Il sonno nei primi anni di vita

3 agosto 2018 | 14:04
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Il sonno nei primi anni di vita

Come mai appare tanto importante parlare di una buona qualità del sonno nei bambini durante i primi anni di vita? Sicuramente il sonno ha un ruolo fondamentale nello sviluppo generale dei minori; infatti durante il sonno, nel bambino avviene il principale consolidamento della memoria e degli apprendimenti. Inoltre, i rischi di una cattiva qualità del sonno nei bambini possono essere molteplici: irritabilità, bassa tolleranza alla frustrazione, a lungo termine basso rendimento scolastico, obesità, scarsa autonomia (soprattutto per bambini che ancora a 8/9 anni si ritrovano a dormire nel lettone).

Parallelamente, questi rischi si ripercuotono anche sui genitori, provocando loro nervosismo, profonda stanchezza, ansia, problematiche di coppia, ripercussioni sul lavoro.
Ma quando è che si parla effettivamente di disturbi del sonno nei bambini? Premettendo che non esiste una risposta univoca, in quanto il sonno è diverso per ogni bambino e per ogni adulto (così come ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi per completare il proprio sviluppo e crescita), sicuramente non ci riferiamo a bambini che ogni giorno, compreso sabato e domenica, si svegliano alle 7, oppure bambini di pochi mesi che si svegliano più volte durante la notte, ma a problematiche molto più strutturate che creano un disagio familiare. Innanzitutto si parla di disturbi del sonno nei bambini quando queste problematiche si presentano non una volta ogni tanto, ma con una frequenza continuativa di almeno 3 o più notti a settimana, e per un periodo minimo di un mese; in alternativa, per periodi più brevi, possono rappresentare della tappe o fasi di crescita durante lo sviluppo, per esempio lo spuntare di un dentino, oppure in seguito a cambiamenti come l’inserimento al nido, la nascita di un fratellino.
I principali sintomi di un disturbo del sonno nel bambino sono:
– tempi lunghi per addormentarsi (e per tempi lunghi intendiamo anche una/due ore tutte le sere);
– risvegli notturni frequenti (da escludersi i neonati di pochi mesi), nel quantitativo di minimo 2 risvegli a notte, con conseguenti difficoltà a riaddormentarsi;
– carenza prolungata di sonno.
Quando tali problematiche vengono riscontrate e producono evidente disagio sia per il bambino che per i genitori, può essere di aiuto richiedere una consulenza psicologica in merito, dove poter individuare eventuali cause e trovare soluzioni appropriate per quella data famiglia, in modo da ritrovare il benessere familiare.

dottoressa Anna Maria Giacco
psicologa e psicoterapeuta