Cei: “Industria 4.0 e formazione, ridotti o cancellati incentivi”

22 ottobre 2018 | 13:26
Share0
Cei: “Industria 4.0 e formazione, ridotti o cancellati incentivi”

Politica economica, interviene Lido Cei di Idea Service a commentare alcune scelte dell’attuale governo.
“Stanno passando sotto silenzio – commenta – una serie di iniziative dell’attuale governo finalizzate a smontare quanto di buono era stato fatto dai precedenti governi a sostegno delle imprese e quindi della creazione di lavoro. Lungi da me entrare nel merito “politico” dove ognuno la può pensare come vuole, ma alcuni fatti debbono pero essere messi in evidenza. Leggendo attentamente il contenuto del Documento programmatico di bilancio nel quale sono descritti i provvedimenti e cifre che andranno a comporre la legge di bilancio approvata lunedì si legge che il più apprezzato degli incentivi presenti nel piano Industria 4.0 è stato dimezzato. Mi riferisco all’iperammortamento, che peraltro si intende prorogato per un solo anno. Non risulta semplice collegare questo provvedimento con quanto pareva fosse l’indirizzo governativo. Inizialmente si era partiti dicendo che sarebbero state incrementate le risorse a vantaggio delle piccole e medie industrie ma se non si provvede a modificare quanto sopra mi pare che si vada nella direzione opposta”.

“Inoltre – prosegue Lido Cei – è stata tolta l’agevolazione denominata Legge Sabatini. Ma quello che appare ancora più grave è l’eliminazione dell’incentivo indirizzato alla formazione, in particolare a quella interna che agevolava il passaggio della figura di operaio a quella di tecnologo di base che avrebbe consentito di costituire una forza lavoro più idonea ad affrontare le sfide che le nostre aziende devono quotidianamente affrontare per rimanere al passo con la modernizzazione che i mercati internazionali ci impongono”.
“Auspico – conclude – un ripensamento perchè sarebbe una vera iattura se il governo si concentrasse solo sul “reddito di cittadinanza” tralasciando di proposito il sostegno alle Pmi che restano il solo motore per la creazione di nuovi posti di lavoro. Se può essere condiviso l’anticipo del pensionamento di circa 400mila lavoratori nella speranza che vengano integralmente sostituiti resta il fatto che il saldo sarebbe “zero”, al contrario l’obiettivo per far crescere l’economia del paese è quello di crearne di nuovi. E solo con il supporto alle imprese può essere realizzato”.