Cambio sterlina dollaro, siamo tornati ai livelli pre-Brexit

23 gennaio 2018 | 15:15
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Cambio sterlina dollaro, siamo tornati ai livelli pre-Brexit

Il Dollaro prosegue nella sua svalutazione, il che fa gioire il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il quale non ha mai nascosto di non amare particolarmente una valuta nazionale forte. Infatti, nell’estate 2017 aveva detto in modo schietto, com è suo solito: “Mi piace un dollaro che non sia troppo forte (…) succedono parecchie cose brutte quando lo è”. Ed il Dollaro lo sta accontentando, dato che il cambio con lo Yen lo dà a 110,98, quello con l’Euro a 1,2238 dollari (con una previsione rialzista per tutto il 2018, con alcuni analisti che ritengono che arriverà perfino a 1,40 dollari), mentre la sterlina sta sfiorando 1,40 Dollari. Praticamente il cambio sterlina dollaro come segnalato da comefaretradingonline.com sta tornando ai livelli pre-Brexit, referendum che come noto sancisce l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

Ma cosa accade al Dollaro? E fino a quando proseguirà questo trend ribassista? “Il dollaro Usa – nota Jon Day, gestore globale di Newton (Bny Mellon Im) – resta ai livelli più deboli da fine 2014 e i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa hanno raggiunto nuovi massimi al 2,6 per cento. Il caso del dollaro – prosegue Day – sembra dunque dovuto principalmente al fatto che le altre valute stanno recuperando terreno”.

Le ragioni vanno dunque viste nelle altre valute stesse. E nelle decisioni delle banche centrali. La Bank of England ha rialzato i tassi a novembre 2017, la Bce porrà quasi sicuramente fine al programma di Quantitative easing, mentre la Bank of Japan pure ha in serbo mosse aggressive. Secondo invece gli esperti di Schroders le ragioni vanno viste altrove: “La svalutazione del biglietto verde è altamente correlata con la sovraperformance dei mercati azionari emergenti. Mentre le valute di tali aree escluso il renminbi cinese – chiosano – ci sembrano ancora sottovalutate”.

Sterlina Dollaro, siamo ai livelli pre-Brexit
Di questo continuo deprezzamento del Dollaro sta beneficiando anche la Sterlina, che aveva arrestato bruscamente il suo trend al cospetto del “biglietto verde” solo a causa della Brexit del giugno 2016. Ciò significa che ad oggi la sterlina Gbp vale quanto valeva prima del Referendum Brexit, ovvero poco sotto 1,4000. E’ indubbio il fatto che il referendum di uscita della Gran Bretagna dall’Ue, passato alla storia come Brexit (56% dei voti consenzienti dissero a sorpresa Sì), sia un fatto in prevalenza di burocrazia, che lascerà intatte o poco cambiate le cose a livello economico. Riguarderà soprattutto i diritti sanitari, civili e politici di chi emigra nel territorio britannico e dei britannici che emigreranno nell’Ue. Ma rimettere in discussione gli accordi economici, in tempi di incertezza economica come quelli attuali, non servirebbe a nesusno.

Peraltro, a questa conclusione arrivano anche alcune Banche di Investimento, vale a dire gli stessi istituti di credito che nel luglio 2016 scrivevano di “parità sterlina dollaro USA” ed anche di “prolungata recessione dell’economia britannica”. Come sovente accade, i mercati finanziari e l’economia in generale, sfuggono ad ogni calcolo e previsione.

Sterlina forte sul Dollaro malgrado Brexit: cosa dice Morgan Stanley
La Gran Bretagna è sempre più probabile che garantisca un accordo Brexit “soft” dell’ultimo minuto, che lo mantenga nel mercato unico e nell’unione doganale. Questo è secondo Morgan Stanley, il team economico di Jacob Nell e Melanie Baker. La coppia afferma che il fatto che il Regno Unito e l’Unione europea stiano ora discutendo un accordo che comprende questioni che includono un ruolo per la Corte di giustizia europea e la politica estera, indica che il Regno Unito sta attenuando la sua posizione.

“Ora vediamo una possibilità significativamente più alta di un’opzione” soft out “in cui il Regno Unito accetta alcune regole dell’Ue e un ruolo per la Cge sostengono i membri di Morgan Stanley. Così come ha interessi, a loro dire, “nel proteggere i diritti dei cittadini dell’Ue residenti nel Regno Unito nell’accordo preliminare di revoca, nelle proposte del Regno Unito per gli opt-in post-Brexit alla normativa europea nel settore dell’aviazione, dei prodotti chimici e della medicina e nelle proposte del Regno Unito per la regolamentazione condivisa dei servizi finanziari”.

Questo scenario probabilmente coinvolgerebbe alcune parti istituzionali dell’Unione europea e del Regno Unito in una variante degli accordi See.

Tutto ciò significa che molto probabilmente, come per il tasso di cambio Euro Dollaro in favore del primo, anche quello Sterlina Dollaro resterà come oggi rialzista nei confronti della valuta britannica. Il concretamento della Brexit, insomma, non dovrebbe cambiare le cose.