
La pedagogia, oggi scienza della formazione, ha origini dalla scientificità tipica del modello culturale positivista che si afferma in Europa nel XIX secolo. Il termine pedagogia deriva dal greco paidos, bambino, e da ago, guidare, condurre, accompagnare; ma la pedagogia contemporanea si occupa della persona per l’intero arco della sua vita, secondo il principio di educabilità: apertura alle possibilità di orientarsi verso una propria meta e libertà di decisione che deve diventare qualità personale nel contesto di vita.
La pedagogia non riguarda soltanto una stagione o un momento della vita degli individui. Non è limitata all’infanzia o alla formazione giovanile: essa riguarda tutti i momenti in cui l’uomo deve ‘convertirsi’ alla realtà, dalla nascita alla morte: attraverso la riflessione pedagogica si cerca di affrontare l’ignoto, di rendere meno traumatica la realtà e di “normalizzare” l’inedito come la venuta al mondo, l’integrazione in un gruppo, la scoperta della mente, la costruzione dell’identità, il confronto con il diverso, la malattia e la felicità, il benessere e la povertà, la vecchiaia e la morte. Capire le età della vita è molto utile per armonizzare il discorso con la realtà, per sviluppare non soltanto i pensieri ma anche le parole che devono renderli presenti e comunicabili.
Campo di indagine della Pedagogia è l’educazione, la formazione e l’apprendimento dell’uomo.
Educare è un’attività originale dell’uomo; è un gesto ineliminabile e comprensibile in ogni cultura e in ogni situazione storica. L’educazione attraversa ogni forma ed ogni norma sociale: troviamo attività educativa in ogni modello sociale e in ogni epoca storica la materia pedagogica non tollera approssimazioni ed è così complessa che non può essere studiata senza avere la consapevolezza che è quasi impossibile separarla da una definizione sintetica dell’uomo.
Al cuore del gesto educativo c’è sempre l’intenzionalità: la pedagogia, per distinguersi da ogni altra forma di studio sull’uomo, ha bisogno di essere consapevole e di riconoscere l’uomo come un essere in divenire. L’azione educativa richiede una pluralità di saperi e non può procedere per via intuitiva: saperi relativi al soggetto, agli obiettivi da raggiungere, ai procedimenti e ai mezzi per raggiungerli e per giudicarli.
La pedagogia sorge dove c’è la dimensione riflessiva su che cosa è l’uomo e dove si impone la prospettiva di sviluppare meglio il suo potenziale, per cambiare la realtà. La pedagogia è un ‘sapere di trasformazione’, che, proprio per il suo essere orientato al cambiamento sostenibile, ha bisogno di consolidare il funzionamento di una società. Per questo la pedagogia non fa salti ed è una ‘scienza prudente’.
dottoressa Valentina Ciuffi
pedagogista clinica ed educatrice professionale
valentina.ciuffi@libero.it