolve quel problema, ma rendendole uguali”.