
Antoine de Saint Exupèry ha scritto: “L’amore è forse quel delicato processo attraverso il quale ti accompagno all’incontro con te stesso”. Tra due persone che si scelgono e decidono di formare una coppia, ruolo fondamentale viene rivestito dal patto coniugale, che si rivela essere un’area cruciale del legame, ovvero un patto che si colloca tra la dichiarazione di impegno (per esempio di fedeltà nella gioia e dolore, salute e malattia) e la presenza di una dimensione inconsapevole (contratto segreto o implicito, che si nutre di desideri, aspettative, timori reciproci individuali e della coppia).
La vita coniugale comporterà quindi un lungo processo di rielaborazione delle aspettative reciproche in senso più realistico e quotidiano. Il ciclo di vita di una coppia attraversa il conseguimento di stadi successivi di equilibrio, legati di volta in volta al superamento di momenti critici nella vita familiare, nei quali si verificano eventi che non trovano risposte soddisfacenti nell’equilibrio esistente e vanno quindi rinegoziati; la parola ‘crisi’ infatti ha il significato dal greco di ‘separazione, decisione, scelta’. Ma l’instabilità che accompagna la ricerca di un nuovo equilibrio risveglia le paure reciproche. Inoltre, non si scelgono le persone solo per le loro qualità, ma anche per i loro difetti, e spesso ci fa comodo nasconderci dietro le persone che ci somigliano proprio in quei limiti.
Una delle più grandi differenze tra le cosiddette coppie che funzionano e coppie che non funzionano, non è quindi la presenza o assenza di problemi, ma la capacita di affrontare e rinegoziare le situazione di crisi e risolvere le difficoltà che arrivano nel corso della vita insieme. Le coppie che non riescono a superare una crisi, possono essere coppie caratterizzate da uno squilibrio di potere all’interno, uno dei due ha una posizione di dominanza e di autorità sull’altro ad esempio; un tale squilibrio può portare alla lunga nella relazione insoddisfazione, fatica, diminuzione del desiderio sessuale, depressione. Anche tensioni provocate da cambiamenti in altri contesti sui quali uno dei due coniugi non ha nessun controllo (come lutti familiari, trasferimenti, oppure un partner che si coinvolge molto nel suo lavoro) possono dare origini a una crisi coniugale, poiché l’altro partner può sentire di aver perso i contatti con l’altro che è cambiato ed è diverso dalla persona che era all’inizio della vita insieme. Le crisi possono essere dovute a scoperta di relazioni extra coniugali, spesso causa e nel contempo conseguenza di un tentativo di soluzione di un problema individuale o di coppia. Molte coppie poi hanno grosse difficoltà a trovare momenti di piacere e rilassatezza insieme, raramente trascorrono serate e momenti da soli, presi dagli adempimenti degli impegni di lavoro e familiari, per cui il rapporto soffre di mancanza di spazi propri. Spesso le coppie rimangono insieme perché temono di non poter sopravvivere separatamente, arrivando a mascherare e dominare questa paura sviluppando reciprocamente rabbia e aggressività, che poi lasciano pesanti cicatrici sui figli. Nella maggior parte delle situazioni, le coppie che si separano non hanno quindi saputo apportare le modifiche coniugali ed individuali necessarie al superamento della crisi, legata appunto ad una situazione contestuale o ad un momento dl ciclo di vita, ed appaiono in stallo, bloccate in modalità relazionali disfunzionali, modalità che potevano essere funzionali all’inizio della vita insieme ma che non sono state rielaborate come invece gli eventi ed i cambiamenti avrebbero necessitato. Alcuni compiti del terapeuta che si occupa di lavorare con coppie e famiglie, diventano quindi l’esplorare le possibilità alternative all’interno della struttura coniugale, smitizzare l’idea stessa sia di matrimonio sia della libertà che esiste al di fuori, aiutare le coppie a rinegoziare nuovi equilibri sia individuali che appunto di coppia, rispetto anche al momento del ciclo di vita in cui si ritrovano, verificare che ci siano le motivazioni per il superamento della crisi, aiutare a capire che si può sopravvivere senza l’altra persona e che comunque, se non più coppia coniugale è possibile continuare una relazione come coppia di genitori.
dottoressa Annamaria Giacco
psicologa e psicoterapeuta