Antognoli: “Grande contributo del leasing nautico all’industria cantieristica”

Quale il contruibuto del leasing nautico alla industria cantieristica? Lo spiega Gianfranco Antognoli di Concredito.
“Il fatturato della nautica italiana sta ricominciando a crescere – spiega Antognoli – Dopo sette anni di negatività i produttori di imbarcazioni, di accessori, di motori e i cantieri di refitting, vedono la ripresa. Dopo un lungo periodo in cui l’export era cresciuto fino a coprire il 93 per cento della produzione cantieristica, ai saloni ha cominciato a riaffacciarsi il cliente italiano. Una tendenza che fa sperare quanti esporranno anche ai prossimi saloni. A dare soddisfazione al comparto anche il via libera al nuovo codice della nautica e la crescita del leasing nautico. Su questo versante un tassello va ancora messo regime. Una datata nota dell’agenzia delle entrate mette potenzialmente nel mirino l’utilizzo di garanzie personali e reali nei contratti di leasing per banche. Eppure, escludere dagli indicatori di anomalia del fisco quelle garanzie, potrebbe favorire un maggior utilizzo del leasing nautico e dare una spinta decisiva al mercato interno. Il dialogo tra i vari soggetti interessati- comprese le Entrate- è aperto. Ma bisognerebbe decidere in fretta”.
“Sotto i riflettori – spiega Antognoli – ci sono le barche fra cui tante costruzioni dei cantieri del nostro comprensorio. Il salone genovese rimane il più grande del Mediterraneo per numero di visitatori (109mila nel 2014), barche esposte (oltre mille, con un aumento del 20 per cento di quelle in mare), varietà merceologica, novità presentate. Una vetrina preziosa per i 760 espositori (65 per centro italiani, 35 per cento esteri), che richiama da 36 Paesi 140 operatori stranieri (+27 per cento rispetto al 2014), di cui 70 top buyer e 70 giornalisti specializzati”.
“Volendo fare esercizio di sintesi – conclude – potremmo dire che il comparto attraversa un momento di maggiore “consapevolezza”. Questo significa che i cantieri costruttori di imbarcazioni e navi e i dealers italiani di cantieri italiani, di cantieri locali o esteri sono ormai consapevoli che il periodo della crescita della nautica esponenziale è tramontato, che scenari di capacità di vendita illimitata e progetti di investimenti faraonici non sono più attuabili e neppure ipotizzabili. Sono anche modificati i parametri per la valutazione di un costruttore/dealer da parte dei possibili clienti: non più la penetrazione di mercato, il numero di pezzi prodotti, ma il rapporto qualità prezzo, le scelte tecnologiche, l’innovazione “vera” in dotazioni e materiali che incrementino effettivamente il valore del prodotto finale. Anche il possibile armatore è divenuto più consapevole: sa di poter pretendere di più, ma anche che il cantiere/dealer giusto non è solo quello che ti concede tutto, ma quello che ti promette una barca e te la consegna davvero, e che soprattutto può darti un prodotto e un’assistenza che duri nel tempo. Il cliente attuale è tornato a valutare l’acquisto con l’ottica dell’investimento nel medio periodo e non solo con la prospettiva di cambiare la barca dopo due anni, e pertanto presta maggiore attenzione alla qualità complessiva dell’offerta. Anche nel settore delle costruzioni navali nonché della finanza/credito finalizzato le parole chiave sono ancora oggi qualità e professionalità. Tutto questo si collega anche al leasing nautico, perché il cliente ha capito che può ottenere un leasing che abbia una relazione con il suo reddito e con le sue effettive capacità economiche, perché per i ‘miracoli’ non c’è più spazio. Quindi le società di leasing si trovano con una richiesta minore in termini di numero, ma che ha più probabilità di concretizzarsi in un leasing di medio periodo con risultati soddisfacenti per tutti (e come noto con Iva agevolata). Anche gli operatori del leasing sono più consapevoli e quindi l’analisi delle operazioni, sia da un punto di vista tecnico che di analisi del rischio e dei rischi operativi è sempre più attenta, e il filtro maggiore. Nel settore delle imbarcazioni da diporto, sia a motore che a vela, il leasing nautico costituisce ancora un fondamentale supporto alla vendita. Lo testimonia la crescente collaborazione tra organizzazioni imprenditoriali e Assilea anche per esplorare nuove soluzione in grado di ridurre il rischio di “operazioni fraudolente” che hanno non poco danneggiato negli ultimi anni l’immagine degli operatori della nautica. Le operazioni di leasing, anche importanti, che si concludono oggi vedono generalmente una grande trasparenza e collaborazione tra tutti gli “attori” (cliente, fornitore/costruttore e società di leasing) che si traduce in maggiore disponibilità a chiarire tutti gli aspetti dell’operazione: il costruttore/fornitore deve dimostrare capacità costruttive e progettuali, ma anche una struttura economica tale da poter tranquillizzare gli interlocutori e fornire tutte le documentazioni e certificazioni necessarie; il cliente deve impostare, un piano finanziario realistico e confacente alle proprie capacità reddituali, con adeguata contribuzione iniziale all’operazione e infine la società di leasing, valutati tutti questi aspetti, deve da parte sua convincere sulla propria capacità tecnica e organizzativa specifica sul leasing, che la ponga in grado di essere adeguata partner. Il futuro è appannaggio di chi saprà fare “squadra”. Con queste premesse e queste conclusioni certo per l’area tirrenica l’ipotesi di una ripresa della mostra nautica del refitting rappresenta un’idea ancora intelligente da perseguire ma occorre soprattutto che gli operatori maturino una conoscenza strutturata e idee conseguenti di quella che è ormai la situazione reale e oggi consolidate”.