Monastero di Vicopelago, sopralluogo con Caritas e Calafata: prende forma il progetto di valorizzazione

17 febbraio 2025 | 12:35
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Il Comune concede una parte degli edifici e gli spazi a verde esterni alla cooperativa Calafata per realizzare un progetto sociale, didattico-culturale, agricolo e turistico

Prende forma il progetto di recupero e valorizzazione del monastero di Vicopelago, che il Comune di Lucca ha acquistato nel settembre del 2023 in seguito all’atto di indirizzo votato dal consiglio comunale nel novembre 2021. Questa mattina (17 febbraio) l’amministrazione comunale con l’assessore Moreno Bruni, insieme al presidente della cooperativa CalafataMarco Bechini e della Caritas, don Simone Giuli, ha effettuato un sopralluogo all’area del monastero che sarà oggetto di un progetto a valenza sociale, agricola, didattico-culturale e turistica.

L’obiettivo, sostanzialmente, è quello di valorizzare, in attesa di una completa riqualificazione, il corpo centrale dell’ex monastero ed evitarne un più accelerato degrato, oltre alla manutenzione delle aree esterne, che solo di pulizia è costato al Comune circa 30mila euro. L’ex monastero è stato chiuso nel 1999 e completamente abbandonato dal 2008 circa.

Di qui è nato il sodalizio con la cooperativa agricola Calafata, che porterà nell’area (solo l’esterno è un ettaro e mezzo di terreno agricolo) progetti di agricoltura biologica, ma si occuperà anche della custodia, manutenzione ordinaria e pulizia del bene, oltre che all’organizzazione di eventi. Il Comune, insomma, avrà un controllo seppur indiretto della struttura, la cooperativa potrà avere un luogo dove svolgere le sue attività, per la prima volta in un luogo di proprietà pubblica.

“In linea con la mission che ci siamo dati – spiega l’assessore al patrimonio Moreno Bruni – e con i desiderata espressi dalle monache agostiniane all’atto della vendita, di prevedere una valorizzazione del complesso che potesse tenere insieme gli aspetti culturali con quelli più spiccatamente sociali e a servizio della comunità, abbiamo stabilito di dare in concessione una parte degli immobili e dei terreni alla cooperativa Calafata, con lo scopo di realizzare attività agricole biologiche, attività di educazione ambientale in stretto rapporto con le scuole e attività di promozione turistica, il tutto prevedendo un’attività di inclusione lavorativa e terapeutica, integrando la manodopera con personale proveniente da categorie cosiddette fragili. Siamo particolarmente fieri del progetto, che adesso dovrà essere vagliato dalla Soprintendenza, essendo il monastero un bene vincolato, e riteniamo che esso rappresenti il migliore inizio di recupero e valorizzazione di questa grande eredità che è insieme storica, culturale e religiosa”.

La cooperativa agricola sociale Calafata, secondo la concessione, ottiene l’uso gratuito della cantina del monastero (che però ha bisogno di un’opera di consolidamente significativa), attualmente in stato di abbandono, per 16 anni, dove sarà svolta attività di vinificazione dell’uva proveniente dalle vigne del territorio e gestite dalla stessa cooperativa. Ottiene inoltre, per 6 anni, l’utilizzo di una serie di ambienti sul lato est dell’immobile: l’area delle cucine e dispensa, l’area degustazione, dove verranno ricavate sale per l’accoglienza, per la degustazione di prodotti della cooperativa e per lo svolgimento di attività didattiche e un locale destinato all’ufficio.

All’esterno, i cui spazi vengono dati in concessione anch’essi per 16 anni come le cantine, la cooperativa intende realizzare un vigneto, un frutteto, una zona dedicata a progetti di educazione ambientale e una dedicata alla fattoria didattica. Ovviamente la cooperativa Calafata effettuerà un suo investimento per il recupero e la messa in esercizio dei diversi ambienti oggetto di convenzione: il cronopragramma concordato con l’amministrazione comunale prevede che, una volta effettuate le valutazioni in merito alla sicurezza e quelle di competenza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, si vadano ad avviare da subito alcune attività e a iniziare i lavori di restauro funzionale co-finanziati dalla Caritas italiana.

La cooperativa, in cambio della concessione, ha garantito investimenti per circa 240mila euro per la valorizzazione dell’immobile. I tempi, però, sono incerti perché dipendono dalla Soprintendenza che dovrà prima autorizzare la concessione e poi. tutti i futuri interventri sull’immobile.

“Vogliamo ringraziare l’amministrazione comunale della fiducia accordata – dichiara il presidente di Calafata, Marco Bechini – per lo sviluppo di un ampio progetto di riqualificazione. Abbiamo apprezzato particolarmente la sensibilità con cui si è svolta l’analisi di fattibilità che garantirà la conservazione di funzioni storiche del monastero per metterlo a disposizione della comunità locale e non solo. Grazie al supporto della Caritas diocesana, abbiamo lavorato a una proposta credibile di recupero funzionale del convento e dei terreni nel rispetto dei valori sui quali si fonda la nostra cooperativa: sostenibilità ambientale e sociale. Gli spazi saranno il centro di promozione di una cultura agricola sostenibile, luoghi per la didattica e la formazione, l’inclusione lavorativa di soggetti fragili e l’organizzazione di eventi sociali e culturali”.

“Qui si svolgerà un progetto promosso da Caritas – prosegue che metterà al lavore persone con diverse categorie di fragilità, che verranno impegnate nella totale riqualificazione dell’esterno, dove nasceranno un vigneto, un uliveto e un orto terapeutico, in un luogo anche molto bello, Oltre alla coltivazione sono previste degustazioni dei prodotti del territorio e la realizzazione di un orto terapeutico nelle pertinenze”.

“La Caritas – ha aggiunto don Simone Giuli – ha da sempre sostenuto la cooperativa e qui inaugura una iniziativa che è targata Caritas Italiana. Ringrazio per questo anche le suore agostiniane per la volontà di mantenere la destinazione sociale del bene al momento della cessione al Comune di Lucca. Qui si possono attuare quelle tre finalità di cui spesso parla anche papa Francesco: sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Si dà una opportunità di rinascita alle persone in un ambiente rigenerato e che crea anche valore”.