Informazione, prudenza, autocontrollo: cosa sapere prima di investire

Fare trading richiede, quasi al pari di uno sport un po’ estremo, il coraggio di rischiare e la conoscenza di alcune regole fondamentali che permetteranno di rimanere in equilibrio. Sì, in un certo senso gli investimenti danno la stessa adrenalina del bungee jumping: bisogna vincersi, buttarsi, e cercare il giusto equilibrio – lo stesso che occorre per far fruttare il denaro. Perché l’adrenalina può dare alla testa e offuscare il buon senso e la prudenza. E ci si potrà trovare a dover chiedere aiuto, in uno stato psicologico ormai compromesso.
Per mantenersi ancorati alla realtà e non eccedere è necessario analizzare il proprio contesto, e quindi chiedersi su quale piattaforma convenga muoversi, con quali obiettivi e con quale stile. Devono essere ascoltate con onestà anzitutto le proprie esigenze, stabilendo un orizzonte oltre il quale non spingersi in nessun caso. Infine, chi non ha un buon autocontrollo, è meglio che stia alla larga dagli investimenti da casa. Le emozioni forti legate a questo genere di esperienza, infatti, tradiscono spesso. Saperle controllare, purtroppo, non è da tutti: per questo prima di iniziare è opportuno chiedere a una persona che ci conosce bene quale sia la strada migliore da intraprendere. Un feedback da parte di terzi è utile a non sottovalutare la propria emotività.
Un po’ di formazione non guasterà: in rete si trovano centinaia di articoli, ebook e conto demo per esercitarsi: una sorta di stage pratico che permetterà all’investitore di acquisire consapevolezza del mezzo che si accinge a guidare. Le demo insegnano a negoziare e a usare – anche a livello strategico – i tool della piattaforma di trading scelta. Diffidare, pertanto, da quelle che non mettono a disposizione una versione di prova.
Una volta acquisito un po’ di mestiere, non andrà perso: l’aggiornamento costante e l’informazione quotidiana sono amici preziosi per ogni investimento. Tanto più se si intende investire in un gruppo bancario che, anche per ottemperare alle regole di trasparenza, pubblicherà dati molto utili alle valutazioni da fare. Sono attivi servizi di newsletter, spesso messi a disposizione dalle piattaforme o dalla propria banca. Non è vero che per fare trading basta avere fiuto: al contrario, serve molta informazione, molto studio.
A questo si aggiunge la necessità costante di tenere gli occhi bene aperti sul falso trading online. Decine e decine di siti chiusi continuamente dalla Consob. Luoghi virtuali che promettono mirabolanti guadagni grazie a investimenti in titoli, azioni o criptovalute e che nascondono, molto spesso, un vuoto desolante: la realtà è che non c’è dietro nulla se non un’organizzazione ingannevole che si appropria dei soldi investiti – quelli, sì, veri – dei malcapitati di turno.
Si calcola che con il falso trading online le vittime perdano dai 2000 ai 500mila euro: cifre, va da sé, da far strabuzzare gli occhi. Tanto più se si considera che i falsi broker non si fermano facilmente e sanno come convincere le persone meno accorte a investire sempre nuovi denari.
Ad aprire queste piattaforme truffaldine sono società inesistenti, con nomi falsi, che hanno sedi in paradisi fiscali come le isole Cayman o le Isole Vergini Britanniche. Missione pressoché impossibile è farsi restituire il denaro investito. Occorre molta, moltissima prudenza.