Cei: “Aiuti all’innovazione diventino strutturali”

L’effetto shock che il Piano Industria 4.0 doveva avere sulla domanda dei beni strumentali per convincere l’industria italiana a uscire dallo sciopero degli investimenti durato oltre 10 anni e rinnovare il parco macchine c’è stato e si è fatto sentire. Nel 2017 e 2018 l’incremento negli acquisti dei beni strumentali è stato molto consistente ma adesso tutti gli indicatori economici indicano che il suddetto effetto ha esaurito il suo corso. Per questo motivo, il governo sta pensando ad una riforma degli incentivi di Industria 4.0 e per l’innovazione in generale al fine di mantenere e migliorare la capacità attrattiva nei confronti dei mercati esteri.
A parlare del tema è Lido Cei, ad di Idea Service, l’azienda che si occupa di finanziamenti alle imprese. “Mi permetto di indicare quali potrebbero essere le direttrici da seguire per venire incontro alle esigenze delle imprese che il governo dovrebbe adottare – dice – un piano incentivi più inclusivo che tenga conto delle esigenze anche delle piccole imprese e non solo delle medie e grandi; uscire dalla logica degli incentivi a tempo per passare ad un quadro strutturale di aiuti all’innovazione che consenta alle imprese di fare una programmazione nel medio-lungo periodo; un occhio di riguardo al tema degli abusi che stanno emergendo sul tema del credito d’imposta per le spese su ricerca e sviluppo. E’ importante trovare subito dei correttivi che impediscano abusi e illeciti prima che sia troppo tardi; da ultimo, il tema dell’accesso al credito ordinario. Su questo punto il Mise può far poco ma quanto meno tenere in agenda la questione: cercare strade che favoriscano gli imprenditori nella ricerca dei finanziamenti bancari non può né deve essere dimenticato”.
“Auspico – conclude Cei – che presto si metta mano alla rimodulazione dell’intero pacchetto di aiuti alle imprese che restano il vero motore della nostra economia e l’unico modo per tornare a crescere”.