All’asta i terreni della Valore Spa, appello al Comune dall’Associazione Parco di Sant’Anna
La realtà nata per contrastare la possibile cementificazione dell’area: “Saremmo veramente contenti se fosse l’amministrazione comunale ad acquistare l’area”
Erano diventati famosi nel 2007 e furono tra gli argomenti più dibattuti da consiglio comunale e in generale dalla politica lucchese per almeno sette anni, soprattutto durante l’ultima amministrazione del sindaco Mauro Favilla. Sono i terreni di viale Einaudi, di proprietà della Valore SpA e oggetto di un piano operativo che prevedeva l’abbattimento del verde per dar vita a palazzi di sette piani, supermercati e pompe di benzina.
Una costruzione edilizia che avrebbe accresciuto il traffico in viale Einaudi e aumentato smog e code nei pressi della rotonda con viale De Gasperi e Viale Puccini. Per difendere questi terreni e dar vita a spazi verdi in quell’area, nacque l’Associazione Parco S. Anna, i cui progetti non erano sogni impossibili ma semplicemente il seguito di quanto prevedeva il piano strutturale di allora. Come andò a finire è conosciuto da tutti, con tanto di consenso in tutto il quartiere, di articoli su Repubblica e un servizio alla trasmissione Report: l’Associazione ebbe ragione su tutto e su tutti dimostrando l’illegittimità del piano operativo.
Tali terreni, che al momento hanno destinazione agricola senza progetti in previsione (una zona con il “bianchetto” sulla cartina), sono ora messi all’asta per dare seguito alle procedure fallimentari della società Valore SpA.
Giunta notizia di tale asta, l’associazione lancia un appello all’amministrazione comunale: “Saremmo veramente contenti se fosse l’amministrazione comunale ad acquistare questi terreni, presentandosi all’asta prevista il prossimo 17 ottobre. I costi, 330mila euro, sono alla portata di un’amministrazione capoluogo e i benefici potranno essere di ben più alto valore. Presentandosi a questa seconda asta (quella svoltasi a luglio andò deserta) l’amministrazione Pardini potrebbe dare un segnale molto forte di discontinuità con il passato e mostrare forte interesse verso la pubblica utilità in un’area che vede già adesso un forte impatto di smog e traffico”.
L’associazione – che in questi mesi ha incontrato in diverse iniziative famiglie e residenti del posto – spiega che non ci sono vincoli di bilancio o di norme che impedirebbero tale acquisto. “Questi vincoli – ricorda l’associazione – furono introdotti dal governo Monti in ottica di dare una frenata alla spesa pubblica in un momento contingente, ma ci risultano decaduti durante il governo Draghi”.
Da parte del consiglio dell’associazione uno sguardo anche sui passi successivi: “Siamo a disposizione di tecnici e politici indicati dall’amministrazione Pardini per partecipare nel dettaglio alla destinazione dell’area e valorizzarla con ampio consenso della cittadinanza”.