Trasformazione digitale, dalle parole ai fatti

9 giugno 2021 | 17:55
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Trasformazione digitale, dalle parole ai fatti

Lido Cei (Easy Fund): “Quasi venti miliardi di euro di incentivi per chi investe, occasione da non perdere”

Il rischio parlando di digitalizzazione, trasformazione o addirittura rivoluzione digitale, è che alle belle parole non seguano i fatti ed invece nella nuova stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono 40,3 miliardi dedicati a questo che diventano quasi 50 con le risorse del fondo complementare e l’integrazione del Piano React-Eu. Di questi oltre 13 miliardi vanno agli incentivi fiscali del piano transizione 4.0, sono cioè opportunità concrete per le imprese che vogliono investire.

“Un mare di risorse che però va saputo interpretare ed anticipare – spiega Lido Cei, esperto di finanza agevolata, fondatore della start up Easy Fund – Ci sono infatti condizioni migliori per chi investe nel 2021. Per far questo è necessario saper programmare le proprie scelte aziendali facendo della finanza agevolata una vera e propria strategia imprenditoriale, affiancati da professionisti che ne sappiano leggere i vari aspetti anticipando tempi e dispositivi necessari per trasformare le opportunità in realtà”.

Le principali agevolazioni riguardano beni ordinari (pari al 6 per cento del costo nel limite massimo di costi ammissibili fino a 2 milioni di euro), beni funzionali allo smart working (l’aliquota aumenta fino al 15 per cento), beni immateriali 4.0 (fino al 20 per cento per investimenti 2021 fino a 1 milione di euro), beni materiali 4.0 (al 50 per cento del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 30% per la quota compresa tra 2,5 milioni e 10 milioni, al 10 per cento per la quota compresa tra 10 milioni e 20 milioni), beni immateriali 4.0 (40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni, 20 per cento per la quota compresa tra 2,5 e 10 milioni, al 10% per la quota compresa tra 10 e 20 milioni), ricerca, sviluppo, innovazione e design (al 20 per cento fino ad un massimo che va da 3 a 4 milioni per le attività di R&S, dal 6% al 10% con massimale da 1,5 a 2 milioni, per innovazione tecnologica e design, l’aliquota sale fino al 15% per progetti di innovazione tecnologica legati alla transizione tecnologica o innovazione digitale 4.0), formazione 4.0 (50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300mila euro per le piccole imprese, 40% per le medie imprese nel limite di 250mila euro, 30%, sempre nel limite massimo annuale di 250mila euro, per le grandi imprese)

Resta il nodo della cedibilità del credito a terzi – conclude Lido Cei – ad oggi non prevista per le agevolazioni della digitalizzazione, a differenza dei bonus edilizia. Questo sarebbe importante per garantire alle imprese oltre che opportunità anche liquidità immediata”.