Magistratura e giovani uniti contro le mafie: l’incontro a Lucca per la Giornata della Memoria e dell’Impegno



In tanti all’evento organizzato dalla Provincia di Lucca e dalla Scuola per la Pace, in collaborazione con Libera di Lucca e Viareggio
Il ruolo della magistratura nella lotta alle mafie è stato il tema centrale dell’incontro organizzato dalla provincia di Lucca, dalla Scuola per la Pace e in collaborazione con le sezioni di Lucca e Viareggio di Libera. L’evento si è svolto in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, dedicata alla commemorazione delle vittime innocenti delle mafie, e ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di studentesse e studenti delle scuole superiori del territorio.
L’incontro è stato aperto dal presidente della Provincia, Marcello Pierucci, che ha sottolineato la duplice importanza della giornata, quella del coinvolgimento dei giovani su un tema così importante e attuale e quello di far sentire, come istituzione, la propria vicinanza alla magistratura che “necessita di costante sostegno da parte di tutte le istituzioni, proprio per promuovere una cultura lontana dalle logiche mafiose”.
All’incontro erano presenti la prefetto Giusi Scaduto e il procuratore capo di Lucca, Domenico Manzione, entrambi intervenuti per sottolineare l’importanza del binomio memoria e impegno richiamato dall’intitolazione della giornata. “Sebbene a una prima lettura possa sembrare un concetto ridondante – hanno spiegato -, è fondamentale che questi due aspetti procedano di pari passo nella lotta contro le mafie”.
Per la prefetto Scaduto: “La memoria da sola non è sufficiente, ma necessita dell’impegno costante che passa dal rispetto delle regole”.
Il procuratore Manzione ha approfondito il cuore del tema della giornata, ripercorrendo le tappe principali della lotta alla mafia, con un focus sulla rivoluzione nelle indagini introdotta da Giovanni Falcone. Il punto centrale di questa innovazione fu la verifica e il controllo delle dichiarazioni dei pentiti, ma Manzione ha evidenziato anche un’altra grande novità: tra gli obiettivi primari delle mafie c’era il fare soldi, e dunque ogni indagine doveva partire dal seguire il denaro. Un concetto che oggi appare scontato, ma che nei primi anni ’90 diede origine a una serie di omicidi e attentati che segnarono profondamente l’Italia, a partire dall’assassinio di Salvo Lima, passando per Falcone e Borsellino, fino alla strage dei Georgofili a Firenze. “L’impegno che dobbiamo avere – ha concluso il procuratore – è quotidiano, ed è quello di combattere la prevaricazione in tutte le sue forme. Anche nell’uso delle nuove tecnologie, dobbiamo esercitare un discernimento che ci porti a utilizzare valori precisi, evitando la prevaricazione come modo di interfacciarsi. Questo è un impegno reale, che porta a cambiamenti concreti”.