Genitori e figli, un contratto per l’uso di smartphone e videogiochi

Ci parla di questo genere di approccio l’educatore Omar Bonanni, del Consultorio La Famiglia di via del Fosso
Ogni famiglia, consapevole o meno, ha delle specifiche regole al suo interno. Regole che sono gestite, nella maggior parte dei casi, dai genitori. Quello che spesso sfugge, è che l’utilizzo della tecnologia da parte dei figli dovrebbe essere inserita all’interno delle proprie specifiche regole.
Importante sarebbe che ciascuna famiglia redigesse un contratto su misura che si adatti al metodo educativo utilizzato, e che riguardasse i comportamenti accettabili in ambito tecnologico. Questo non significa demonizzare la tecnologia, non è consigliabile farlo, significa applicare le proprie strategie educative in un altro ambito, che oggi risulta fondamentale per l’educazione dei figli.
I genitori devono avere chiaro che tipo di tecnologia è appropriata ai propri figli in basa alla loro età, alla loro maturità e al loro senso di responsabilità. I genitori dovrebbero conoscere, almeno a grandi linee, i giochi più utilizzati e i social che i propri figli usano e saper discutere con loro delle emozioni provate durante il loro utilizzo. E’ necessario aiutare i figli ad elaborare i loro vissuti.
Regole fondamentali riguardano il sonno e gli orari in cui spegnere i telefonini. E’ importante sapere che la luce blu dei telefonini invia messaggi controversi al cervello, il quale blocca la produzione di una sostanza, la melatonina, utile per addormentarsi, e ciò potrebbe provocare disturbi del sonno e di conseguenza disturbi dell’attenzione durante gli orari scolastici.
Altre regole dovrebbero riguardare il rispetto degli altri, le buone maniere, come e se utilizzare la tecnologia durante l’orario scolastico, quanto tempo rimanere collegati e connessi, come gestire le fotografie. I ragazzi dovrebbero avere ben presente, e non è scontato, cosa succede se c’è un utilizzo inappropriato legato alla legge sulla privacy, fino ad arrivare ai gravi rischi che riguardano la pornografia.
Tutte queste regole vanno condivise prima di regalare ai nostri figli uno smartphone, una Play Station, o altro, e vanno accettate dalle “parti” appunto, come un vero contratto, per cercare di responsabilizzare i ragazzi e renderli più consapevoli dei benefici e dei rischi della tecnologia. Lasciare una gestione troppo autonoma e un uso poco sano ai ragazzi all’inizio innesca inevitabilmente livelli di conflittualità molto alta nel momento in cui il genitore imporrà tempi e modi nell’uso di tutti gli strumenti tecnologici.
dottor Omar Bonanni