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Pfas nel fiume Serchio, a palazzo delle Esposizioni un convegno con Greenpeace e Senza Confini

1 ottobre 2024 | 15:05
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Interverranno anche il professore dell’Imt Marco Paggi e il sindacalista veneto Giampaolo Zanni

La presenza dei composti chimici poli e perfluoroalchilici chiamati Pfas nei fiumi, nelle acque superficiali, nelle falde e lungo la costa della Toscana, è un fatto ormai acclarato e oggi diventa tema di discussione con il convegno che si terrà venerdì (4 ottobre) all’auditorium di palazzo delle Esposizioni, organizzato dall’associazione Senza Confini in collaborazione con Greenpace Italia, dal titolo Allarme Pfas nelle acque del fiume Serchio.

Queste sostanze altamente pericolose sono impiegate in tutti i distretti industriali idrovori della nostra Regione, e in particolare nel settore cartario, fiore all’occhiello del territorio. I Pfas per le loro caratteristiche idrorepellenti e lipofobiche, rappresentano un pericolo per la salute delle persone e per l’ambiente, i pesci, le acque interne, quelle costiere, sono attenzionate a livello mondiale e ben presto verranno messe fuori legge.

“L’iniziativa che presentiamo oggi (1 ottobre), è un passaggio all’interno di un percorso di sensibilizzazione su un tema che noi riteniamo sia decisivo, per gli aspetti ambientali, gli aspetti sanitari e gli aspetti occupazionali economici del nostro territorio – dichiara Tommaso Panigada dell’associazione Senza Confini -. L’Arpat da 6-7 anni monitora i Pfas nelle acque superficiali, nelle acque di falda, e nelle acque costiere. Nel 2021 ha monitorato la presenza nei pesci del fiume Serchio, nella zona di Monte San Quirico ne ha riscontrato un 2000 e rotti nanogrammi, qualcosa in più nella zona del Piaggione. Questo vuol dire che i pesci si nutrono anche di queste sostanze che evidentemente qualcuno li sverza ne fiume. A noi interessa far notare che un indicatore di una problematica che potrebbe essere in tutta l’ansa del Serchio e anche nella sua falda. Noi non vogliamo spaventare nessuno, le dimensioni della problematica non spetta a noi valutarle, ed è proprio su questo che verterà il convegno”.

Nel convegno ci sarà anche un intervento del professor Marco Paggi, ordinario della Scuola Imt alti studi Lucca: “Alla scuola Imt, abbiamo appena concluso un progetto regionale che si chiama Next Generation of Paper and Packaging, che riguardava per l’appunto lo studio prototipale di nuove soluzioni per eliminare le sostanze polimeriche dal packaging, dagli imballaggi. Ci sono soluzioni ecosostenibili e possibili, chiaramente in fase di ricerca e sviluppo. Il mio intervento sarà di prospettiva del settore per realizzare packaging riciclabile ed ecosostenibile”.

A Vicenza, in Veneto, tre province sono state stravolte dalla contaminazione da Pfas nell’acqua di rubinetto. In Tribunale uno dei primi testimoni ad essere sentito è stato il referente della Cgil Gianpaolo Zanni, anche lui presente al convegno del 4 ottobre.

“E’ importante la presenza di ricercatori, imprenditori e anche sindacalisti a questo convegno – spiega Virginio Bertini, dell’associazione Senza Confini -. Verrà illustrata anche le diversificazioni produttive che sono state impiegate alternativamente all’uso delle Pfas. Abbiamo voluto invitare alla partecipazione nel convegno la il sindacato del Veneto, la persona che quando scoppiò il disastro ambientale dovuti al Pfas fu tra i primi ad intervenire, Giampaolo Zanni, che ci racconterà dal vivo come è stata questa esperienza dal punto di vista sociale, ambientale e sindacale, aggiornandoci sugli ultimi avvenimenti”.

L’appuntamento quindi è per venerdì (4 ottobre) dalle 15 all’auditorium di Palazzo delle esposizioni in piazza San Martino.

Cosa sono i Pfas

I Pfas (perfluorinated alkylated substances) sono composti chimici detti “di sintesi” nascono negli anni ’40 ed oggi sono molte le sostanze appartenenti a questa famiglia, che trovano il loro principale utilizzo all’interno del settore industriale. Si tratta di sostanze resistenti ai maggiori processi naturali di degradazione grazie alla presenza di legami molto forti tra atomi di fluoro e carbonio. Si trovano nelle sostanze idrorepellenti e oleorepellenti, nei prodotti di uso domestico, negli articoli medicali, nella placcatura dei metalli, nel settore aeronautico e automobilistico, nell’edilizia, nell’elettronica, nell’antincendio e nel settore energetico.

Dai risultati di ultimi studi scientifici, sperimentali ed epidemiologici, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha indicato un aumento dei livelli di colesterolo nell’uomo. Altri studi hanno mostrato alterazioni a livello di fegato e tiroide, del sistema immunitario e riproduttivo, e alcuni tipi di neoplasie. L’esposizione maggiore avviene attraverso ciò che mangiamo e si beviamo.