Un tempo sospeso: condanna od opportunità?

20 marzo 2020 | 11:32
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Un tempo sospeso: condanna od opportunità?

Lo psicologo Daniele Filippi spiega come trasformare in risorsa le difficoltà generate dalla pandemia di Covid-19

“E ora cosa me ne faccio di tutto questo tempo?”
“In che senso cosa me ne faccio?”
“Beh, certo non è utile rimanere fermo, rallentare…”
“Hai mai provato?”

Difficile rimanere fermi, difficile rallentare, si è costretti in qualche modo a fare i conti con sé. “E ora che non produco, cosa mi resta?”, come se dedicarsi a sé non sia degno del nostro stesso tempo. La diffusione del coronavirus ci sta portando ad affrontare un’emergenza alla quale nessuno pensava di dover far fronte, uno degli aspetti è che il tempo non lo possiamo più controllare. La contagiosità ci fa sentire esposti così come le persone a noi vicine, ma da popolo spesso criticato quale siamo, stavolta ci stiamo appellando alla sana responsabilità di chi pensa non solo a se stesso quanto all’altro. Un senso di precarietà che genera ansia via via che si accrescono le notizie e non sempre questa ansia riesce ad essere contenuta a livello razionale. Siamo tutti spinti a fare cosa più ci conviene, stavolta forse ci conviene considerarla un’opportunità.

Come affrontare la paura e a quali risorse interne aggrapparsi. La paura è un’emozione e come tale è utile, non va sconfitta, va saputa affrontare. Tanto famosa ma non sempre chiara, stavolta la parola resilienza ci aiuta. Affrontare la difficoltà avendo fiducia che una volta passata ne usciremo più forti ovvero avremo attinto a quelle risorse che non pensavamo di avere. Non hai mai abbastanza tempo da dedicare ai figli a causa del lavoro? Dedicaglielo, magari scopri che hai capacità di ascolto e di empatia coi bambini… un lusso di questi tempi.

Come affrontare il dolore per un familiare che sta male. Shakespeare stesso ci aiuta dicendo: “Date parole al dolore; la sofferenza interiore che non parla sussurra al cuore troppo gonfio fino a quando si spezza”. In altri termini, condividere una preoccupazione con altri familiari fa in modo che quel dolore non schiacci la singola persona. Le parole diventano fondamentali quando non possiamo sentirci vicini col corpo.

Come spiegarlo ai bambini. Un evento del genere non lo si può certo nascondere, non di certo ai bambini che hanno delle antenne per tutto ciò che gli circola intorno. Gli va spiegato con un linguaggio semplice e diretto. Più hanno chiarezza intorno a loro meno paura avranno. Ognuno darà il suo contributo, io personalmente lo farò gratuitamente tramite un colloquio telefonico o rispondendo alle vostre domande sulla mia pagina Facebook.

Dottor Daniele Filippi
Numero di telefono: 3391723191